La versione del Gilgamesh che trovate
nel mio sito è in parte basata su quella contenuta nell'antologia
Pet 1992 (Pettinato), con integrazioni,
aggiornamenti e correzioni da Sap 2001 e
Geo 1999 (George). Per esigenze di leggibilità ho ripulito il testo da tecnicismi ed eseguito leggere correzioni sintattiche. Ho cercato di tagliare i lavori di fantasia, in cui peccano tutti gli autori (in particolare George e Pettinato), perché impediscono il confronto con altre traduzioni. Del lavoro di Pettinato ho conservato la divisione interna alle tavole ma ho corretto interamente la numerazione dei versi e la loro suddivisione in stanze (solitamente quartine) seguendo l'approccio di George (sempre per agevolare la lettura comparata dell'epopea). |
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L'approccio di Pet 1992 ha fatto scuola per la caratura formale e la resa poetica, divenendo riferimento bibliografico in numerosi studi italiani (come Ben 1994, Dag 1997 e Sap 2001) e stranieri (come Geo 1999).
Tuttavia Pettinato non è esattamente un critico letterario. Il suo commento al testo è piatto e insufficiente (difetto comune a Bottero e George peraltro). Troverete un ottimo commento al testo dell'Epopea nel volume Eros e Thanatos di Jan Kott, Ed. SE (pp. 75-103: Gilgamesh, o la mortalità). L'analisi di Kott, seppure imperfetta poiché basata sui numerosi accomodamenti di San 1994, vi farà letteralmente amare Gilgamesh (ringrazio Ferruccio G. per avermi fatto conoscere la maestria di Kott nel 1997). Altro splendido esempio di esame epico-letterario del Gilgamesh si trova in Ben 1994.
Buona parte dei testi citati, anche se usciti pochi anni fa, è fuori catalogo e reperibile solo in biblioteca. Ecco i testi più recenti e disponibili in libreria (cliccate sulle voci per una completa descrizione):
Su Internet è consultabile l'edizione integrale ottocentesca del primo lavoro di George Smith dedicato a Gilgamesh (Smi 1876). Molti siti, oltre a questo, contengono un sacco di materiale interessante sul re di Uruk.
Da non dimenticare che Gilgamesh è protagonista di molte opere moderne (non solo letterarie) di finzione. Per una breve carrellata in questo ambito rimando alla sezione delle contaminazioni.
In primo luogo, lo studio della letteratura sumera/babilonese non può prescindere dalla conoscenza, anche superficiale, della storia e della geografia della Mesopotamia. Pertanto procuratevi a qualunque cifra Roa 92.
Edizioni integrali delle pietre miliari della mitologia mesopotamica sono consultabili in Bot 1992, ancora a catalogo nelle librerie (costa 67 euro). Le (poche) lacune di questa superba antologia possone essere integrate con McCall 95, Pon 1996 e Pon 2000.
E sull'archeologia in Siria e Mesopotamia? Oltre al citato Roa 92, due succosi volumi vi sazieranno: Cer 1995 (Il Libro delle Torri) e Mat 1995. Una passeggiata (non impegnativa) tra i maggiori scenari dell'Iraq, non solo assiro-babilonesi, come Bagdad, Bassora, Samarra o Mossul è offerta in Mun 2003.
Lasciate invece perdere le monografie della rivista Archeo (Rizzoli) per: 1) prezzo elevato; 2) imbarazzante riciclaggio di immagini e testi; 3) qualità del lavoro a livello di tesine scolastiche redatte sfogliando enciclopedie; 4) ripetuti e grossolani errori (come l'accostamento Ea-Enlil a p. 103 monografia apr. 2002, e a p. 101 monografia mag. 2003; oppure l'errata didascalia della stele degli avvoltoi a p. 31 monografia apr. 2002).
Infine non dimenticate le contaminazioni di tipo epico-filosofico-letterario-psicanalitico-linguistico curiosando nella sezione Altri Testi.
AA.VV, Ancient Near Eastern texts, relating to the Old Testament, 2nd ed. Princeton University Press 1955
A cura di James B. Pritchard; citatissima ma datata antologia di testi egizi, sumeri, accadici, ittiti, ecc. scelti in base a parallelismi o allusioni a nomi, luoghi, argomenti, forme letterarie della Bibbia.
E' il testo di riferimento per l'estimatore di commistioni fra l'Antico Testamento e la letteratura mesopotamica (che ritengo di relativo interesse perché escludono capolavori come l'Epopea di Erra). Il volume è tutt'altro che introvabile, specialmente su Internet, ma costa un occhio della testa. Suggerisco la sola consultazione. Come, per esempio, del numero di inventario P4778993, collocazione 3.03.H.003, presso la Biblioteca Centrale di Lettere, Filosofia e Giurisprudenza, Via Festa del Perdono 7, Milano. La biblioteca si trova al primo piano sopra le ex-segreterie e chiude alle 19:00 ...
Vincenzo di Benedetto, Nel Laboratorio di Omero, Einaudi 1994
Testo universitario per i corsi di letteratura greca contenente un capitolo che è una vera perla (parte IV, cap. 8: Achille e Gilgamesh). Vedi: paralleli con l'epica greca.
Jean Bottero, Mesopotamia, Einaudi ed. 1991
Sorprendente Bottero, più lungimirante del solito, in questa eterogenea raccolta di saggi. Saltate subito le prime 215 pagine, fiacche e ripetitive, e tuffatevi nel sistema religioso mesopotamico (argomento di cui Bottero è specialista).
Qui troverete la brillantissima classificazione di sentimento, ideologia e comportamento religioso (poi ripresa in Bot 1992). Inoltre una profonda dissertazione su Ea/Enki, dio delle arti e della saggezza, ricchissima di ellissi mitologiche. Infine le perle: analisi del dialogo del pessimista e la mitologia della morte, dove la superba analisi di Bottero raggiunge vertici mai più raggiunti in tutta la sua restante produzione.
Da segnalare lo squisito assortimento iconografico, che gli assiriologi italiani, nei loro pur validi saggi, dovrebbero prendere a modello.
J. Bottero & S. N. Kramer, Uomini e dèi della Mesopotamia: alle origini della mitologia, Einaudi ed. 1992
Il titolo dell'edizione originale è più accattivante: Lorsque les dieux faisaient l'homme (primo verso dell'Atramkhasis). Questo tomone di oltre 800 pagine contiene aggiornate traduzioni integrali dei maggiori miti mesopotamici (fra cui Enuma Elish, Epopea di Erra, Discesa di Ishtar agli Inferi e, il mio preferito, Ninurta e le pietre). I miti in sumerico sono tradotti dal sumerologo Samuel Noah Kramer dell'università di Pennsylvania, autore del celebre ma introvabile I sumeri alle radici della storia (1979, Newton Compton).
L'enciclopedismo è il pregio di questa indispensabile antologia, anche se vi sono inspiegabili assenze, come il mito di Etana o quello di Adapa. Manca del tutto la sottigliezza critica di un Kott o di un Saporetti, come rivelano i giudizi molto netti e personali che affiorano tra le pagine. Emblematica è l'Avvertenza degli autori, in cui si giustifica l'assenza dell'indice analitico, ritenuto superfluo, con pretesti infantili. Non meraviglia che i francesi lo abbiano premiato col Gran Prix National d'Histoire 1989.
J. Bottero & M.-J. Steve, La Mesopotamia: dalla scrittura all’archeologia, Universale Electa/Gallimard 1994
J. Bottero, Dai Sumeri ai Babilonesi: i popoli della Mesopotamia, Universale Electa/Gallimard 1996
Riecco il Bottero privilegiare le città scoperte da connazionali: Mari e Ugarit in primis. Minima la considerazione per Ebla, fulcro della civiltà di mezzo tra Egitto e Mesopotamia, scoperta dagli italiani. Una cosa va detta: i francesi - pur nel loro stolto campanilismo - hanno un talento manageriale che a noi manca. Nel buon nome della Gallimard la sezione iconografica è curatissima. Quella antologica non impaurisce ma è invitante, anche per il profano, grazie ad un'accattivante selezione dei testi.
C. W. Ceram, Civiltà Sepolte, Einaudi 1952 (ed.1995)
Testo datato ma esemplare per la «lezione etica» (p. xvi), l'organizzazione sistematica e l'efficace stile narrativo (un esempio: "Consiglio il lettore di non cominciare questo libro dalla prima pagina").
Il volume è brillantemente diviso in sezioni monotematiche: Il libro delle Statue (mondo greco); Il libro delle Piramidi (antico Egitto); il libro delle Torri (Mesopotamia); il libro delle Scale (civiltà precolombiane); i libri che non si possono ancora scrivere (appendice su Ittiti, Ugarit e antica Siria); i libri che si potrebbero scrivere (appendice di Donatella Taverna su Chatal Houyuk, Thera, Seleucia e Ebla). Inutile dire che gli ultimi due libri sono i più affascinanti.
Nonostante un «abisso scientifico» separi l'attuale ricerca archeologica da quella descritta da Ceram (per farsi un'idea si confronti il Libro delle Torri con Pet 1988), questo libro è «l'iniziazione ancor oggi più brillante all'archeologia» (p. xx, introduz.).
Franco D'Agostino, Gilgames alla conquista dell'immortalità, Piemme 1997
Dopo generazioni di studiosi per rimettere assieme il Gilgamesh arriva D'Agostino che lo frantuma di nuovo con incessanti commenti (nemmeno i frammenti di Eraclito subirono mai simile sorte biginesca). Il Gilgamesh di D'Agostino risulta ahimè ILLEGGIBILE.
D'Agostino si elegge a «guida che indichi la strada» perché senza di essa si rischia di finire in «vicoli ciechi, o peggio a fraintendimenti» (p. 10, introduzione). Ma, per non far sentire solo il lettore nella sua ignoranza, D'Agostino esibisce un suo bel fraintendimento già nel sottotitolo al libro: «l'uomo che strappò il segreto agli dei». Chi? Gilgamesh che tornò a Uruk coi capponi di Renzo? o forse era Utnapishtim, ma tutto fa brodo?
Perché allora includere questo zagabrio nella mia bibliografia? La buona iconografia e la gustosa aneddotica zampillante dalle note riescono a tenere a galla quest'arca nel diluvio dell'arroganza.
F. Mario Fales, Lettere dalla corte assira, Marsilio Editori 1992
Meravigliosa antologia di lettere dalle biblioteche assire. Da segnalare le commoventi suppliche - splendide sul piano stilistico - indirizzate ad Assurbanipal dagli esorcisti Adad-Shumur-usur e Urad-Gula. Pubblicazione unica nel suo genere nel panorama editoriale italiano (testo neo-assiro a fronte).
Giulio Firpo, Le rivolte giudaiche, Editori Laterza 1999
(a cura di) E. Galbiati, La Storia della salvezza ne L’Antico Testamento, Mimep 1969
In verità, in verità vi dico che questo testo è troppo approssimativo per gli scopi del sito. Più idonee consultazioni bibliche sono il testo CEI del '74 o, meglio ancora, la Nuovissima Versione dai testi originali pubblicata dalla San Paolo (ringrazio Antonio G. dell'Università di Milano per i suggerimenti).
Andrew George, The Epic of Gilgamesh - a new translation, Penguin Classics 1999 (in inglese)
Una sorta di "bibbia di Gilgamesh" imperdibile per l'appassionato, splendidamente strutturata e magnificamente illustrata. Vi troverete "quasi" tutto: dalle tavolette di Pennsylvania agli esercizi scolastici degli appendisti scribi, fino ai poemetti sumerici di Bilgames (compresa un'aggiornatissima versione della Morte di Gilgamesh). Lacunose invece le versioni extrababilonesi dell'epopea (epopee ittita, hurrita, elamita) che, come al solito, si possono trovare solo su Pet 1992 (citato ed elogiato a p. 142 dal lungimirante George).
Irrilevante invece la sezione saggistica. Le cinquanta pagine di introduzione sono veramente sciatte (forse destinate al lettore medio americano) e inutili per chi voglia andare oltre il testo. Il Ghilgames di Saporetti è anni luce superiore (e più aggiornato) del testo di George.
I libri della Bibbia: Genesi, Einaudi 2000
Tolta la farneticante introduzione di Steven Rose, il tomo si distingue per la deliziosa appendice storico-critica di Agnese Cini Tassinario. Qui si evidenzia la stretta parentela tra la Bibbia, l'Atramkhasis, l'Enuma Elish ed ovviamente il Gilgamesh (soprattutto pp. 136-139).
Gwendolyn Leick, Città perdute della Mesopotamia, Newton & Compton editori 2002
L'esotico titolo italiano mette fuori strada. Non si parla di misteri o fanta-archeologia, bensì dello sviluppo urbano in Mesopotamia dai Sumeri ai (neo)Babilonesi. Ugualmente, la selezione delle città tradisce la visione mesopotamocentrica dell'autrice. Una concezione, tipicamente anglosassone, superata da decenni con la scoperta di antichissime capitali in Siria, Anatolia, Iran, area Egea (come le città del VII millennio a.C. in Tessaglia). Per un'analisi meno distorta rimando alla collana, edita da Laterza, sulla storia della città.
Stefano de Martino, Gli ittiti, Carocci Editore 2003
Inutile ricordare che Gilgamesh è protagonista anche della mitologia ittita (alcuni esempi in Geo 1999 e Pet 1992). Ma chi diavolo erano gli ittiti? Se intendete scoprirlo by-passate libri delle rupi e orientatevi altrove. La povertà iconografica è una costante di questo libretto ma la serietà filologica assolve l'autore.
Paolo Matthiae, Scoperte di archeologia orientale, Laterza 1986
Prosecuzione ideale di Cer 1995 ma con un piglio più scientifico. Avvincente la critica fenomenologica dell'archeologia biblica. Altrettanto splendidi gli argomenti, fra i quali ricordo le colonie sumeriche del lago Assad; l'identificazione di Anshan; l'enigma di Avaris; la cultura Peleset (filistei); gli archivi reali di Ebla.
Paolo Matthiae, Ebla. Un impero ritrovato, Einaudi (1977) ediz. 1995
Trovate una mia estesa recensione nella sezione dedicata ai books. Da segnalare l'identificazione del toponimo Ebla con la Foresta dei Cedri (pp. 60-61).
Paolo Matthiae, La storia dell'arte dell'Oriente Antico, Electa 2000
Velleitaria opera che merita almeno la consultazione. Non l'acquisto a causa del prezzo inverosimile (quasi 100 euro a volume) e delle molteplici "virtù": 1) stile farragginoso agli antipodi di Argan (in cui Matthiae indulge più del solito); 2) imbarazzante qualità di molte illustrazioni; 3) figure non numerate e conseguente mancanza nel testo di riferimenti alle fotografie; 4) mancanza delle fonti iconografiche; 5) mancanza di indice analitico; 5) mancanza di glossario dei termini tecnici...
Henrietta McCall, Miti mesopotamici, ed. Mondadori 1995
Piccola e carina antologia redatta da una curatrice della sezione archeologica del British Museum. Molta cura nella parte iconografica ma frettolosità nella scelte ed ahimè mancante di indice analitico.
Certe approssimazioni sono tollerabili in simili edizioni per non specialisti. Ma non datele retta quando traduce "foresta dei pini" al posto di "foresta dei cedri"!
Naturalmente, per completezza, dovete procurarvi, nella stessa collana, Miti greci di Lucilla Burn. Scoprirete così che la scala del cielo non è appannaggio di Nergal o Namtar ma è percorsa da una folla di greci: Teseo, Piritoo, Eracle, Orfeo, Ulisse, Alcesti, Persefone, Elena...
Gilles Munier, Iraq, Diecimila anni in Mesopotamia, Il leone verde 2003
Michael Roaf, Atlante della Mesopotamia e dell'antico Vicino Oriente, Istituto Geografico De Agostini 1992
Giovanni Pettinato, Babilonia, centro dell'universo, Rusconi Libri 1988
Buon saggio di Pettinato che ricostruisce l'immagine storica di Babilonia da dati archeologici ed epigrafici. Per comprendere una buona volta come la cultura assiro-babilonese sia in realtà 1% assira e 99% babilonese.
Notevole il florilegio di testi integrali dell'epoca neobabilonese che si trova in appendice. Fra essi si distinguono l'editto di Nabucodonosor per il restauro dell'etemenanki (torre di Babele) e l'Enuma Anu Enlil (serie di presagi da osservazioni astronomiche).
Giovanni Pettinato, La saga di Gilgamesh, Rusconi Libri 1992
Testo leggendario ma ormai fuori catalogo. Nella mia nota bibliografica sono proposte alternative di recente pubblicazione. Pur non essendo aggiornatissimo, rimane la più completa antologia su Gilgamesh mai pubblicata al mondo (come conferma Geo 1999, p. 142). Un'occhiata alla bellissima introduzione, alla ricchissima bibliografia e alle versioni extrababilonesi (epopee ittita, hurrita, elamita) vi convincerà.
Se trovate l'occasione, non perdetevi gli incontri pubblici di Pettinato (presentazione libri, seminari, ecc.). C'è solo da imparare.
Giovanni Pettinato, La scrittura celeste, Mondadori 1998
Lo studio dell'astrologia babilonese - della quale sommi testi sono l'Enuma Anu Enlil e il Mul.Apin - è diventata sempre più importante nella comprensione della storia e della cultura mesopotamica. Per esempio, la barbara pratica del sostituto regale in Assiria (vedi anche Bot 1991) trae origine da presagi astrali ritenuti infausti per il sovrano.
In questo lavoro troviamo un Pettinato ipertrofico ma completo come sempre (testi, citazioni, appendici, bibliografia, note, indici a non finire). Da segnalare l'ottima (finalmente!) sezione fotografica e il curioso il frizzo a Bottero (Introduzione, p. 11) col quale si riconcilia analizzando, guarda un po', la pratica del sostituto regale (cap. XI).
Di più facile lettura (anche per le divagazioni alla Martin Mystere nel capitolo che collega i culti di Harran a Sandro Botticelli o il culto di Ishtar ai Templari) è il divertente Cielo di Babilonia, Michael Baigent, Marco Tropea Editore (2003).
Giovanni Pettinato, Angeli e demoni a Babilonia, Mondadori 2001
Forse il lavoro meno riuscito di Pettinato. Un'operazione commerciale (le prime 100 pagine sono riciclate da lavori precedenti) che delude le aspettative come, per esempio, nella sezione su Lamashtu e Pazuzu. Avrei suggerito un saggio in forma di dizionario: A... ASAKKU, G... GALLU, ecc. (Jeremy Black ne sa qualcosa).
Simonetta Ponchia, La palma e il tamarisco (e altri dialoghi mesopotamici), Marsilio Editori 1996
Analisi del dialogo mesopotamico nelle sue varianti (mito eziologico, disputa amorosa, ecc.). Un delizioso libriccino contenente, fra gli altri, una versione aggiornata del dialogo del pessimismo (cfr. Bot 1991), il poemetto del giusto sofferente (intitolato Teodicea Babilonese) e la tenzone Palma vs. Tamarisco. Quest'ultimo mito dialogico è indispensabile per capire il mito di Ishtar e Shukaletuda, precursore - con varianti! - della vicenda di Ishtar e Ishullanu della tav. VI.
Simonetta Ponchia, Gilgamesh: il primo eroe, antiche storie della Mesopotamia, Nuove edizioni Romane, ottobre 2000
Trovate una mia estesa recensione a quest'antologia nella sezione dedicata ai books. Da segnalare una bellissima versione del mito di Enmerkar contro Ensukeshdanna e il poemetto Gilgamesh e Hubaba, versione più antica (e più bella!) delle avventure nella Foresta dei cedri (tavole IV-V dell'epopea ninivita).
B. Proto, Alle fonti della storia vol. I, Mursia ed. 1986
(a cura di) N. K. Sandars, L'Epopea di Gilgamesh ed. Adelphi 1994
Testo molto noto ma ultradatato (l'edizione originale è del 1972). Un gioco accademico dalle dubbie finalità ma piacevolissimo alla lettura. Mediocre la traduzione italiana quindi, se la trovate, gustatevi l'edizione originale (Penguin Classics).
L'autore è in realtà un'autrice (Nancy) ma nei paesi anglosassoni vige la credenza sessista che le donne possano vendere libri solo nascondendo il nome sotto iniziali posticce.
Claudio Saporetti, Come sognavano gli antichi, Rusconi 1996
Il migliore lavoro di Saporetti (Sap 2001 non ha lo stesso smalto). Tra i numerosissimi esempi analizzati troviamo tutti i sogni del Gilgamesh (i sogni premonitori a Uruk, i cinque sogni nel viaggio alla Foresta dei Cedri, il sogno del consiglio degli Anunnaki, il sogno della Casa della polvere, i sogni di Utnapishtim, il sogno della morte di Gilgamesh) con utili raffronti tra canone e versioni paleo- e medio-babilonesi.
Notevoli gli esempi tratti dalle letterature ittita, ugaritica, egizia, greca e biblica. Eccellente e completa la seconda parte del volume, interamente dedicata al Libro dei Sogni assiro.
Claudio Saporetti, Il Ghilgames, Simonelli Editore 2001
Per quanto ne so trattasi della più recente traduzione italiana integrale dell'epopea di Gilgamesh. Se lo ordinate in libreria state molto attenti al titolo (GHI e non GI). Il lavoro mi lascia perplesso per molti motivi. La rilegatura è atroce e non dura una settimana. Non c'è un'immagine o illustrazione a pagarla, a parte l'immodesto faccione dell'autore in quarta di copertina. Ma le note più dolenti sono nel contenuto.
L'autore ha voluto darci una versione arcaica (a suo dire più autentica) del testo rinunciando all'originale divisione in versi e quindi alla loro numerazione. Una decisione 1) contraddittoria (l'epopea è un poema, non un romanzo), 2) mortificante (si confronti la divisione in quartine che si trova in Geo 1999), 3) osteggiante lo studioso (si nega al lettore meno paziente la possibilità di raffronto con altre traduzioni, confronto possibile grazie alla numerazione dei versi).
Veniamo alle note positive. L'approccio del libro non è per profani ma se avete perso un po' di tempo leggendo le mie pagine dedicate a Gilgamesh potete affrontare la lettura senza difficoltà, anzi con godimento. Per esempio, la premessa è una meraviglia per l'acuta lettura psicologica dell'uomo Gilgamesh ("il Ghilgameš" del titolo perfettissimo). In solo una pagina Saporetti è stato in grado di cogliere i lati più nascosti di Gilgamesh, a differenza, per esempio, di un George che spende più di cinquanta pagine in perifrasi.
George Smith, The CHALDEAN ACCOUNT of GENESIS, containing the description of the creation, the deluge, the tower of Babel, the destruction of Sodom, the times of patriarchs, and Nimrod; Babylonian fables, and legends of the gods; from the cuneiform inscriptions
Ed. 1876 Scribner, Armstrong & CO, New York
Imperdibile edizione originale pubblicata in America quattro anni dopo la scoperta della tavoletta del diluvio. Non affannatevi: è liberamente consultabile su Internet nella Cornell Digital Library Collection. Fedele alla prima edizione inglese (1875), è certamente alternativa migliore all'irreperibile edizione tedesca (George Smith, Chaldäische Genesis, Lipsia 1876) citata da Giovanni Pettinato.
Attenzione! Nel testo non troverete mai il nome "Gilgamesh". Infatti il pioniere Smith utilizzò una pronuncia sillabica provvisoria: Gilgamesh fu letto come Izdubar, Enkidu come Heabani, Utnapishtim come Hasisadra.
Ecco alcuni testi per i lettori desiderosi di ampliare i propri orizzonti mettendo a frutto la conoscenza della letteratura mesopotamica. Qui viene la parte divertente!
Il romanzo di Alessandro, Einaudi 1991 (Altra versione)
Mix ellenistico/tardo-latino delle leggende di Alessandro Magno a cura di Monica Centanni (ottima la sua, non semplice, introduzione). La tangente di Etana e Gilgamesh parte proprio da qui. Destinazioni: Persia, Arabia, Armenia, Bisanzio...
Giulio Busi, Simboli del pensiero ebraico, Einaudi 1999
Splendido tomone dove Gilgamesh & CO. sono ripetutamente tirati in ballo. Vedi per esempio le voci eden (-> la steppa dove vive Enkidu o il giardino di lapislazzuli di Shamash) o tevah (-> l'arca di Utnapishtim). Ma vedi soprattutto afar (-> Casa della polvere) con cui Semerano (p. 60, Sem 2001) riformulerà l'apeiron di Anassimandro.
Roberta Padovano, Dove sorge l'arcobaleno, Edizioni Il dito e la luna 2002.
Il motivo della coppia Gilgamesh-Enkidu colpisce spesso gli esegeti dell'omosessualità nel mondo classico. A loro consiglio questo grandioso saggio di Roberta Padovano. L'approfondimento è serio ed esauriente (da Gilgamesh alla psicoanalisi, dall'India alla Cina, dall'islam al Sudamerica...). Al di là del capitolo su Gilgamesh (che non commento per evitare conflitti di interesse, vedi la nota 5 a pagina 15!) trovo interessantissime le esplorazioni del Libro dei Morti e del Corano.
Sylvia Brinton Perera, La grande Dea, ed. Red Como 1987
La prima parte del volume contiene i miti più belli di Inanna (nella versione di Kramer): il proemio di Enkidu agli Inferi, viaggio di Inanna a Eridu, il corteggiamento di Dumuzi e la discesa agli Inferi. Nella seconda parte i miti sono rivisitati in chiave junghiana sulla base dell'esperienza dell'autrice con donne in terapia. Memorabile la lettura di Inanna (discesa in terapia), Gugalanna (animus junghiano), Ereshkigal (doppio incestuoso e femminile represso), Galatur e Kurgarra (terapisti empatici asessuati) e Geshtinanna (ascesa dalla terapia). Le "approssimazioni" a fini dimostrativi (es. Ninlil = Ereshkigal, Enki patrono dei terapisti) non invalidano il corpus di questa bellissima e imperdibile analisi.
Giorgio de Santillana/Hertha von Dechend, Il mulino di Amleto, Saggio sul mito e sulla struttura del tempo, Adelphi ed. 1984 (o 2003)
La chiave di lettura di questa biblioteca di Balele del mito può trovare anche dissenzienti:
«Tutte le avventure di Gilgamesh, per terrestre che sia la loro descrizione, non hanno affatto un corrispettivo terrestre: sono invece concepite da cima a fondo in termini astronomici» (p. 381, ed. 1984)
Sarà un caso che giusto questa frase sia stata espunta dall'edizione 2003? Al di là di certi imperdonabili omissis della nuova edizione, è un saggio da leggere e rileggere in qualsiasi forma.
Giovanni Semerano, L'infinito: un equivoco millenario, Bruno Mondadori ed. 2001
Amate le sfide? Confrontatevi con questo tosto testo che rivoluziona gli studi delle origini del pensiero greco. Semerano, beffardo sacerdote dell'etimologia, polverizza l'accademica separazione tra semitico e indoeuropeo. Il tutto, facendo volteggiare tra mani da giocoliere l'essente di Heidegger, il grande Pan di Penelope, gli immortali mortali di Eraclito, la dracena marina Tiamat dell'Enuma Elish.
Semerano subisce una singolare fascinazione per il leggendario re di Uruk: incontriamo Gilgamesh sovente dalla prima all'ultima pagina del libro. L'autore leviga un poco il mito ad uso dimostrativo (la pianta dell'irrequietezza è trasformata in pianta dell'immortalità) ma la sua arte è davvero la scapola di Pelope.
Imperdibile il capitolo su Eraclito. Una giostra filosofica mozzafiato un po' fine a se stessa - uno sfoggio di erudizione, direi... - ma ristoratrice per l'intelligenza.
Giovanni Semerano, Il popolo che sconfisse la morte, Bruno Mondadori 2003
Che incanto! Come dire... l'infinito parte seconda
I siti dedicati all'Epopea di Gilgamesh sono molti - soprattutto in lingua straniera - ma quelli utili davvero pochi. Spesso questi siti sono superficiali, privi di bibliografia, si perdono in sciocchezze (ufo, misteri) o vanno subito fuori tema (ebraismo, ecc.).
digilander.libero.it/porzy/gil/gil.htm
(in italiano) Segnalato da Virgilio-Enciclopedia come il più completo sito italiano sull'argomento.
www-etcsl.orient.ox.ac.uk/index.htm
(in inglese ma imperdibile) The Electronic Text Corpus of Sumerian Literature (ETCSL). Ottimo sito agibile anche da semplici appassionati (come il sottoscritto che lo consulta spessissimo).
Cliccando su Catalogues/In full avrete accesso al menu per argomenti (composizioni religiose, codici delle leggi, esercizi scribali, ecc.). Cliccando su Narrative and mythological compositions troverete non solo tutti i poemetti sumerici di Gilgamesh ma anche le trascrizioni complete di documenti pseudo-storici che accennano imprese del sovrano Gilgamesh. Tra questi la Lista reale sumerica (Sumerian King List, vv. 95-133) e la Storia di Tummal (The history of the Tummal, vv. 12-16). Date pure un'occhiata agli interessantissimi cataloghi dalla biblioteca di Nippur (Nibru) per i bellissimi incipit in sumerico! Nella Consolidated Bibliography noterete che Pettinato è spesso citato.
The Epic of Gilgamish (the Pennsylvania Tablet)
(in inglese) Dopo il ritrovamento, avvenuto nel 1914, della celebre tavoletta di Pennsylvania, Stephen Langdon pubblicò tre anni dopo uno splendido studio del frammento del poema paleobabilonese. L'intero lavoro originale (text-pdf) e le immagini del reperto (plates) sono ora interamente scaricabili dal database www.etana.org/coretexts.shtml.
www.louvre.fr
(in francese/inglese) Sito del museo del Louvre. La sezione Salles des Antiquités Orientales riporta molte foto delle scoperte di Botta, tra cui il bassorilievo da Khorsabad di Gilgamesh (Héros étouffant un petit lion), gli splendidi tori assiri (Taureau ailé assyrien), la dea Ishtar (la grande déesse babylonienne).
www.thebritishmuseum.ac.uk
(in inglese) Sito del British Museum. La ricerca per parole chiave consente di accedere direttamente a magnifiche foto che riproducono documenti eccezionali: la tavoletta dell'Atramkhasis (Cuneiform tablet with the Atrahasis Epic); la tavoletta del diluvio (Flood tablet); la tavoletta dall'Enuma Elish (Epic of Creation); la tavoletta con la discesa agli Inferi di Ishtar (Ishtar's descent...); la maschera del guardiano della foresta dei cedri Khubaba (Clay mask of the demon Huwawa).
www.lyrik.ch/lyrik/spuren1/gilgame/gilgam01.htm
(in tedesco) Gilgamesch-Epos. Uno dei pochissimi siti sull'Epopea veramente ben fatti. Contiene il testo ordinato di tutte le dodici tavole, una sezione dedicata alle divinità (Babylonische Götterwelt), un utilissimo regesto (Namen und Erläuterungen) e altro ancora.
Sulla mitologia greca vedi, di Homolaicus:
Glossario
Analisi di alcuni miti
Sulla storia dell'ebraismo
Libri in vendita: