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Altri Modelli |
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Capri Scala 1: 21.000 cm 42 x 30 Scala 1: 15.000 cm 48 x 33
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Egadi - Erice Scala 1: 67.000 cm 110x40
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E L B A Scala 1: 56.000 cm 70 x 42
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I S C H I A Scala 1: 20.500 cm 57 x 47
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Palermo
Scala 1: 25.000 cm 150x89 Scala 1: 41.500 cm 87x62
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Panarea
Scala 1: 10.500 cm 42x32
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Pantelleria
Scala 1: 20.000 cm 85 x 59 Scala 1: 33.000 cm 52 x 36
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Salina Scala 1: 12.500 cm 67 x 58 Scala 1: 15.200 cm 49 x 42
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Ustica Scala 1: 8.500 cm 67 x 48 Scala 1: 12.000 cm 52 x 36
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Caverna Sub cm 50x50x50 Pesa 1.5 Kg
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Se sul piano archeologico, quindi, la situazione appare ancora evanescente, su
quello storico è ovviamente ipotizzabile che Pantelleria non potà© non trovarsi
al centro delle rotte della prima colonizzazione fenicia del Mediterraneo centrale
e, prima ancora, di quelle commerciali cipriote e siro-palestinesi che si svilupparono
tra Sardegna, Spagna ed Oriente mediterraneo sul finire del II millennio a.C. per
la ricerca e l’approvviggionamento dei metalli. Tuttavia la prima fonte attestata,
quella del Periplo dello pseudo Skylax, databile alla metà del IV sec.a.C, oltre
a fornirci i tempi di percorrenza per raggiungere l'isola dalle terre circostanti,
ci conferma la successiva presenza cartaginese, confermandoci l'importanza strategico-commerciale
dell'isola nell'ambito delle ormai consolidate rotte marittime centro-mediterranee
di epoca classica, poichà©, assolse ai due compiti di caposaldo militare e base
di commerci per i Cartaginesi. Ma le caratteristiche dell’isola e, soprattutto,
la sua cospicua superficie, ne fecero anche un’occasione di colonizzazione. In
breve è logico supporre che Pantelleria, nel momento dell’apogeo militare e commerciale
di Cartagine, divenne una sorta di “periferia†della metropoli nord-africana
che non soltanto assolveva ai compiti di base commerciale e militare, ma anche a
quelli di luogo di produzione e mercato.
Il ruolo strategico importante dell’isola in quel periodo lo si evince dal fatto
che spesso la troviamo citata quale preda ora dei Romani ora nuovamente dei Cartaginesi.
La sua posizione centrale sia geografica che politica ne determina il ruolo preminente
nello scacchiere mediterraneo. E’ nella seconda metà del III secolo a.C. quando
il conflitto tra Roma e Cartagine si fa più acuto, soprattutto sul mare, che la
troviamo al centro delle vicende politiche e militari più rilevanti del Mediterraneo.
Nel 256 a.C., i consoli Marco Atilio Regolo e Lucio Manlio Vulsone al comando di
una flotta di 330 navi si dirigono verso l'Africa, dopo aver imbarcato a Eknomon
(Licata) un esercito di 40000 uomini. Essi si scontrarono con la flotta Cartaginese
di 350 navi. I Cartaginesi hanno la peggio e i Romani possono sbarcare sulla punta
di Capo Bon, a Clupea. Regolo rimane in Africa con 15000 uomini, mentre Vulsone
porta indietro la flotta. Invece di concludere la pace, Regolo continua la battaglia
senza attendere rinforzi, e gli elefanti insieme con la cavalleria numida decidono
la rivalsa cartaginese. Marco Atilio Regolo è fatto prigioniero e solo 2000 dei
suoi uomini riescono a rifugiarsi nella base di Clupea. Nel 254 a.C. consoli romani
Servio Fulvio Nobiliore e Marco Emilio Paolo preparano una spedizione di soccorso.
Occupano Cossyra e recuperano i resti dell'esercito di Regolo, ma al ritorno la
loro flotta è distrutta da una tempesta (al largo di Camarina). I fasti trionfali
romani celebrano la vittoria dei succitati consoli " ..de cossurensibus et Phoenis
navalem egit..". Ma il dominio romano sull’isola durò ben poco dato che nel 217
"..Gneo Servilio Gemino salpò alla volta dell'isola di Cercina...sulla via del ritorno
si impadronì dell'isola di Cossira e, introdotta una guarnigione nella cittadina
di nuovo approdò a Lilibeo (Polibio, Storie, III, 96). Da quel momento Pantelleria
passò definitivamente sotto il dominio romano intraprendendo quello che può essere
considerato il periodo più felice della sua esistenza anche grazie alla stabilità
politico-militare che si determina soprattutto nei primi secoli di quel dominio.
Ne è una testimonianza la notevole diffusione e ricchezza dell’insediamento nella
varie contrade dell’isola. Forse in quel periodo Pantelleria vide crescere una
sua flotta commerciale grazie all’esistenza sull’isola di una intraprendente
schiera di commercianti-armatori che trassero grande vantaggio dalla posizione intermedia
tra la Sicilia e l’Africa. Non possiamo spiegare altrimenti il rigoglioso fiorire
di dimore rustiche ben adornate da mosaici e decorazioni scultoree che iniziano
a comparire in seguito alle ultime ricerche sia sull’acropoli di San Marco che
in altre contrade dell’isola. Così come soltanto grazie all’ipotesi di un forte
sviluppo economico è spiegabile la colonizzazione rurale delle contrade più meridionali
dell’isola come Monastero e Ghirlanda.
Tale periodo di floridezza dovette durare fino alla fine dell’impero romano. In
seguito le turbolenze che iniziarono ad offuscare il Mediterraneo non dovettero
risparmiare Pantelleria che dovette essere coinvolta dalle invasioni vandaliche
e dall’occupazione bizantina vivendo in quel periodo il suo periodo di massimo
declino almeno a giudicare dalla rarefazione dell’occupazione antropica.
25.12.2016