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Enkidu era sdraiato accanto a lei,
(mentre) facevano l'amore;
e così Enkidu dimenticò il luogo dov'era nato.
Per sei giorni e sette notti Enkidu giacque |
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con Shamkat e la possedette.
La prostituta allora a lui
parlò, a Enkidu:
"Enkidu, tu sei divenuto buono, sei diventato simile a un dio.
Perché vuoi scorrazzare ancora nella steppa con le bestie selvagge? |
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Vieni! Lasciati condurre ad Uruk, all'ovile,
alla pura Casa, l'abitazione di An ed Ishtar,
dove Gilgamesh primeggia in forza:
e, simile a un toro selvaggio, è più potente di ogni
essere umano:
[ ]" |
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Prese consiglio con se stesso [ ];
con grande convinzione accolse le sue parole;
egli sarebbe andato alla ricerca di un amico, di uno che
lo potesse capire.
Il consiglio di Shamkat penetrò nel suo cuore.
Essa si tolse una veste e lo ricoprì, |
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con una seconda veste ella si ricoprì.
Ella lo prende per mano e lo guida come fanno gli dei.
Alla capanna dei pastori,
il posto dove c'era l'ovile,
i pastori si accalcano
attorno a lui.
Essi discutevano fra di loro dicendo: |
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"Il giovane ha fattezze simili a quelle di Gilgamesh
la sua forma è eccelsa, la sua struttura è forte.
Non è forse Enkidu, colui che è nato dalla montagna?
Come il firmamento di An la sua forza è incontrastata".
Pane posero davanti a lui, |
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liquore posero davanti a lui,
ma Enkidu non mangiò il pane, egli aguzzò gli occhi
e guardò attentamente,
Enkidu non sapeva mangiare pane,
bere liquori egli non sapeva.
La prostituta aprì la sua bocca e parlò a Enkidu: |
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"Mangia il pane, o Enkidu! Esso è adatto alla divinità
Bevi il liquore, esso è adatto alla regalità".
Enkidu mangiò il pane finché non fu sazio. |
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Lacuna di 6 righe (dopo avere mangiato
e bevuto Enkidu si sente allegro; si lava e si veste diventando
simile a un uomo e a uno sposo. Egli decide quindi di venire in
aiuto dei pastori nel tenere lontani dal gregge gli animali selvaggi). |
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Egli prese in trappola i lupi, catturò i leoni,
sicché i grandi bovari poterono dormire in pace:
egli, Enkidu, era il loro guardiano: "Uomo vigoroso,
prode unico, tu meriti di stare in casa!". |
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Lacuna di 23 righe
Shamkhat ed Enkidu si imbattono in un giovane uomo di Uruk, che
racconta le leggi vigenti in città soprattutto in materia matrimoniale,
per cui a Gilgamesh compete lo ius primae noctis. Una ricostruzione
del passo sulla base del poema paleobabilonese
(tavoletta di Pennsylvania) e dell'epopea ittita
ci è offerta in Sap 2001,
p. 52:
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Il giovane
uomo aprì la bocca, parlò e disse a Enkidu
"Mi hanno chiamato alla casa dello sposalizio.
Spetta al popolo scegliere la sposa.
Riempirò piatti deliziosi per la tavola del rito
nella casa del suocero.
Per Gilgamesh re di Uruk-l'ovile
è aperto il passaggio del popolo [l'uscio di casa]
Quando uno prende moglie
è destino che Gilgamesh la possieda.
Lui prima, poi il marito.
Così è stabilito per decisione divina".
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Inutile dire che questa notizia manda Enkidu su tutte le furie.
Enkidu con Shamkhat si precipita a Uruk ad affrontare Gilgamesh
in procinto di varcare "l'uscio del popolo".
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Egli stava là, in mezzo alla strada di Uruk, l'ovile, |
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sfoggiando la sua forza
egli sbarrava la via a Gilgamesh;
mentre ad Uruk la gente
accorreva da lui;
i cittadini di Uruk si assembrarono attorno a lui;
gli uomini si ammassarono presso di lui; |
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gli uomini si accalcarono attorno a lui.
Essi baciarono i suoi piedi come bambini.
Subito dopo il giovane, le cui forme sono perfette,
- quando per Ishkhara
un letto per la notte fu approntato
per Gilgamesh, un rivale simile a un dio fu posto -, |
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Enkidu bloccava con il suo piede l'accesso alla
porta
della casa del padre della sposa;
egli non permetteva a Gilgamesh di entrare:
essi allora si affrontarono davanti alla porta della casa
del padre della sposa;
si rotolarono nella strada, il Paese tutto fu scosso.
Gli stipiti si frantumarono, le mura tremarono. |
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Lacuna di 37 righe
(la furibonda lotta tra i due eroi si conclude con la vittoria di
Enkidu che però riconosce la superiorità di Gilgamesh: ne nasce
una grande amicizia. Gilgamesh decide di far adottare Enkidu da
sua madre Ninsun). |
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"Egli è potente nella montagna, egli possiede la
forza.
La sua forza è così grande come il firmamento di An. |
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La saggia madre di Gilgamesh che conosce ogni cosa
comprese;
così parlò a suo figlio;
La saggia Rimat-Ninsun
che conosce ogni cosa,
comprese; così parlò a Gilgamesh:
"Figlio mio [ ]
amaramente [ ] |
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[ ]"
Egli prese [ ]
egli lo condusse alla sua porta [ ]
egli (= Gilgamesh) piangeva amaramente:
"Enkidu non ha né padre né madre, |
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i suoi capelli cadono sciolti,
egli è nato nella steppa e chi può batterlo?".
Enkidu stava con lui, ascoltava ciò che egli diceva,
fu preso da paura e si sedette per terra.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, |
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le sue braccia si abbassarono, la sua forza diminuì;
allora essi si abbracciarono l'un l'altro e si strinsero le mani
[ ] |
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Lacuna di 31 righe (Gilgamesh per rincuorare
l'amico gli propone di recarsi nella Foresta dei Cedri per uccidere
il mostro Khubaba; Enkidu però lo mette in guardia dai pericoli
di una tale impresa). |
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"Per proteggere la
Foresta dei Cedri, |
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per incutere timore agli uomini, lo ha destinato
Enlil.
Khubaba, il cui grido è il diluvio,
il cui soffio è fuoco, il cui respiro è morte,
può udire a una distanza di sessanta leghe attraverso
gli alberi della
Foresta:
chi può dunque addentrarsi nella sua
Foresta? |
185 |
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Per proteggere la
Foresta dei Cedri,
per incutere timore agli uomini, lo ha destinato
Enlil.
e una spossatezza fisica si impadronisce di chi osa penetrare
nella sua Foresta"
Gilgamesh parlò a lui, ad Enkidu,
al suo amico rivolse la parola: |
190 |
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"Amico mio! Chi dei mortali può salire al cielo?" |
195 |
Lacuna di 19 righe (Gilgamesh
fornisce la motivazione che lo spinge a recarsi nella foresta dei
cedri: il desiderio cioè di acquisire quella fama che lo renderà
immortale. In Sap 2001, p. 55,
il discorso di Gilgamesh, integrato da recenti ritrovamenti, così
prosegue: |
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Perché, amico mio, ti lamenti miserevolmente,
la tua bocca è abbandonata e ti lasci andare?
L'umanità conta i suoi giorni
e qualunque cosa faccia è vento!
Vieni, amico mio! [...]
alle fornaci, davanti a noi si ammucchino le asce!
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La fama di gloria è sottolineata dal poema paleobabilonese
(tavoletta di Yale) che, in questo passo, recita
(Sap 2001, p. 66):
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Io taglierò i cedri e mi farò un nome eterno!
Se io cadrò, (almeno) mi sarò fatto un nome.
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Le argomentazioni sembrano convincenti, tanto che, quando
il testo riprende, gli artigiani sono già all'opera).
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Gli
artigiani
sedettero e rifletterono sul da farsi;
Essi forgiarono una grande ascia bipenne,
un'ascia-pashu dal peso di un talento di bronzo forgiarono,
le loro spade ciascuna dal peso di un talento forgiarono,
le loro guaine pesano ciascuna un talento. |
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hepi eshshu (=rottura recente) |
220 |
Quest'ultimo verso è stato aggiunto
dallo stesso scriba assiro che diligentemente ricopiava il testo,
evidentemente rotto! |
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"Ascoltatemi,
giovani uomini
che avete combattuto con me
per cinque anni! (disse Gilgamesh)
Giovani uomini
di Uruk che conoscete il vostro capo!
Io sono inflessibile: prenderò la via per il paese lontano
dove vive Khubaba.
Voglio ingaggiare una lotta dall'esito incerto, voglio percorrere
una via sconosciuta. |
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Datemi la vostra benedizione poiché ho deciso
di intraprendere questa impresa,
sicché io possa in futuro nuovamente entrare attraverso
la grande porta di Uruk,
e nuovamente celebrare la festa del Nuovo Anno in anni a
venire,
e prendere parte alla festa del Nuovo anno in anni futuri.
Sia celebrata la festa del Nuovo Anno, che la gioia vi regni, |
225 |
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possano le grida-illuru circondarvi".
Enkidu si rivolse allora agli
anziani per
avere consiglio:
"I giovani uomini di Uruk sono d'accordo con Gilgamesh,
ditegli di non andare alla
Foresta dei Cedri,
quel viaggio non deve essere intrapreso! Un uomo non
può sopravvivere! |
230 |
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Il guardiano della
Foresta dei Cedri
è Khubaba
il selvaggio.
Chi può affrontarlo al di fuori degli
Igigi?
Per proteggere la
Foresta dei Cedri,
per incutere timore agli uomini, lo ha destinato
Enlil.
Khubaba, il cui grido è il diluvio, |
235 |
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il cui soffio è fuoco, il cui respiro è morte,
può udire a una distanza di sessanta leghe attraverso
gli alberi della
Foresta:
chi può dunque addentrarsi nella sua
Foresta?".
I grandi consiglieri
di Uruk si alzarono
ed espressero la loro opinione a Gilgamesh: |
240 |
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"Tu sei ancora giovane, Gilgamesh, il tuo cuore
è impetuoso,
non sai quello a cui tu vai incontro, sei ancora imberbe!
Khubaba, il cui grido è il diluvio,
il cui soffio è fuoco, il cui respiro è morte,
può udire a una distanza di sessanta leghe attraverso
gli alberi della
Foresta: |
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chi può dunque addentrarsi nella sua
Foresta?
Khubaba, il cui grido è il diluvio,
chi può affrontarlo al di fuori degli
Igigi?
Per proteggere la
Foresta dei Cedri,
e incutere timore
all'umanità, lo ha destinato
Enlil". |
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Gilgamesh udì il discorso dei
grandi consiglieri; |
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egli guardò e rise rivolgendosi al suo amico: |
255 |
Lacuna di 33 righe (l'eroe non si abbatte per
il giudizio negativo degli anziani e decide di chiedere l'oracolo
del dio Sole. Questi, seppur malvolentieri, garantisce il suo appoggio
per cui anche gli anziani augurano successo al loro re). |
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