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Tutto quanto ho ricercato sulla salute è servito saperlo a me.
Se qualcuno legge le informazioni qui raccolte e ne trova utili, si rivolga prima al proprio medico per averne conferma.
È comunque un
viaggio affascinante che ho intrapreso sul
funzionamento del corpo umano.
E quando negli ultimi tempi per un'operazione subita ho potuto
constatare come siano deperibili i tessuti e la
carne del corpo, sono ancora più meravigliato di
come pensieri, emozioni e desideri vi possano
risiedere, espandersi e gestire una vita.
Invidio poeti,
asceti, scienziati ... che nonostante il proprio
corpo sono riusciti a elevarsi e creare in se
stessi un corpo mistico, incorruttibile e più
potente.
Cordiali saluti.
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B- ALIMENTI
La parola "dieta"
deriva dal greco "daita" e significa "regime di vita". Pertanto
non va intesa nel senso restrittivo e negativo ormai troppo
comunemente attribuitole, ma come un costume che accompagna
l'uomo per tutta la sua vita e che, se equilibrato e corretto,
può essere fondamentale nel promuovere lo stato di buona
salute.
E' ormai universalmente riconosciuta la correlazione tra salute
e alimentazione, nonché la possibilità di prevenire le patologie
degenerative attraverso una alimentazione equilibrata: questa
costituisce inoltre un valido aiuto per raggiungere e stabilizzare
un peso adeguato.
Le generazioni giovani, nate e cresciute nell'abbondanza e nell'era
del rapido sviluppo tecnologico ed economico, stanno perdendo
il reale contatto con l'atto ed il gusto di nutrirsi. L'incessante
campagna pubblicitaria di farmaci che permettono di dimagrire
quasi miracolosamente, le continue proposte di diete dell'ultimo
minuto, il proliferare dei fast-food, nonché la dilagante
abitudine di consumare il cibo in grande fretta e con indifferenza,
sono un insieme di fattori che stanno creando una grande
confusione in campo dietetico.
Le 10 Regole da seguire
- CONTROLLA IL PESO E MANTIENITI SEMPRE ATTIVO
- PIU' CEREALI, LEGUMI, ORTAGGI E FRUTTA
- GRASSI: SCEGLI LA QUALITA' E LIMITA LA QUANTITA'
- ZUCCHERI, DOLCI, BEVANDE ZUCCHERATE: NEI GIUSTI
LIMITI
- BEVI OGNI GIORNO ACQUA IN ABBONDANZA
- IL SALE? MEGLIO POCO
- BEVANDE ALCOLICHE: SE SI', SOLO IN QUANTITA'
CONTROLLATA
- VARIA SPESSO LE TUE SCELTE A TAVOLA
- CONSIGLI SPECIALI PER PERSONE SPECIALI
- LA SICUREZZA DEI CIBI DIPENDE ANCHE DA TE
Ba -Alimentazione equilibrata
La corretta alimentazione
è fondamentale per una buona qualità di vita e per invecchiare
bene. La salute, infatti, si conquista e si conserva soprattutto
a tavola, imparando sin da bambini le regole del mangiare
sano. Per alimentazione bilanciata o equilibrata si intende
un modo di alimentarsi corretto sia dal punto di vista quantitativo
che qualitativo. L'alimentazione equilibrata ha la finalità
di garantire un apporto adeguato di energia e di nutrienti,
prevenendo sia carenze che eccessi nutrizionali (entrambi
dannosi).
Per essere equilibrata l'alimentazione deve anche essere varia.
In questo modo, infatti, è più probabile che vengano assunti
nelle giuste quantità tutti i nutrienti di cui l'organismo
ha bisogno. Inoltre, sono minimizzate le conseguenze negative
derivanti dall'ingestione di sostanze potenzialmente nocive,
che possono essere presenti sin dall'origine oppure formarsi
in seguito ai processi di lavorazione, conservazione e cottura
dell'alimento.
Il "fabbisogno energetico" del nostro corpo corrisponde alle
"uscite" (che dipendono dalle attività che svolgiamo) e
alle entrate "entrate" (che dipendono dall'alimentazione):
è fondamentale conoscere il valore energetico di ciò che
mangiamo, per evitare di incorrere in cattive abitudini
alimentari.
Sulle confezioni dei cibi troviamo le tabelle con le percentuali
di grassi, proteine e carboidrati: in linea generale, carboidrati
e proteine producono circa 4 calorie per grammo mentre i
grassi quasi 9,5.
Una corretta alimentazione dovrebbe essere composta da
- il 10% di proteine
- il 30% di grassi
- il 60% di carboidrati
L'invito a ridurre
l'apporto lipidico deriva dall'osservazione che nei Paesi
occidentali il consumo abbondante di lipidi si accompagna
ad un'alta incidenza di malattie cardiovascolari.
Questa correlazione è valida soltanto se si consuma un eccesso
di grassi saturi. Al contrario, gli acidi grassi polinsaturi
omega-3 riducono i livelli dei trigliceridi nel sangue e
come tali sono dotati di un'azione antitrombotica. Inoltre,
gli acidi grassi monoinsaturi (come l'acido oleico presente
soprattutto nell'olio di oliva) abbassano i livelli di colesterolo-LDL,
senza intaccare quelli di colesterolo-HDL.
Bisogna inoltre tener presente che non tutti i carboidrati complessi
fanno bene. Per esempio, i cereali raffinati (pane bianco,
riso brillato) provocano aumenti più rapidi della glicemia
rispetto a quelli integrali (hanno cioè un più alto indice
glicemico). Inoltre, il processo di raffinazione depaupera
il prezioso carico di fibre, vitamine e sali minerali contenuto
nei cibi integrali.
Oggi sappiamo che è bene privilegiare il consumo di carni bianche
e di pesce, perché più poveri di grassi insaturi, più digeribili
e, per quanto riguarda le specialità ittiche, più ricche
di acidi grassi omega-tre. Per contro, bisogna limitare
il consumo di carni rosse, uova e latticini.
Infine la frutta secca dev'essere presente, seppure in quantità
limitata, nell'alimentazione quotidiana. Questi alimenti
sono infatti preziosi, perché ricchi di vitamina E e grassi
"buoni". Purtroppo la frutta secca è estremamente calorica
e va pertanto consumata con una certa moderazione (10-20
g al giorno).
Attività fisica giornaliera, corretta idratazione e controllo
del peso corporeo sono di estrema importanza. Alimentarsi
in questo modo riduce il rischio di malattie cardiovascolari.
L'esercizio fisico costante e il mantenimento del peso forma
consentono invece di ridurre l'incidenza di molti tipi di
tumore.
Alcune considerazioni:
Gli integratori
non sono necessari nello sport
Le bibite arricchite di sali minerali e vitamine per reintegrare
presunte perdite che si verificano con la sudorazione sono
usate non solo tra i grandi professionisti, ma ancor di
più tra gli "sportivi della domenica" e nelle palestre.
Ma servono davvero gli integratori? Uno sportivo allenato
e correttamente nutrito non ha bisogno, almeno per la prima
ora di attività, di integrazioni di zuccheri e sali: un'
alimentazione bene equilibrata fornisce a qualsiasi sportivo
tutti i sali minerali necessari e l' unica reintegrazione,
davvero necessaria per chiunque svolga un' attività fisica
capace di creare sudorazione, è quella dell' acqua! Infatti
un' aggiunta eccessiva di zucchero o di sali minerali all'
acqua provoca un rallentamento dello svuotamento gastrico
e quindi un ritardo nella reidratazione. Le bevande troppo
concentrate in zucchero o sali restano "sequestrate" a lungo
nello stomaco ritardando la discesa nei successivi tratti
intestinali, dove ha luogo l' effettivo assorbimento dei
principi alimentari.
Il rischio alimentare
non è uguale per tutti
Un'alimentazione errata si tramuta, per alcuni più che per altri,
in un fattore di rischio: uno stile alimentare errato può
accrescere la possibilità statistica che ognuno di noi ha
di contrarre infarto, diabete, gotta, calcolosi o molte
altre patologie, incluse diverse forme tumorali, facilitate,
se non del tutto originate, da fattori alimentari. Ma è
troppo ingenuo incolpare solo, dimenticando il contributo
del fumo, della sedentarietà, del sovrappeso, dell' ipertensione
arteriosa, della vita stressante e infine dei caratteri
ereditari. Una corretta alimentazione va associata ad un
corretto e sano stile di vita.
Lo zucchero non
provoca il diabete
Non è mai stato dimostrato che lo zucchero sia causa di malattia,
salvo per quanto riguarda una più frequente comparsa della
carie nei soggetti predisposti a causa dell' acidità salivare.
Contrariamente a quello che si pensa, lo zucchero non ha
nulla a che fare neppure con la comparsa del diabete. è
vero che, purtroppo, mangiando un cibo che piace si è portati
facilmente ad eccedere e quindi ad aumentare il totale delle
calorie ingerite. Sarà poi il sovraccarico metabolico (e
non lo zucchero) a causare l' obesità che, protratta per
anni, faciliterà nei soggetti geneticamente predisposti
e in età avanzata la comparsa del diabete di tipo 2, non
insulino-dipendente.
Carboidrati: non
è sempre utile abolire il pane
I carboidrati complessi dei cereali, dei legumi, dei tuberi,
rappresentano la benzina "pulita" e meno inquinante per
le esigenze energetiche delle cellule umane. Secondo le
regole della scienza dell' alimentazione i carboidrati devono
fornire almeno la metà delle calorie di cui ha bisogno l'
uomo, sedentario o sportivo che sia. è poi indifferente
che tale quota derivi dal pane, dalla pasta, dal riso o
dai legumi, dato che l' assorbimento dell' amido avviene
sempre sotto forma di glucosio. Non c'è giustificazione
perciò per abbandonare il consumo del pane, piuttosto occorre
equilibrarne le quantità con gli altri cibi amidacei (pasta,
riso, legumi) che si utilizzano nella giornata.
Proteine: non è necessario abolire la carne dall'
alimentazione (a meno che non si faccia
una scelta vegetariana)
Dal punto di vista della qualità dei nutrienti, la carne fornisce
un apporto di proteine particolarmente qualificato non solo
per la completezza e per il rapporto ottimale dei principali
amminoacidi, ma anche per la presenza di minerali come il
ferro e lo zinco o di bioregolatori come la carnitina o
di vitamine dell'importanza del complesso B. Quando la carne
non viene accompagnata nello stesso pasto da altri piatti
ricchi di grassi animali, può far parte di una corretta
ed equilibrata varietà alimentare.
Il gelato
non è sempre un peccato di gola
Il gelato non fa male e va considerato come un qualsiasi altro
alimento. La composizione dei gelati può essere molto diversa
ma si possono distinguere tre tipi di gelati: con crema
di latte, con grassi vegetali, alla frutta. I primi due
contengono latte e sono pressoché equivalenti, come valore
nutritivo; i gelati a base di frutta si ottengono utilizzando
acqua, zucchero e polpa di frutta, perciò hanno meno proteine
e grassi e hanno anche meno calorie totali. Nessun vantaggio
nutrizionale (se non il basso apporto calorico) può derivare
dai ghiaccioli alla frutta, privi di proteine e di grassi,
ma squilibrati per l' esclusiva presenza di zucchero e di
additivi aromatizzanti. La rapidità di assimilazione fa
del gelato l' alimento ideale per i pasti intermedi, non
soltanto per i ragazzi o per gli sportivi, ma anche per
quegli adulti che avendo imparato, per scelta o necessità,
a semplificare il pranzo, possono concedersi uno spuntino
pomeridiano. La moderna dietologia ha conferito al gelato
il ruolo di "nutriente", cioè di possibile scelta alimentare
indubbiamente lecita e gradevole, anche se per gli obesi
può trasformarsi in un peccato di gola.
Dieta e pasta: convivenza
possibile
Nessun alimento, come tale, fa ingrassare. L' obesità si instaura
soltanto quando il totale dell' energia introdotta con gli
alimenti supera il totale delle spese energetiche. La pasta
può rientrare, quindi, sia nelle diete ipocaloriche che
in quelle ipercaloriche: è solo questione di quantità e
di condimenti. Questo alimento può essere accusato, in teoria,
di non essere completo ed equilibrato. Tutto ciò è vero,
almeno dal calcolo delle tabelle dietetiche, perché la pasta
manca di grassi e le sue proteine scarseggiano di due aminoacidi
importanti, per esempio la lisina e la treonina. Ma bastano
un paio di cucchiaini di formaggio o del ragù per riequilibrare
la completezza del piatto. A questo punto si può o si deve
rinunciare a un "secondo" piatto per limitarsi a un abbondante
contorno di verdure e a una porzione di frutta.
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Bb -Alimenti funzionali
Il concetto di alimento funzionale ha
le sue radici presso il popolo cinese, dove si è sempre
creduto che alcuni alimenti a base di erbe, all'interno
di una dieta bilanciata, rappresentassero l'elisir di lunga
vita.
Ancora oggi la medicina cinese si basa su questo concetto:
Prodotti a limitato contenuto energetico, basso contenuto di
grassi e zuccheri, di cui si esaltano le caratteristiche
funzionali in senso fisiologico, come i prodotti integrali,
i latti fermentati ecc. Successivamente, l'innovazione tecnologica
ha creato le condizioni per meglio identificare, scoprire,
isolare i componenti che possono avere un ruolo importante
sulla salute.
Sono alimenti funzionali yogurt, prodotti da forno, bevande con
integratori.
Oggi sono numerosissimi gli ingredienti che si possono impiegare
per formulare un prodotto funzionale , come ad esempio:
- antiossidanti,
- probiotici,
- fibra alimentare,
- prebiotici.
Scopo degli alimenti
funzionali è quello di mantenere un buono stato di salute
nei soggetti sani. Gli alimenti funzionali servono quindi
a:
- rallentare l'invecchiamento cellulare combattendo
i radicali liberi;
- rinforzare le difese immunitarie;
- migliorare le funzioni intestinali;
- proteggerci dalle patologie a carico del sistema
cardiocircolatorio.
Tra gli alimenti funzionali che possiamo trovare sulle nostre
tavole senza l'aiuto dell'industria alimentare abbiamo:
- erba cipollina, cipolle, aglio grazie alla presenza
di composti solforati in grado di rafforzare il sistema
immunitario e cardiovascolare, abbassare la pressione
sanguigna e protezione nei confronti di certi tipi di
tumore;
- pomodoro grazie alla presenza di licopene in grado
di proteggerci da alcuni tumori dell'apparato digerente
e dal tumore alla prostata;
- broccoli, cavoli, cavolini di Bruxelles che contengono
glucosinati inibenti la crescita cellulare tumorale;
- legumi e soia, contengono isoflavoni che proteggono
dalle malattie cardiovascolari;
- Yogurt, i cui enzimi 'buoni' mantengono efficiente
la flora intestinale;
- Pesce azzurro il cui grasso ricco di omega-3 abbatte
il colesterolo LDL.
- Per il neonato il miglior alimento funzionale esistente
è il latte materno
- carote, meloni, albicocche, vegetali a foglia verde
che grazie ai carotenoidi in essi contenuti proteggono
dagli attacchi cardiaci, dai danni dei raggi solari
e da problemi respiratori.
Come gia detto, le sostanze funzionali sono tantissime basta
guardare le tabelle 1 e 2 che rispecchiano solo una minima
parte del panorama attuale di sostanze ad azione salutare.
Tabella 1
Carotenoidi |
Esempi di fonti
|
Effetti sulla salute
|
Luteina |
Spinaci, broccoli, piselli,
lattuga, prezzemolo |
Aumento delle
difese, potenziamento delle difese immunitarie,
protezione raggi solari, attività antiradicalica,
protezione contro alcuni tumori |
Licopene |
Pomodoro, pompelmo rosa, mango,
anguria |
Zeaxantina |
Vegetali giallo-arancio, ortaggi
verde scuro |
ß carotene |
Carote, zucca, peperoni, albicocche |
Tabella 2
Polifenoli |
Esempi di fonti
|
Effetti sulla salute
|
Flavonoli |
Olive, cipolla, aglio, cavoli,
lattuga, mirtillo rosso, pomodori, mele, albicocche |
Antiossidanti,
chelanti dei metalli, azione antinfiammatoria, antibatterica
e antivirale |
Isoflavoni |
Soia e leguminose |
Antociani |
Frutti rossi, uva, arance
rosse |
Flavoni |
Sedano, olive |
Tabella 3
Alimenti funzionali
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Componenti attivi
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Funzione target
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Yogurt,
latti fermentati
conteneti probiotici
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Probiotici cibi con colture vive di specifici
ceppi benefici per l'organismo umano (es. Lactobacillus
sp. Bifidobacteria sp.)
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Ripristino dell'equilibrio microbico intestinale.
Ripristino della funzione intestinale ottimale e
delle proprietà di barriera (immunità innata).
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Yogurt,
latti fermentati
conteneti prebiotici
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Prebiotici oligosaccaridi non digeribili
che hanno un effetto benefico stimolando la crescita
selettiva di batteri nel colon (es. inulina, ologofruttosio)
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Ripristino dell'equilibrio microbico intestinale.
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Margarine
con aggiunta
di steroli vegetali
ed esteri di stanolo.
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Steroli vegetali ed esteri di stanolo.
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Riduzione del colesterolo LDL nel sangue.
Riduzione del rischio di malattia coronarica.
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Uova arricchite di
acidi grassi omega-3
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Acidi grassi omega-3.
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Controllo del metabolismo lipido.
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Accanto ai prodotti
naturali l'industria alimentare ha prodotto una serie di
alimenti funzionali , ecco di seguito alcuni esempi.
- I prodotti 'Pro-activ' sono addizionati di steroli
vegetali (o fitosteroli): sostanze efficaci nel ridurre
il colesterolo , presenti in natura in piccole quantità
in alimenti come l'olio extravergine d'oliva, la frutta,
la verdura, i cereali.
- alimenti funzionali 'ActifControl' uniscono ai benefici
dei fermenti attivi probiotici la nuova formulazione
Fabuless®, un prodotto a base di
lipidi naturali, provenienti dall'olio di palma e di
avena, in grado di ridurre il desiderio di cibo nelle
ore successive al suo consumo.
- Cracker che contengono una combinazione di fibre
prebiotiche (Frutto-oligosaccaridi, Galatto-oligosaccaridi
e amido resistente), che aiutano a riequilibrare la
flora batterica e a migliorare le funzioni intestinali.
Ovviamente, prima di pubblicizzare le proprietà funzionali di
un alimento, è necessaria una solida evidenza sperimentale,
che ne dimostri
efficacia e sicurezza.
Da quanto si è detto si è arrivati ad esprimere una massima:
"Un alimento può essere considerato «funzionale» se dimostra
di avere sull'organismo effetti positivi che vadano oltre
gli effetti nutrizionali normali, sia per il miglioramento
dello stato di salute e di benessee, sia per la riduzione
del rischio di malattia. Gli alimenti funzionali devono
comunque restare «alimenti» e dimostrare la loro efficacia
nelle quantità normalmente consumate nella dieta. Gli alimenti
funzionali non sono pillole o pastiglie, ma prodotti che
rientrano nelle normali abitudini alimentari."
Due tipi di alimenti funzionali:
- Quelli correlati al "miglioramento di una funzione
biologica": si richiede che la verifica dell'efficacia
degli effetti funzionali dell'alimento sia basata su
parametri scientificamente riconosciuti come idonei
a dimostrare il miglioramento di una specifica funzione
biologica;
- Quelli correlati alla "riduzione del rischio di
malattia": si richiede che la verifica sia basata su
parametri scientifici in grado di rilevare i punti critici
legati alle fasi di sviluppo (insorgenza) di una malattia,
se non proprio alla malattia stessa.
Scienziati e consumatori sono interessati alla relazione tra
il consumo di un alimento e l'effetto finale che esso ha
sulla salute.
Prendendo ad esempio le malattie cardiache, possiamo esaminare
l'effetto degli alimenti funzionali per una migliorata funzione
specifica, come livelli più bassi di colesterolo nel sangue.
Oppure, per la riduzione del rischio di malattia, potrebbe
essere un effetto benefico sull'occlusione delle arterie.
La percezione del consumatore riguardo i vantaggi degli alimenti
funzionali dipende dal beneficio stesso e dalle informazioni
che li accompagnano. Gli scienziati devono fornire la base
scientifica per la convalida delle informazioni date, ed
evitare confusione nel consumatore.
La possibilità di migliorare la salute ed il benessere dei propri
clienti, riducendo il rischio di malattia, ha spinto molte
industrie alimentari ad investire nel fiorente settore degli
alimenti funzionali. Dall'altra parte l'interesse dei consumatori
verso il cibo, inteso come fonte di benessere e salute,
cresce a pari passo con le sempre più numerose campagne
informative che mettono in guardia dai pericoli dei cosiddetti
"cibi "ingrassanti". Mai come in questi ultimi decenni,
nei Paesi industrializzati, vi è stata abbondanza di cibo;
tale eccesso ha praticamente sradicato le patologie da deficit
nutrizionali ma ha aperto le porte ad un'altra malattia,
altrettanto preoccupante, chiamata obesità .
Perché allora la necessità di alimenti funzionali? perché in
molti casi il cibo presente nelle nostre tavole è sì ipercalorico,
ma povero di sostanze essenziali per il nostro benessere
come fibre, vitamine e sali minerali. Inoltre è importante
non sottovalutare la possibilità che alcune sostanze, seppur
prive di valore nutrizionale, possano, da sole, contribuire
a migliorare il livello di benessere generale dell'organismo.
In questa categoria non rientrano le vecchie vitamine, ma
"sostanze di terza generazione" come l'inulina, i fruttoligosaccaridi,
i probiotici, i flavonoidi ed altri agenti antiossidanti,
le cui benefiche proprietà sono state scoperte in epoca
relativamente recente.
In base alle definizioni date sinora la lista degli alimenti
funzionali è pressoché infinita: la fibra, in virtù delle
sue proprietà prebiotiche, antitumorali e stabilizzanti
sui valori glicemici, rende funzionali la maggior parte
degli alimenti di origine vegetale. Il ferro, la carnosina
e la vitamina B12 fanno altrettanto con le carni, mentre
a rendere funzionale il pesce ci pensa l'elevato contenuto
in acidi grassi polinsaturi.
Sugli scaffali di molti supermercati si possono già trovare cereali
"fortificati" con vitamine e minerali, mentre la diffusione
di bevande ed altri alimenti funzionali stanno polarizzando
sempre più l'interesse di quella fascia di popolazione più
attenta alla propria salute: probiotici, prebiotici e simbiotici
(per esempio i fermenti lattici). Anche gli yogurt da bere
arricchiti con steroli vegetali (quelle sostanze che aiuterebbero
a controllare il colesterolo) testimoniano il crescente
interesse verso gli alimenti funzionali.
Ecco alcuni esempi di come le ditte si inseriscono nel mercato
utilizzando l'efficacia della pubblicità:
Tabella 4- Alimenti funzionali contenuti in piante
medicinali.
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Ditta Produttrice
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Prodotto
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Ingredienti
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Pubblicità
|
Apple & Eve "Tribal Tonics"
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Energy Elisir
|
Semi di guaranà
Estratto di Ginseng
|
"Questo prodotto aumenta il vigore e la capacità
di resistenza fisica."
|
Herbal Slimmer
|
Ginseng
|
"Gli estratti di ginseng rappresentano un tonico
utile per un saggio dimagrimento con le erbe."
|
Mental Refresher
|
Gotu kola
Ginkgo biloba
Ginseng
|
"Aiuta e sostiene la chiarezza mentale ed una sana
funzione mentale. Un tonico che sostiene la mente."
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Relaxation Cocktail
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Kava kava
|
"Aumenta il relax e promuove un tranquillo benessere."
|
Arizona "Rx Elisirs"
|
Rx Energy
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Guaranà
Ginseng
|
"Un elisir rinvigorente. Un tonico sicuro ed efficace."
|
Rx Memory
|
Ginkgo biloba,
Ginseng
|
"L'elisir della mente. Infuso contenente i ricostituenti
della mente ginkgo biloba e ginseng. Un tonico sicuro
ed efficace."
|
Fresh Samantha "Body Zoomers"
|
Energizer ginseng
|
Guaranà
Ginseng
|
"Energetico !"
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Oh, Happy Day
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Iperico
|
"Con aggiunta di iperico per sollevare gli spirito."
|
Super Juice (bevanda)
|
Echinacea
|
"Contiene echinacea … un difensore della tua salute
….. mantieni Mr. Freddo a bada !"
|
Golden Temple Cereals
|
Mango Passion Crisp (croccanti)
|
Iperico,
Kava kava
|
"Herbal De-Stress Cereal." "Una deliziosa miscela
di sfoglie, fiocchi d'avena e mango, con erbe tradizionalmente
conosciute supportare l'equilibrio emotivo e mentale"
|
Hansen's Beverage Co. "Healthy Start"
|
Immune-ox Juice
|
Echinacea purpurea
|
"Può aiutare a stimolare la produzione corporea
di interferone, una proteina che protegge le cellule."
|
New Morning
|
GinkgOs
|
Ginkgo biloba
|
"Per un pensiero brillante ……. Per sostenere la
memoria …… è stato provato che Ginkgo migliora la
circolazione, riduce la coaugulazione sanguigna,
ossigena il cervello!"
|
Odwalla
|
Serious Energy
|
Gotu kola,
Ginseng
|
"Un potente tonico per performance impegnative e
di lunga durata contenente erbe che apportano energia."
|
Think Drink
|
Ginkgo biloba
|
"Sostieni le tue facoltà mentali …. Una gustosa
bevanda creata per apportare quantità significative
di ginkgo biloba e criniera di leone – due piante
stimolanti il cervello usate per stimolare i centri
mentali del pensiero."
|
Robert's American Gourmet
|
Ginkgo Biloba Rings (ciambelle)
|
Ginkgo biloba
|
"A Memory Snack." E' stato dimostrato che Ginkgo
biloba aumenta il flusso ematico cerebrale e di
conseguenza può incrementare la MEMORIA e l'ATTENZIONE."
|
Kava Kava Corn Chips (patatine)
|
Kava kava
|
"Promuove il rilassamento." "Equilibra il tuo umore
e solleva il tuo spirito."
|
Personality Puffs (bignè)
|
Iperico,
Ginkgo biloba
|
"Questa miscela, naturale al 100 %, è stata formulata
per equilibrare la tua Personalità."
|
Power Puffs (bignè)
|
Ginseng
|
"Energia!"
|
St. John's wort Tortilla Chips (patatine)
|
Iperico
|
"Buon Umore!"
|
R.W.
Knudsen & Sons, Inc. "Simply Nutrition"
|
Peach St. John's wort (pesca all'iperico)
|
Iperico
|
"Per ridurre l'ansia e l'esaurimento."
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Visionade
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Ginkgo biloba
|
"Per stimolare il flusso sanguigno nel sistema microcircolatorio
degli occhi."
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Bc -Alimenti Lassativi
La stitichezza, o
stipsi (dal greco "stipsis" = restringimento), è una diffusissima
affezione che si trova sia nei bambini in tenera età, come
nei ragazzi e negli adulti, e piuttosto spesso, in età avanzata.
La stitichezza consiste in un ritardo nell'evacuazione del
bolo fecale, rispetto al ritmo con cui essa si verifica
normalmente (una evacuazione, o anche due, nelle 24 ore).
Più esattamente col termine stipsi si definisce una situazione
caratterizzata da meno di tre evacuazioni alla settimana,
con emissione di feci dure, abitualmente di peso inferiore
agli 80 grammi.
La funzione dell'intestino è quella di assorbire le sostanze
nutritive presenti nel cibo che ingeriamo, ma esso assorbe
anche elettroliti ed acqua; qust'ultima viene dapprima secreta
sotto forma di saliva, succo gastrico, bile, succo pancreatico,
poi viene riassorbita lungo il canale digerente, soprattutto
nel colon: da qui è facile capire che, se la quantità di
acqua che introduciamo giornalmente non è sufficiente, è
facile che le feci diventino dure, perché poco idratate,
con conseguente difficoltà ad evacuarle.
Quindi una prima norma utile sarà quella di ingerire liquidi abbondanti
durante la giornata, sia sotto forma di acqua, succhi, thé
etc., ma anche sotto forma di cibi come minestre, minestroni,
verdura e frutta, ricchi di acqua (e di fibre!).
Attenzione, però: se la nostra alimentazione è povera di fibre,
difficilmente nell'intestino l'acqua verrà trattenuta in
quantità sufficiente a rendere le feci più morbide; inoltre
le fibre vegetali producono una maggiore quantità di scorie
fecali, che hanno la capacità di sollecitare meccanicamente
i movimenti peristaltici (contrazioni gastro-intestinali,
tipiche, che si propagano dall'alto in basso facilitando
cosí il procedere del suo contenuto).
Quindi ecco che abbiamo trovato un'altra eventuale causa di stipsi,
che possiamo combattere introducendo un'adeguata quantità
di fibre vegetali con gli alimenti, circa 25-30 grammi al
giorno (tutti i giorni!), con conseguente maggiore ritenzione
di acqua nell'intestino, ciò che comporta un aumento della
massa fecale con formazione di feci morbide, che transitano
rapidamente e vengono più facilmente evacuate.
Fra i vari tipi di alimenti che forniscono fibre ad azione lassativa,
segnaliamo in particolare la fibra di avena, contenuta nei
fiocchi di avena, oltre che nel cereale integro, molto efficace
e delicata, adatta a tutti, bambini, gestanti, anziani,
e anche a mucose intestinali infiammate come ad es. nelle
coliti.
Un'altra causa di stitichezza è la vita sedentaria, poiché induce
atonia delle pareti intestinali, mentre una regolare attività
fisica tonifica i muscoli dell'addome e quelli del pavimento
pelvico, influendo positivamente sulla motilità intestinale
e sull'efficienza della defecazione.
Un'ulteriore causa dell'insorgenza della stipsi può essere una inibizione
psichica, in rapporto a convenienze sociali che, spesso,
costringono a rinviare il bisogno immediato di defecazione.
A volte possono indurre stipsi certi trattamenti farmacologici, specie
negli anziani, fra i quali è piú frequente il loro uso.
Inoltre è facile riscontrare stitichezza associata a diverticolite
e a patologie ano-rettali, come ragadi o emorroidi, che
spesso sono da essa causate.
Frequentemente poi, in concomitanza ad una condizione di stipsi,
si manifesta anche tutta una serie di disturbi, complessivamente
definiti "disturbi digestivi", la cui sintomatologia spesso
contribuisce ad aggravare l'alterata funzionalità intestinale.
Sono questi i disturbi della motilità e della secrezione
gastrica, della funzionalità epato-biliare e gli stati dispeptici,
la cui sintomatologia, come ad es. digestione lenta e difficile,
senso di pesantezza dopo i pasti, meteorismo (gonfiore addominale),
dolori spastici localizzati all'addome, costituisce spesso
un fattore aggravante della stipsi; questo ci induce ad
alcune precauzioni (o buone abitudini):
- masticare bene per facilitare la digestione;
- a stomaco vuoto la mattina bere un bicchiere di
acqua tiepida con succo di limone che stimola l'attività
intestinale;
- come spuntino, ideale è lo yogurt con l'aggiunta
di cereali integrali;
- evitare cibi grassi o fritti e le ricette troppo
elaborate che favoriscono la produzione di muco;
- se il disturbo è intenso può essere utile seguire
una dieta liquida per tre giorni consecutivi in cui
vanno privilegiati i succhi a base
di mela, cavolo a cui aggiungere semi di lino;
- fare una moderata attività fisica;
- per dare sollievo all'addome gonfio e dolorante
effettua dei massaggi con l'olio di maggiorana che è
un ottimo stimolante per l'apparato digerente oppure
con oli con proprietà sedative come bergamotto, gelsomino,
ylang ylang;
- durante l'evacuazione non sforzarti troppo, in quanto
potrebbero comparire le emorroidi.
- le more, l'uva, i fichi, la liquirizia, le pesche,
le patate, i kiwi
- i cibi particolarmente ricchi di fibra (semi di
lino, avena, farro, carote ecc.).
-
Introdurre alimenti ricchi di fibre nella nostra
alimentazione. Consumiamo preferibilmente cereali
integrali, frutta come prugne e fichi, verdura cruda
o poco cotta, legumi, frutta secca, semi come i
semi di lino.
-
Condiamo le nostre insalate preferibilmente con
olio di semi di lino che favorisce il transito intestinale.
-
E' buona norma non eccedere nelle porzioni dei pasti
e masticare a lungo ogni boccone per facilitare
il lavoro dell'apparato digerente.
-
Consumiamo cibi ricchi di magnesio che spesso è
carente negli stitici. Troviamo il magnesio ad esempio
in: broccoli, spinaci, noci.
-
La mattina è utile bere un bicchiere di acqua tiepida
con succo di limone in quanto stimola la motilità
intestinale.
-
Preferiamo come spuntino alimenti fermentati come
lo yogurt.
-
Evitiamo i cibi grassi e fritti che ostacolano il
transito intestinale.
-
Eliminiamo i cibi che favoriscono la produzione
di muco come i latticini, il cioccolato e i cibi
pronti ed elaborati.
-
Beviamo molti liquidi per contrastare la durezza
delle feci e facilitare l'eliminazione delle tossine.
-
Quando il disturbo è particolarmente fastidioso
è utile praticare una dieta esclusivamente liquida
per tre giorni consecutivi in cui sono da preferire
succhi a base di mela, aloe e cavolo a cui aggiungere
semi di lino.
-
Abbandoniamo la vita sedentaria concedendo spazio
all'attività fisica prediligendo bicicletta, corsa,
yoga e pilates che arrecano beneficio all'intestino.
-
Massaggiare l'addome gonfio e dolorante è utile
per alleviare i sintomi e favorire il transito intestinale.
Utilizziamo l'olio di maggiorana che è un ottimo
stimolante per l'apparato digerente o oli con proprietà
sedative come bergamotto, gelsomino, ylang ylang.
-
Non sforziamoci durante l'evacuazione (pena l'insorgere
di emorroidi) e facciamo in modo che l'idea di evacuare
non diventi un'ossessione che a sua volta provoca
stress acuendo solo il problema.
-
Leggiamo un libro umoristico o vediamo un film comico:
ridere fa estremamente bene ai muscoli dell'intestino
e allontana l'ansia.
-
Limitiamo gli eventi che provocano stress concedendoci
frequenti pause rilassanti.
In ogni caso è consigliabile ricercare l'eventuale presenza di
parassiti che alterano il funzionamento dell'intestino.
Fatte tutte queste considerazioni, se non riusciamo a eliminare
il problema con abitudini alimentari adeguate, associate
a uno stile di vita più corretto, non resta che ricorrere
all'uso dei lassativi vegetali:
Per ottenere uno stimolo delicato, è opportuno usare i lassativi
meccanici, che aumentano il volume fecale, analogamente
a quanto fanno le fibre vegetali assunte con la dieta; questo
avviene perché le piante che si utilizzano a questo scopo
contengono una elevata percentuale di mucillagini, le quali
gonfiandosi per idratazione, richiamano e trattengono acqua
all'interno dell'intestino aumentando il volume del bolo
fecale, stimolando direttamente la muscolatura intestinale
per via meccanica, come conseguenza della pressione esercitata
sulle sue pareti interne. Le piante usate a questo scopo
sono ad esempio:
- le foglie di Malva, i semi di Psillio e di Lino,
il Glucomannano, le radici di Altea,
- cereali integrali, semi di lino, avena, farro, carote…
- tutti gli alimenti ricchi di fibre, come cereali
integrali, semi di lino, avena, farro, carote…;
- frutta, in particolare uva, kiwi, prugne e fichi.
In caso di stitichezza ostinata, immergi la sera qualche
prugna secca in un bicchiere d'acqua e consumale il
mattino seguente insieme al liquido residuo e ad un
cucchiaio di miele;
- verdura cruda o leggermente scottata, in particolare
cicorie, broccoli e spinaci, ricchi di magnesio;
- legumi, frutta secca e brodo.
E varie altre che, oltre ad avere azione lassativa molto delicata
sono anche lenitive delle infiammazioni delle mucose, intestinali
e non, per cui sono il lassativo ideale nei casi accennati
prima. Se poi queste piante si associano ad altre aventi
proprietà coleretiche e colagoghe (che stimolano cioè la
produzione di bile più abbondante e più fluida, da parte
del fegato), come ad es.
- il Tarassaco, il Boldo e la Cicoria.
Poiché la bile è naturalmente lassativa, otteniamo un prodotto
ancora più efficace contro la stitichezza, sempre adatto
a quei casi delicati (come gravidanza, emorroidi, ragadi
anali) di cui si sta parlando, ma indicato anche a quelle
persone che hanno quei "problemi digestivi" cui si è accennato
in precedenza e che complicano la stipsi.
A queste piante è opportuno associare anche alcune piante carminative,
come
- Finocchio, Cumino, Coriandolo, etc.,
quelle cioè che riducono i gonfiori addominali, poiché questo
problema si accompagna spesso alla stitichezza; in questo
modo avremo un beneficio ancora più completo.
Parliamo ora di quei casi in cui la stipsi è più ostinata, vuoi
perché non si riesce ad adottare uno stile di vita più corretto,
vuoi perché ormai l'intestino è già assuefatto ai lassativi
e i rimedi più delicati non sono efficaci; in questi casi
è ancora il mondo vegetale che ci dà la soluzione: a questo
punto è necessario ricorrere a quelle piante che contengono
principi attivi più forti e stimolanti, le cosiddette "droghe
antrachinoniche", come
- la Senna, la Frangula, il Rabarbaro, l'Aloe ed altre
ancora,
che agiscono prevalentemente a livello dell'intestino crasso
(colon), stimolando le contrazioni peristaltiche della sua
muscolatura, favorendo cosí il suo svuotamento. Anche in
questo caso è consigliabile l'associazione con le piante
di cui si è parlato prima, in modo da ridurre al minimo
il dosaggio degli antrachinoni ed evitare quindi prodotti
troppo drastici, che a lungo andare potrebbero diventare
irritanti. Quest'ultima classe di lassativi non va assunta
continuativamente, ma saltuariamente, seppure con una certa
regolarità, in modo da avere una funzione intestinale il
più possibile costante.
I lassativi antrachinonici sono assolutamente controindicati
in caso di gravidanza e allattamento, nei bambini sotto
i 12 anni di età, nelle malattie infiammatorie acute a carico
dell'intestino (colite ulcerosa, enterocolite, appendicite,
morbo di Crohn), in caso di dolori addominali di origine
sconosciuta, nelle occlusioni intestinali acute.
Saranno l'abilità e l'esperienza dell'erborista, del farmacista
o del medico) a decidere quale prodotto e il modo di assumerlo
è il più adatto di volta in volta.
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Bd -Alimenti
Diuretici. Cellulite
L'utilizzo di diuretici, anche se di derivazione naturale, abbinato
all'attività fisica è molto pericoloso, dato che con lo
sport si perdono già con la sudorazione notevoli quantità
di liquidi. Si possono avere gravi ripercussioni sul bilancio
idrico dell'organismo (disidratazione, nausea, crampi, ipotensione,
dislipidemie, fino al collasso cardiocircolatorio).
Noi usiamo questa dieta per disintossicarci in occasioni di feste
e fine settimana in cui abbiamo abusato del nostro organismo
con grandi e mali abbuffate.
Nelle persone sane, una dieta particolarmente ricca di alimenti
diuretici può essere seguita per uno o due giorni al massimo,
ad esempio in presenza di problemi puramente estetici, come
ritenzione idrica e gonfiori, o a fini depurativi dopo un
periodo di eccessi alimentari. L'uso occasionale non deve
però tramutarsi in abitudine ricorrente, in quanto pratica
piuttosto pericolosa, soprattutto quando coinvolge i diuretici
più forti, non tanto alimenti di uso comune, quanto rimedi
erboristici come tarassaco, verga d'oro, equiseto, betulla,
ginepro, ortica, gramigna ed asparago.
Anche i diuretici naturali vanno assunti sotto controllo medico.
ANANAS, ANGURIA, ASPARAGI, BANANE, CARCIOFO, CAVOLFIORE CRUDO,
CETRIOLO, CICORIA, CIPOLLE, FINOCCHIO, FRAGOLE, INDIVIA
BELGA E RICCIA, LAMPONI, MANDARINI, SEDANO, VERDURE VERDI.
LINFA DI BETULLA, EQUISETO, TARASSACO, PEDUNCOLI DI CILIEGIO,
FRAXINUS EXCELSIOR, FUMARIA OFFICINALIS.
Cibi diuretici:
La natura ci regala molti cibi dalle spiccate proprietà diuretiche.
alcuni sono contenuti in alimenti di uso comune:
- ananas: ha un effetto anoressante e favorisce la
diuresi
-betulla: aiuta a combattere il ristagno
di liquidi (foglie)
- carciofo: questa pianta ha la capacità di stimolare
la funzionalità epatica e renale
- cetriolo: ha proprietà rinfrescanti, depuranti e
diuretiche
- cipolla: aiuta la naturale produzione di urina
- equiseto
- infuso di foglie di noce
- finocchi: oltre al discreto contenuto vitaminico
e minerale sono ricchi di princìpi attivi che li rendono
indicati per problemi gastrointestinali e gli conferiscono
proprietà emmenagoghe, galattogene antisettiche e diuretiche
- mela: anche questo comunissimo frutto nasconde spiccate
proprietà diuretiche
- ortica: gli estratti di questa pianta migliorano
la funzionalità renale aumentando la produzione di urina
ed accelerando l'eliminazione di sostanze tossiche.
- fiori di sambuco
- stimmi di mais preparati sottoforma di infuso
- tarassaco (o dente di leone o soffione): per depurare
l'organismo sfruttando le sue spiccate proprietà diuretiche
naturali si consiglia un infuso di radici e foglie al
5% da prendere lontano dai pasti; tintura: 20 g in 100
ml di alcol (a macero per 10 giorni), 3-4 cucchiai al
giorno lontano dai pasti
- Il sedano viene utilizzato crudo, bollito per insaporire
il brodo o le minestre, oppure soffritto insieme a carota
e cipolla nel classico soffritto all'italiana. Il cuore
del sedano può essere consumato fresco in insalata o
in pinzimonio, mentre le costole esterne possono essere
impiegate nella preparazione di zuppe e minestre e salse.
Si conserva molto a lungo in frigorifero, ma resta croccante
solo per quattro o cinque giorni. Contiene potassio,
calcio, fosforo, magnesio e selenio, associati a buone
dosi di vitamine C ed A.
I Greci già lo coltivavano per il valore curativo dei
suoi semi.
La ritenzione idrica è un disturbo piuttosto diffuso, che colpisce
con diversa intensità milioni di persone, soprattutto donne
(30 % della popolazione italiana femminile). All'origine
del problema possono esistere gravi patologie come disfunzioni
cardiache o renali, infiammazioni severe e reazioni allergiche.
Spesso però il principale responsabile della ritenzione
idrica è uno stile di vita sbagliato, la cui semplice correzione
può apportare notevoli benefici.
Il segno principale della ritenzione idrica è l'edema, una condizione
in cui l'accumulo di liquidi nei tessuti ne causa un anomalo
rigonfiamento. A causa dell'alterata circolazione venosa
e linfatica insieme a questi liquidi ristagnano anche numerose
tossine che alterano un metabolismo cellulare già compromesso
dal ridotto apporto di ossigeno e nutrienti. Il ristagno
di fluidi è generalmente superiore nelle zone predisposte
all'accumulo di grasso (addome, cosce e glutei).
Molti attribuiscono erroneamente alla ritenzione il proprio sovrappeso
ignorando che, in assenza di patologie importanti, il contributo
della ritenzione idrica sull'aumento di peso è tutto sommato
marginale. E' invece vero il contrario; cioè, è il sovrappeso
a rallentare la diuresi e favorire la ritenzione idrica.
Per verificare la presenza del disturbo è sufficiente premere
con forza il pollice sulla parte anteriore della coscia
per un paio di secondi. Se dopo aver tolto il dito rimane
ben visibile l'impronta siamo con tutta probabilità in presenza
di ritenzione idrica.
Cure e rimedi
La cura della ritenzione idrica si basa sulla correzione delle
cause che hanno dato origine al disturbo. In assenza di
patologie importanti, il maggiore responsabile della ritenzione
idrica è lo stile di vita. Alcune abitudini poco salutari
contribuiscono ad aggravare la situazione (fumo, eccessivo
consumo di alcolici, sovrappeso, predisposizione per i cibi
salati, abuso di farmaci e caffè, abiti troppo stretti,
tacchi troppo alti e rimanere a lungo in piedi senza muoversi).
Per combattere la ritenzione idrica bisogna fare attività fisica.
Il movimento, purché sia eseguito regolarmente e con razionalità,
contribuisce infatti a riattivare e rinforzare il microcircolo.
Esercizi più indicati in questi casi sono una sana e tranquilla
passeggiata, o una lunga e rilassante nuotata.
La corsa, l'aerobica, lo spinning, il sollevamento pesi, e più
in generale gli sport che prevedono frequenti impatti con
il terreno (pallavolo, tennis, jogging, corsa) sono invece
controindicati.
Al termine dell'esercizio, lo stretching abbinato ad esercizi
di controllo respiratorio eseguiti con le gambe in alto,
favorisce il ritorno venoso e l'eliminazione delle tossine
prodotte.
Dieta e ritenzione idrica
Una dieta ad alto contenuto di scorie (fibra alimentare) aumenta
la motilità intestinale ed allontana il pericolo di stitichezza,
un disturbo che ostacola il deflusso venoso a livello addominale.
E' quindi importante consumare molta frutta e verdura ed in particolare
quella ricca di acido ascorbico, una vitamina che protegge
i capillari sanguigni. Gli alimenti più ricchi di questa
sostanza, meglio conosciuta come vitamina C, sono: alcuni
frutti freschi (quelli aciduli, agrumi, ananas, kiwi, fragole,
ciliegie ecc.), alcune verdure fresche (lattuga, radicchi,
spinaci, broccoletti ecc.), alcuni ortaggi freschi (broccoli,
cavoli, cavolfiori, pomodori, peperoni) e tuberi (patate
soprattutto se novelle).
Un giorno alla settimana, specie se successivo ad una grande
abbuffata domenicale, è consigliata una dieta disintossicante
particolarmente ricca di liquidi (the, tisane, spremuti
di frutta) e vegetali. In questo giorno la carne andrà sostituita
con il pesce, più digeribile perché meno ricco di tessuto
connettivo. Durante queste 24 ore andranno aboliti anche
i grassi ad eccezione dell'olio di oliva e degli oli di
semi.
Una bella sudata in palestra, magari accompagnata da una doccia
rilassante, stimolerà ulteriormente il drenaggio dei liquidi
e l'eliminazione di tossine.
L'acqua deve diventare una fedele compagna e come tale va portata
sempre con sé. Una corretta idratazione è infatti una delle
soluzioni più semplici ed efficaci per combattere la ritenzione
idrica. Bisogna pertanto sforzarsi di consumare almeno un
paio di litri di acqua al giorno.
In generale è buona regola aumentare le dosi quando il colore
delle urine è troppo scuro o di cattivo odore (per esempio
nel periodo estivo o quando si fa sport e si suda molto).
Alcune bevande, alcoliche e non (come aranciate, bibite, cola,
succhi di frutta, birra, caffè zuccherato, tè ecc. ), oltre
a fornire acqua apportano anche altre sostanze che contengono
calorie (zuccheri, alcol) o che sono farmacologicamente
attive (ad esempio caffeina). Queste bevande vanno quindi
usate con moderazione. E' invece consigliato l'utilizzo
di acque oligominerali o minimamente mineralizzate.
Probabilmente all'inizio, specie se si è abituati a bere poco,
l'aumentato introito idrico stimolerà la diuresi, un po'
come succede quando l'acqua scivola da un vaso di fiori
rinsecchito che viene annaffiato dopo un lungo periodo di
tempo. Bevendo frequentemente ed in piccole quantità il
corpo imparerà tuttavia ad assorbire una maggiore quantità
di acqua un po' come succederebbe per il terreno arido citato
nell'esempio precedente.
ALIMENTI SCONSIGLIATI:
Il sale ed il sodio in esso contenuto sono alcuni tra i principali
alleati della cellulite. Questo minerale è infatti uno dei
tanti fattori in grado di aumentare la ritenzione idrica
dell'organismo. In una donna che soffre di cellulite tale
disturbo è già accentuato a causa dell'alterata funzionalità
del sistema venoso e linfatico.
Per questo motivo è importante assumere con la dieta alimenti
dalle proprietà diuretiche evitando quelli che, come il
sale, favoriscono la ritenzione idrica.
Limitare l'apporto di sodio con gli alimenti è tutto sommato
facile, basta adottare alcuni semplici accorgimenti:
- non salare le pietanze;
- utilizzare poco sale durante la cottura (quando
si prepara la pastasciutta abituarsi, per esempio, ad
aggiungere il sale a cottura ormai terminata; in questo
modo si riduce considerevolmente la quantità di sale
assorbito dalla pasta);
- limitare il consumo di cibi conservati sotto sale
o trasformati (insaccati, formaggi, patatine ecc.);
- limitare il consumo di cibi confezionati;
- esaltare la sapidità dei cibi con spezie, limone
o aceto tradizionale/balsamico;
- se la frutta è gradita può essere consumata in sostituzione
degli snack salati come spuntino.
Alimenti consigliati per assumere molto potassio e pochissimo
sodio, favorendo così il drenaggio dei liquidi.
Alimento
(per 100 grammi) |
Potassio
mg / 100g |
Sodio
mg / 100g |
Funghi
secchi
Albicocche
Fagioli bianchi
Piselli
Uvetta
Mandorle
Prugne secche
Semi di girasole
Datteri secchi
Patate
Broccoli
Funghi freschi
Farina d'avena
Carne rossa
Tacchino
Riso
Mele
Cipolle
|
5370
1370
1300
930
860
835
824
725
649
411
373
367
360
340
333
150
44
135
|
32
11
3
26
53
20
8
2
18
3
14
3
5
51
46
10
3
9 |
Bisogna comunque ricordare che il sodio è un minerale essenziale
per l'organismo ed un'eccessiva carenza, anche se difficilmente
realizzabile con la normale alimentazione, potrebbe avere
effetti collaterali importanti (nausea, crampi muscolari,
affaticamento, apatia mentale).
La cellulite
La cellulite è un inestetismo molto diffuso di cui perfino alcune
modelle e molte adolescenti presentano il disturbo, che
non risparmia nemmeno le più attente alla propria linea
e al proprio benessere.
Non esiste una dieta magica in grado di far sparire in un attimo
la cellulite. Una strategia alimentare mirata è comunque
in grado di ridurre il grasso in eccesso ed insieme ad esso
buona parte della cellulite.
La dieta anticellulite dovrà concentrarsi sull'eliminazione del
tessuto adiposo in eccesso e sulla disintossicazione dell'organismo.
Gli alimenti scelti associati all'attività fisica e a trattamenti
estetici agiranno sul microcircolo, rivitalizzandolo.
Calcolare il numero
di calorie su cui calibrare la propria dieta anti-cellulite,
ma valutate la qualità dei vari alimenti.
ALIMENTI CONSIGLIATI PER COMBATTERE LA CELLULITE
Verdura e frutta ed in particolare quella ricca di acido ascorbico
(vitamina C), una vitamina che protegge i capillari sanguigni:
- frutti aciduli: agrumi, ananas, kiwi, fragole, ciliegie
ecc.),
- verdure fresche (lattuga, radicchi, spinaci, broccoletti
ecc.),
- ortaggi freschi (broccoli, cavoli, cavolfiori, pomodori,
peperoni)
- tuberi (patate soprattutto se novelle),
- Carciofo, finocchio, indivia, cicoria, cetrioli,
ananas, melone, anguria, pesche e fragole sono indicati
per le loro proprietà diuretiche. Tutta questa frutta
e verdura può essere consumata anche sottoforma di succhi,
concentrati, tisane dimagranti e passati.
Talvolta nella dieta, così come nella vita, si rende necessaria
una pausa rilassante, uno strappo alla regola in grado di
regalare nuove energie sia fisiche che psichiche. Anche
quando si combatte la cellulite possono capitare momenti
simili, sopratutto durante il weekend. Per limitare i danni
si consiglia di seguire una dieta purificante nelle ventiquattro
ore successive come specificato nel paragrafo precedente.
Attività fisica e cellulite
Con tutta probabilità l'attività fisica assume da sola un ruolo
equivalente se non addirittura superiore a tutti i consigli
dietetici visti sino ad ora. Alcune attività motorie sono
infatti in grado di ridurre la cellulite sia grazie ad una
maggiore ossidazione di grassi a scopo energetico, sia grazie
ad un miglioramento del microcircolo.
Innanzitutto si consiglia un'attività sportiva aerobica
come una lunga passeggiata, una nuotata o una bella pedalata
a ritmo moderato: CAMMINARE, NON CORRERE. I ripetuti impatti
col terreno causati dall'azione di corsa, oltre ad avere
effetti negativi sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale,
causano delle microlacerazioni alle membrane delle cellule
adipose che a lungo dieta-celluliteandare possono peggiorare
la situazione. Inoltre, un'attività fisica svolta ad intensità
troppo elevata porta alla formazione di acido lattico.
Questo metabolita è alleato della cellulite, poiché la formazione
di tossine muscolari ha effetti negativi sulla circolazione
e sull'ossigenazione dei tessuti.
Per essere definita regolare l'attività fisica deve essere svolta
per almeno tre giorni alla settimana.
La dieta e l'attività fisica qui esposte, insieme ai trattamenti
estetici e ad un generale miglioramento dello stile di vita,
sono sicuramente in grado di sconfiggere la cellulite e
prevenirne la formazione.
Vista la gravità del problema è tuttavia importante utilizzare
queste armi contemporaneamente. Solo in questo modo sarà
possibile ottenere un netto miglioramento, non solo estetico,
ma anche fisico e psicologico.
Sia in tema di dieta che di attività fisica, occorre procedere
con gradualità. Un dimagrimento eccessivo od un rapido decadimento
muscolare possono infatti evidenziare ancor di più l'odiata
cellulite.
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Be -
Alimenti Antiossidanti
I radicali liberi si formano all'interno delle nostre cellule
(nei mitocondri), dove l'ossigeno viene utilizzato per produrre
energia. Non tutto l'ossigeno viene consumato ma in parte
va a formare queste molecole, che contengono uno o più atomi
di ossigeno, chimicamente molto reattive a causa della presenza
nell'orbitale più esterno di uno o più elettroni spaiati.
Tali molecole, chiamate radicali liberi, reagiscono con
qualsiasi struttura molecolare che incontrano. Sono in grado
di danneggiare le strutture cellulari come la membrana plasmatica
ed il DNA.
L'azione negativa dei radicali liberi si ripercuote sulla salute
dell'intero organismo:
- accelerando i processi di invecchiamento cellulare
- deprimendo il sistema immunitario
- favorendo l'insorgenza di numerose malattie e forme
tumorali
In condizioni fisiologiche normali Il nostro organismo riesce
a tenere sotto controllo l'attività dei radicali liberi
attraverso speciali sostanze antiossidanti endogene (sintetizzate
autonomamente) ed esogene (presenti negli alimenti). Quando
invece prevale la produzione di radicali, si viene a determinare
un danno che a lungo andare procura una progressiva usura
di corpo e mente. Numerosi studi sperimentali hanno dimostrato
una correlazione tra produzione di radicali liberi e durata
della vita.
- Antiossidanti di produzione endogena sono:
la superossidodismutasi, la catalasi e il glutatione
ridotto.
- Sostanze non enzimatiche con proprietà antiossidanti
sono:
la Vitamina E, la Vitamina C, i carotenoidi, i polifenoli
e le antocianine.
Se da un lato molti alimenti esercitano un'azione protettiva
nei confronti dei radicali liberi, dall'altro abitudini
alimentari scorrette possono aumentarne l'attività (dieta
troppo ricca di grassi animali, consumo eccessivo di oli
vegetali e pesce grasso, eccesso di ferro, intolleranze
alimentari).
Gli alimenti più pericolosi in assoluto sono quelli ricchi di
lipidi ed in particolare di acidi grassi polinsaturi (pesci,
oli vegetali, frutta secca). La natura ha tuttavia saputo
associare a tali nutrienti elevate quantità di vitamina
E in modo da neutralizzare, almeno in parte, la formazione
di radicali liberi. Proprio per questo motivo agli integratori
alimentari a base di acidi grassi polinsaturi viene addizionata
artificialmente una certa quantità di vitamina E (consigliamo
comunque di verificarne la presenza prima dell'acquisto).
Anche l'esposizione ad inquinanti atmosferici, a radiazioni ionizzanti
o ultraviolette, l'abuso di farmaci, il fumo e l'attività
fisica intensa sono in grado di aumentare pericolosamente
la sintesi di radicali liberi.
Le proprietà anticancerogene di molti alimenti sono legate proprio
al loro prezioso contenuto in antiossidanti.
Alcune proprietà degli antiossidanti : stimolano il sistema immunitario,
fluidificano il sangue, riducono la pressione del sangue,
sono antibatterici e anti virali.
Alcuni antiossidanti o sostanze antiradicali liberi sono:
- ACIDO LIPOICO
- AMINOACIDI SOLFORATI (cistina, metionina, cisteina,
taurina, acido cisteico). Agiscono contro H2O2
- BETACAROTENE o provitamina A (carotenoide)
- BIOFLAVONOIDI
- CAFFE'
- CATALASI è un enzima del corpo umano. Trasforma
H2O2 in acqua e -ossigeno O2
- COENZIMA Q10
- E.D.T.A. (acido etile diammino tetracetico)
- ECGC
- GLUTATIONE
- LICOPENE (carotenoide)
- LUTEINA (carotenoide)
- MELATONINA Agisce come scavenger (spazzino) contro
i radicali OH-
- METIONINA
- MSM
- NAC o N-Acetil-Cisteina
- PICNOGENOLO
- POTASSIO
- QUERCITINA (potente antiossidante contenuto per
esempio nella mela)
- RAME
- RESVETRALOLO
- SELENIO
- THE VERDE
- SOD è un enzima del corpo umano. Trasforma lo ione
superossido -O2- in acqua ossigenata H2O2
- VIT. A.
- VIT. C
- VIT. E
- ZEAXANTINA
- ZINCO
Agenti che provocano formazione di radicali liberi sono: l'infiammazione,
il fumo di sigaretta (molto dannoso, il tabacco è una potente
tossina, il sole (le radiazioni ultraviolette in genere),
lo stress, elevato consumo di alcool, esposizione ad ambienti
inquinati, l'attività fisica intensa, una dieta eccessivamente
ricca di proteine e di grassi animali, trattamenti a base
di farmaci (soprattutto cortisonici che provocano un abuso
di glucosio nelle cellule che non riescono più a smaltirlo).
Alcuni radicali liberi sono :
- ANIONE SUPEROSSIDO O2-
- IDROSSILE OH-
- OSSIDO NITRICO NO-
- DIOSSIDO DI AZOTO NO2-
- PEROSSIDO LOO-
- OSSIGENO SINGOLo O2+
- Altri radicali liberi sono O+ e H-.
Il radicale libero prodotto in maggiore quantità è l 'anione
superossido 02-. Esso reagisce con il perossido di idrogeno
H2O2 e forma il pericoloso e potente radicale ossidrile
OH- più potente di O2-.
O2+ si forma per l'esposizione prolungata ai raggi ultravioletti
(Sole), provocando non solo danni sulla pelle.
Un eccesso di radicali liberi può rendere incontrollabile una
malattia autoimmune.
I radicali liberi entrano in gioco costantemente, quando ad esempio
camminiamo.
Nell'attività fisica intensa aumentano di circa 50 volte!
Essi vengono tamponati efficacemente quando si è giovani ma con
il tempo l'azione di eliminazione dei radicali liberi si
fa meno efficace.
Quando prevale la produzione di radicali si viene a determinare
un danno, definito stress ossidativo.
Una delle cause dell'invecchiamento è proprio lo stress ossidativo.
In pratica, un organismo "stressato" non riesce a neutralizzare
l'eccessivo livello di radicali liberi ed è così intossicato
da queste sostanze che causano un enorme danno a diversi
settori del corpo umano. Così, queste sostanze altamente
reattive sono libere di attaccare e danneggiare irreversibilmente
le nostre cellule.
Gli effetti? Un'accelerazione del fisiologico processo di invecchiamento
e una lista di almeno 50 malattie, che si allunga di giorno
in giorno.
Lo stress ossidativo fa impazzire il nostro orologio biologico.
Lo stress ossidativo si può analizzare, permettendo di valutare
il reale stato delle nostre difese fisiologiche e di segnalare,
in modo precoce, squilibri e tendenze verso gli stati patologici.
Lo stress ossidativo viene favorito da numerosi fattori.
Tra i più comuni :
- fattori chimici (tutti i farmaci di sintesi chimica,
le droghe, il fumo, l'alcool e tutte le sostanze inquinanti),
- fattori fisici (radiazioni da bassa frequenza, rumore,
radiazioni ultraviolette e ionizzanti, campi elettromagnetici,
radio frequenze, microonde),
- fattori biologici (vaccini, parassitosi, malattie
infettive),
- fattori mentali (depressione, attacchi di panico,
ansia, stress continuo),
- fattori nutrizionali (disturbi alimentari, errata
alimentazione).
In caso di stress ossidativo si possono osservare precocemente:
riduzione della memoria, riduzione della concentrazione,
disturbi del sonno, diminuite capacità sessuali, capelli
bianchi, calvizie, comparsa di rughe e macchie sulla pelle,
diminuzione della massa muscolare ed aumento della massa
grassa, riduzione della difesa immunitaria, aumento del
rischio cardio vascolare, diminuzione di energia, stress
con ansia e depressione.
Con l'analisi dello stress ossidativo si misurano, nel sangue
(plasma, eritrociti e linfociti), i livelli di sostanze
antiossidanti che interrompono la catena di reazioni dovute
ai radicali liberi; enzimi antiossidanti che distruggono
direttamente i radicali liberi; acidi grassi polinsaturi,
che sono componenti essenziali per la costruzione delle
membrane biologiche e quindi di importanza vitale per la
salute cellulare.
I radicali liberi "vivono" in genere una frazione di tempo piccolissima,
qualche millesimo di miliardesimo di secondo, giusto il
tempo per far danni!
Ciò li rende difficilmente rilevabili con le usuali metodiche.
Qualche anno fa tuttavia il chimico Mauro Carratelli mise a punto
un test in grado di valutare il livello ematico di radicali
liberi attraverso la misura della capacità ossidante totale
del sangue : il d-ROMs test che effettua l'analisi dello
stress ossidativo.
Si effettua utilizzando una goccia di sangue capillare prelevandola
da un dito o attraverso un prelievo venoso.
Determina la concentrazione a livello plasmatico di radicali
liberi. Il D-Roms test quantizza lo stato di ossidazione
ematico in termini di U.CARR (unità Carratelli) dal nome
dell'inventore del test.
Il valore di 1 U.CARR corrisponde ad una concentrazione di perossido
di idrogeno di 0.08 mg%.
I valori del D-Roms test:
- Valore di riferimento: 250-300 U.CARR
- Valore di soglia border line : 300-320 U.CARR
- Condizione di lieve stress ossidativo : 320-340
U.CARR
- Condizione di stress ossidativo : 340-400 U.CARR
- Condizione di forte stress ossidativo : 400-500
U.CARR
- Fortissimo stress ossidativo : oltre 500 U.CARR
- Valori inferiori a 250 U.CARR si possono riscontrare
in pazienti con trattamento cortisonico o antiossidante
I radicali liberi sono partecipi a malanni vari : arteriosclerosi,
infarto, artriti, invecchiamento, etc.
Sono presenti inoltre dove c'è cattiva circolazione del sangue,
ridotta attività delle ghiandole surrenali, persistente
presenza di batteri e di funghi, infezioni croniche.
In pratica causano la mancata riparazione del danno delle cellule
invecchiate o malate, con nuove cellule.
Tutti gli esseri viventi comprese le piante sono aggredite dalle
radiazioni e dai radicali liberi, tutti si difendono dall'
aggressione.
Gli appartenenti al mondo animale con gli antiossidanti endogeni
(quelli formati all'interno del corpo) e esogeni con quelli
(quelli ingeriti con l'alimentazione).
Le piante difendono i cromosomi e i loro DNA con le vitamine
e flavonoidi contenuti in frutti, fiori, semi e foglie.
Esiste uno studio approfondito dell'università di Boston sul
potere antiossidante dei vari vegetali.
Al primo posto come antiossidante tra gli antiossidanti
c'è la frutta nera tipo uva nera e prugne nere, mirtilli,
more, fragole.
E' stata stabilita una misura del potere antiossidante dei vegetali,
ed è stata definita una unità di misura, cui è stato dato
il nome di ORAC
(oxigen radical absorbance capacity).
I cibi sono stati suddivisi in tre gruppi, secondo il potere
antiossidante :
1 gruppo
sono inclusi i cibi che apportano 200 unità ORAC per porzione
:
- Albicocche 3 = 172 unità
- Melone tre fette = 197 unità
- Cavolfiore cotto una tazza = 400 unità
- Pera 1 = 222 unità
- Pesca 1 = 248 unità
- Banana 1 = 223 unità
- Mela 1 = 301 unità
- Melanzana 1 = 326 unità
- Cetrioli 1 = 36 unità
- Pomidori 1 = 116unità
- Spinaci crudi 1 piatto = 182 unità
- Fagiolini cotti una tazza = 404 unità.
2 Gruppo
Alimenti che apportano 500 unità per porzione :
- Pompelmo rosa 1 = 1188 unità
- Avocado 1 = 571 unità
- Kiwi 1 = 458 unità
- Uvetta nera 1 cucchiaio = 396 unità
- Cipolla 1 = 360unità
- Cavoli di Bruxelles cotti 1 tazza = 1384 unità
- Patata americana 1 = 433 unità
- Peperone 1 = 529 unità
- Susina 1 = 626 unità
- Succo di arancia 1 bicchiere = 1142 unità
- Patata arrosto 1 = 575 unità
- Succo di pompelmo 1 bicchiere = 1274 unità
- Uva nera un grappolino = 569 unità
- Uva bianca 1 grappolo = 357 unità
3 Gruppo
Alimenti più ricchi di antiossidanti (1200 unità per porzione):
- Fragole una tazza = 1170 unità
- Prugne nere 3 = 1454 unità
- Arancia 1 = 983 unità
- Mirtilli 1 tazza = 3480 unità
- Spinaci cotti 1 tazza = 2042 unità
- Succo di uva nera 1 bicchiere = 5216 unità
- More 1 tazza = 1466 unità
- Barbabietola cotta 1 tazza = 1782 unità
- Cavolo verde cotto 1 tazza = 2048 unità
Antiossidanti endogeni (prodotti all'interno del nostro corpo)
sono:
- Superossidodismutasi
- Glutationoperossidasi
- Glutationotranferasi
- Catalasi
- Melatonina
- Ceruloplasmina
Alcuni elementi contenenti sostanze antiossidanti sono le verdure
e la frutta in genere tra cui : rosa canina, frutto di Camu
Camu (pianta amazzonica), pomodoro (non ripulire la parte
gelatinosa e i semi), ananas, arancia, limone, insalate,
germogli, germe di grano, prezzemolo, finocchio, cetriolo,
carota, melone, zucca, spinaci, broccoli, mango, papaia,
albicocche, mirtillo, fragola, pompelmo, cavolfiore, fiori
di zucchina, peperoni, porri, invidia, lattuga, mirtilli,
more selvatiche, lamponi, ciliege, prugne, albicocche, meloni,
mele, cachi, uva nera, peperoncino rosso piccante, radicchio,
cetrioli, piselli, rape, patate, cavoli, asparagi, cipolle,
pomodori, mandarini, cedri, pompelmi, ribes, fragole, banane,
tuorlo d'uovo, riso e pane integrali, bietole, mango, frattaglie,
pesci, molluschi.
Un ottimo alimento per combattere i radicali liberi (per l'alto
contenuto di fenoli) è l'olio d'oliva, così come uno degli
ortaggi in natura che contiene molti antiossidanti sono
i broccoli.
Via libera quindi ad una alimentazione ricca di tali nutrienti! Mangiarne!
Non stancarsi di assumerne! Vi sorprenderete di quanto bene
sarete ripagati.
Essenziale anche l'attività fisica : senza una attività fisica
regolare, le difese organiche contro i radicali liberi (compresi
gli antiossidanti endogeni naturali come la SOD, glutatione
perossidasi e la catalasi), possono indebolirsi troppo al
punto tale da non permettere anche agli stessi integratori
di agire con piena efficacia.
Da tutto quanto esposto è evidente l'infinita importanza dei
radicali liberi e l'importanza di una dieta antiossidante,
ricca di frutta e verdura cruda e fresca, povera di grassi
saturi e di grassi idrogenati, fonti molto ricche di radicali
liberi.
Per mantenersi in forma, ogni persona dovrebbe introdurre una
quantità di antiossidanti pari a 5000 unità al giorno.
E' essenziale mangiare il più possibile crudo, la cottura riduce
o distrugge il potere antiossidante.
Molti integratori anti radicali liberi purtroppo vengono distrutti
dai potenti acidi dello stomaco essendo "nudi" ovvero non
inglobati in altre sostanze che si assumono attraverso i
cibi.
Tra i migliori antiossidanti (antiradicali liberi) disponibili
ci sono :
- Re-Integra di International Health-Care (mix eccezionale
di vitamina, minerali e componenti anti radicali liberi)
- Max Vit e High Orac di Eurosup
- Nk Life, Lipo, MSM e Oxylift di International Biolife
- No-Oxidant di International Health-Care integratore specifico
con soli componenti antiossidanti
- Melatonina Zinco-Selenio Dr. Pierpaoli
Una potente tecnica contro i radicali liberi è anche la terapia
chelante che utilizza delle flebo endovena.
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Be -
CALORIE
Per eseguire un calcolo preciso del fabbisogno
giornaliero di calorie, basta tener conto di alcuni parametri:
- Sesso
- Età
- Peso
- professione
- livello di attività fisica
UN ESEMPIO
Maura è una ragazza di 35 anni, pesa 53 Kg; e lavora come
segretaria in una azienda di articoli sportivi. La sua grande
passione è la bicicletta, con cui percorre 20 km in media
per tre volte alla settimana.
ESECUZIONE:
1) Trovare il Metabolismo
Basale:
Nella Tabella, in base all'Età e al Sesso, moltiplicare
il primo coefficiente per il Peso. E sommare
il secondo coefficiente.
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METABOLISMO BASALE |
Età
|
DONNA |
UOMO |
18
- 29 |
14,7
x P + 496 |
15,3 x P + 679 |
30-
59 |
8,7
x P + 829 |
11,6 x P + 879 |
60-74 |
9,2 x P + 688
|
11,9 x P +
800 |
>74 |
9,8 x P + 624
|
8,4 x P + 819
|
P = perso corporeo espresso in Kg |
MB= (8,7 x 53) + 829 = 1290
2) In base al Lavoro o Professione, valutare il
Livello di Attività Fisica (LAF: leggero,
moderato, pesante) facendo riferimento alla seguente tabella:
LEGGERA
|
MODERATA
|
INTENSA
|
impiegati
personale amministrativo e dirigenziale
liberi professionisti, tecnici o simili
|
casalinghe
collaboratori domestici
personale di vendita
lavoratori del terziario
|
lavoratori in agricoltura, allevamento, silvicoltura
e pesca
manovali
operatori di produzione e di attrezzature di trasporto
|
Maura è Impiegata. LAF= Leggera
3) Alcune persone, oltre alla attività principale,
dedicano parte del loro tempo ad attività motoria per sport,
gioco o salute, di cui tener conto nel calcolo delle calorie.
Si introduce pertanto il concetto di Attività
fisica Ludica intesa come:
… attività in grado di mantenere il tono muscolare e cardiocircolatorio…
.
un adulto sano svolge Attività Ludica se da tre a cinque
volte la settimana dedica almeno 20 minuti ad esercizi fisici
di intensità sufficiente a provocare una evidente sudorazione.
Donna |
Età |
LAF |
Attivita Ludica:
SI |
Attività Ludica:
No |
18÷59
|
leggero
|
1,56
|
1,42
|
moderato
|
1,64
|
1,56
|
pesante
|
1,82
|
1,73
|
60÷74
|
|
1,56
|
1,44
|
≥ 75
|
|
1,56
|
1,37
|
Uomo |
Età |
LAF |
Attività Ludica:
SI |
Attività Ludica:
No |
18÷59
|
leggero
|
1,55 |
1,41 |
moderato
|
1,78 |
1,70 |
pesante
|
2,10 |
2.01 |
60÷74
|
|
1,51 |
1,40 |
≥ 75
|
|
1,51 |
1,33 |
Valore LAF di Maura = 1,56
4) In base al Sesso e all' Età, trovato il
valore del LAF, a secondo se si fa o no Attività Ludica,
si moltiplica il Metabolismo Basale per il LAF e si ottiene
la quantità di calorie giornaliere necessarie (espresse
in kcal/die), per fronteggiare il dispendio energetico.
FABBISOGNO CALORICO (kcal/die) = MB x LAF.
Il fabbisogno giornaliero di calorie di Maura è...
1290 X 1,56 = 2012 kcal
Un'altro esempio:
Carlo un meccanico di 27 anni con corporatura robusta (78
Kg), ogni giorno per evitare il traffico nelle ore di punta,
va e viene a piedi dal lavoro in un'altro quartiere della
città. Di quante calorie ha bisogno?
Calcoliamo (Consultando le tabelle come prima):
MB=(15,3 X 78) + 679 = 1872
LAF= Intensa
Valore LAF= 2,10
Fabbisogno di Carlo è... 1872 X 2,10 = 3931 Kcal
TABELLA delle
CALORIE
negli ALIMENTI
Alimenti |
Calorie |
Quantità |
ACCIUGHE
SOTT'OLIO |
206 |
100g |
ALBICOCCHE |
28 |
100g |
ALBICOCCHE
SCIROPPATE |
63 |
100g |
ANALCOLOCO |
190
|
1 Bicchiere |
ANANAS
FRESCO |
40 |
100g |
ANANAS
SCIROPPATO |
64 |
100g |
ANTIPASTO
SALUMI MISTI |
288 |
1
Piatto |
APERITIVO
SUPERANALCOLICO |
150/300 |
1
Bicchiere |
ARACHIDI
TOSTATE |
598 |
100g |
ARROSTO
MAIALE MAGRO |
242 |
1 Porzione |
ARROSTO
VITELLO |
330 |
1 porzione |
BABA' AL RHUM |
229 |
100g |
BACCALA'
FRITTO |
288 |
1 porzione |
BANANA |
65 |
100g |
BARBABIETOLE
ROSSE |
19 |
100g |
BASTONCINI
DI PESCE |
191 |
100g |
BIETE
BOLLITE |
36 |
100g |
BIRRA
MEDIA |
170 |
1 |
BISCOTTI
INTEGRALI |
425 |
100g |
BISTECCA
AI FERRI |
200 |
100g |
BISTECCA
DI MAIALE MAGRO |
157 |
100g |
BOLLITO
MISTO |
389 |
1
porzione |
BRANDY |
112 |
1
bicchierino |
BRIOCHES
CONFEZIONATE |
438 |
100g |
BRIOCHES
BAR |
206 |
1 |
BROCCOLETTI
AGLIO E OLIO |
136 |
1 porzione |
BROCCOLETTI
BOLLITI |
32 |
100g |
BUDINO
AL CIOCCOLATO |
275 |
1 porzione |
BURRO |
758 |
100g |
CACCIATORINI |
425 |
100g |
CACHI |
65 |
100g |
CACIOCAVALLO |
439 |
100g |
CACIOTTA
FRESCA |
263 |
100g |
CARCIOFI
BOLLITI |
82 |
100g |
CALAMARETTI
FRITTI |
306 |
100g |
CALZONE |
800 |
1 |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
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100g |
http://www.idealdieta.it/tabella_calorie/tabella_calorieC.htm
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C- DIGESTIONE
L'uomo si caratterizza per la sua
grande capacità adattiva e questo vale anche per l'alimentazione.
Il nostro apparato digerente è storicamente adattato alla
digestione di qualunque tipo di cibo. Da sempre l'uomo si
è adeguato a mangiare secondo la disponibilità offertagli
dell'ambiente circostante e questa disponibilità si è di
volta in volta modificata nel corso dei periodi storici
e dei luoghi dove si è trovato a vivere.
Il Dott. Herbert M. Sheldon ha elaborato una teoria delle
associazioni alimentari, secondo la quale l'alimentazione
adottata ai giorni nostri
dalla maggior parte delle persone è scorretta perché si
basa sul presupposto che il nostro organismo è in grado
di assimilare e digerire qualsiasi alimento indipendentemente
da come questo viene fornito, e da convinzione, che sarebbe
errata, dipenderebbero i numerosi problemi> digestivi di
cui soffrono milioni di persone e da cui derivano malattie
più gravi come il cancro al colon.
L'errore di questa teoria è quello di considerare l'evento
nutrizionale come imperniato sul momento della digestione
e di individuare associazioni corrette o scorrette sulla
base del livello di digeribilità delle varie combinazioni.
Ma le implicazioni della nutrizione non riguardano solo
la digestione. La digeribilità costituisce solo un parametro
parziale e insufficiente per valutare un pasto che potrebbe
quindi essere facilmente digeribile ma sbilanciato nutrizionalmente
o viceversa.
Affinché il processo metabolico possa avvenire nei migliore
dei modi, è necessario che l'organismo disponga dei vari
principi nutritivi e questo non è possibile consumando un
unico alimento per pasto, poichè pochissimi alimenti contengono
le giuste proporzioni di carboidrati, proteine e grassi.
Inoltre mantenere separati i macronutrienti può limitare
l'assorbimento di alcuni principi nutritivi contenuti negli
alimenti. Ad esempio, spremere un po' di succo di limone
su una bistecca favorisce l'assorbimento del ferro contenuto
nella carne grazie alla vitamina C presente nel succo del
limone, mentre, secondo la teoria delle associazioni alimentari,
non bisognerebbe unire acidi e proteine. Combinare i cibi
è quindi una necessità.
La digeribilità di un cibo è correlata alla quantità immessa
(contenuto di grassi, proteine e carboidrati) e alle modalità
di preparazione (fritto, bollito, ecc.).E' ovvio che, a
seconda della combinazione alimentare, sarà necessario un
tempo digestivo diverso e ci saranno quindi combinazioni
più impegnative di altre, ma il nostro apparato digerente
risponderà comunque in maniera adeguata a patto che non
si sovrappongano fattori negativi come gli eccessi in genere
(grassi, quantità, alcool, ecc.).
Poi bisogna tenere conto del momento in cui consumiamo un
pasto: di norma è meglio evitare pasti abbondanti prima
di uno sforzo intenso (come un allenamento per esempio),
prima di coricarsi o di un'intensa attività intellettiva.
Comunque è utile conoscere quali sono le associazioni di
digestione più impegnativa, così, nel possibile, da evitarle.
Ovviamente è possibile trasgredire, ma non più di una regola
per pasto.
1 - Quante calorie?
Un pasto da 1000 kcal, ineccepibile come combinazione di
alimenti, sarà meno digeribile di un pasto da 500 kcal con
2 o 3 combinazioni sfavorevoli.
Per molti soggetti che hanno il vincolo del sovrappeso,
è facile soddisfare il vincolo delle calorie per pasto,
ma per uno sportivo o un giovane questo potrebbe non bastare.
Quante calorie deve contenere un pasto "normale"? Dalle
400 alle 800. Con 3 pasti al giorno, si copre un fabbisogno
dalle 1200 alle 2400 kcal.
Con consumi calorici superiori, bisognerà introdurre degli
spuntini.
2 - Proteine di diversa provenienza
Ogni tipo di proteina necessita di particolari enzimi che
vengono attivati in particolari condizioni di acidità. Assumendo
proteine di diversa natura (ad esempio carne e formaggio,
uova e carne, uova e formaggio, ecc.) si rallenta la digestione
di entrambe.
Particolarmente deleteria l'associazione di carne e latticini:
la caseina del latte tende ad inglobare le proteine della
carne rendendola indigeribile e dando luogo a fenomeni putrefattivi.
3 - Zuccheri e amidi o zuccheri e proteine.
Le proteine e gli amidi vengono digeriti nello stomaco,
mentre gli zuccheri semplici vengono digeriti nell'intestino.
Se assunti insieme, gli
zuccheri permangono nello stomaco il tempo necessario a
smaltire gli amidi o le proteine, dando luogo a fermentazioni
che ostacolano a loro volta la digestione di amidi e proteine.
Quindi è bene evitare l'abitudine del dolce a fine pasto.
4 - Vino o birra e amidi
Il vino e la birra sono sostanze che aumentano l'acidità
e quindi rallentano la digestione degli amidi, che necessitano
di un ambiente alcalino. è bene quindi limitare l'assunzione
di queste bevande ai pasti prevalentemente proteici, soprattutto
quelli a base di carne e pesce.
5 - Grassi cotti e alimenti proteici.
I grassi sono gli alimenti più difficoltosi da digerire
e quindi quelli che rallentano maggiormente la digestione
degli altri nutrienti.
La quantità totale di grassi in una dieta equilibrata (cioè
con una % di grassi non superiore al 40%), chi ha problemi
di sovrappeso, la limita automaticamente.
I grassi cotti, contenuti nei fritti, nelle carni grasse
cotte, ma anche negli alimenti alla cui base c'è un soffritto,
rallentano la digestione più di quelli crudi, e quando associati
a proteine ne determinano una lunga permanenza nell'intestino
favorendone la putrefazione.
Nei pasti a base di sole proteine e grassi cotti è bene
aggiungere molta verdura cruda, per limitare i
Ca - Digestione dei Carboidrati.
La digestione dei carboidrati inizia nella bocca: la saliva contiene
infatti l'alfa-amilasi (a ptialina) che idrolizza l'amido
liberando maltosio e destrine. Tuttavia questa azione assume
scarsa rilevanza, sia la scarsa permanenza del cibo in bocca,
sia perché l'azione dell'alfa-amilasi si interrompe nello
stomaco, poiché l'ambiente acido inattiva l'azione dell'enzima.
La digestione dei glucidi riprende nell'intestino, dove
è l'alfa-amilasi pancreatica a trasformare l'amido in vari
tipi di disaccaridi (maltosio, destrine). Scopo di questo
processo è l'idrolisi dei disaccaridi, degli oligosaccaridi
e dei polisaccaridi nei singoli monosaccaridi che li costituiscono
(glucosio, fruttosio, galattosio) , al fine di renderli
assorbibili dalla mucosa intestinale.
Il glucosio viene assorbito con un meccanismo di trasporto
attivo mentre il fruttosio viene assorbito passivamente:
questo determina un più lento assorbimento del fruttosio
e concorre ad abbassare il suo indice glicemico nel sangue.
Gli zuccheri semplici arrivano quindi al fegato, e vengono
trasformati tutti in glucosio. A questo punto il glucosio
può seguire diversi destini metabolici: in sostanza, se
le scorte di carboidrati sono piene il glucosio viene trasformato
in grasso e immagazzinato, altrimenti le scorte vengono
ripristinate trasformando il glucosio in glicogeno.
Non tutti i carboidrati introdotti con la dieta sono digeribili
e anche lo stesso amido, specie se crudo, può risultare
di difficile digestione. Alcuni vegetali, come i legumi,
contengono ad esempio degli oligosaccaridi indigeribili
(raffinosio, verbascosio e stachiosio). Analogo discorso
per la fibra alimentare, inclusa la cellulosa. La digestione
di questi carboidrati è invece possibile per altri animali,
come i ruminanti, e per i batteri presenti nel nostro intestino
crasso. Tali microrganismi fermentano la fibra alimentare
producendo acidi grassi dotati di un effetto lassativo,
trofico per la mucosa del colon e prezioso per la salute
generale dell'intero organismo.
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Cb -
Digestione delle Proteine.
Le proteine sono formate dall'unione di molecole più semplici
chiamate amminoacidi che si legano tra loro attraverso legami
peptidici. Due molecole di aminoacidi formano un dipeptide,
tre un tripeptide e così via. Si parla di polipeptide quanto
tale catena è formata da meno di 100 aminoacidi e di proteine
quando il numero delle singole unità supera tale soglia.
Nel corpo umano si riconoscono circa 50.000 diverse molecole
proteiche, la cui funzione è determinata dalla loro sequenza
aminoacidica.
Attraverso tutta una serie di reazioni il nostro organismo
è in grado di sintetizzare autonomamente le proteine di
cui ha bisogno a partire dai singoli aminoacidi contenuti
negli alimenti.
Dal momento che le proteine sono troppo grosse per essere
assorbite come tali e trasportate in circolo, alcuni enzimi
presenti nel lume del tratto gastrointestinale intervengono
nella loro digestione scomponendole nei singoli amminoacidi.
Digestione delle proteine:
Durante il processo digestivo la maggior parte delle proteine
è ridotta completamente nei singoli aminoacidi. La digestione
di queste macromolecole inizia nello stomaco dove l'azione
combinata di pepsinogeno ed acido cloridrico porta alla
formazione di oligopeptidi (corte catene di aminoacidi formate
da meno di dieci unità).
L'acido cloridrico, oltre a trasformare il pepsinogeno in
pepsina, distrugge gran parte della carica batterica, favorisce
l'assorbimento del ferro e la sintesi di succo enterico,
bile, bicarbonati ed enzimi pancreatici. La secrezione dello
stomaco è influenzata da fattori nervosi, (odore, gusto
del cibo e condizionamento), meccanici (distensioni delle
pareti gastriche), chimiche (presenza di oligopeptidi) e
ormonali (gastrina).
La digestione delle proteine viene completata dalle proteasi
intestinali di origine pancreatica (riversate nel duodeno)
e prodotte dalla membrana dello stesso intestino (poste
sull'orletto a spazzola). Per questo motivo la digestione
proteica è normale anche dopo l'asportazione chirurgica
dello stomaco.
Le proteasi si dividono in endoproteasi (idrolizzano i legami
peptidici interni alle proteine: chimotripsina, elastasi,
tripsina) e esopeptidasi (idrolizzano l'aminoacido terminale
della proteina: carbossipeptidasi, amminopeptidasi, dipeptidasi).
A livello intestinale la digestione delle proteine è completata
ed i singoli aminoacidi, dipeptidi e tripeptidi, possono
essere assorbiti e trasportati al fegato da carriers specifici.
Dopo essere giunti in questa grossa ghiandola i singoli
aminoacidi possono:
- essere utilizzati come tali per svolgere funzioni
particolari (intervengono nelle risposta immunitaria,
nella sintesi di ormoni e vitamine, nella trasmissione
degli impulsi nervosi, nella produzione di energia e
come catalizzatori in moltissimi processi metabolici)
- partecipare alla sintesi proteica, un processo inverso
a quello digestivo che ha lo scopo di fornire all'organismo
i materiali per la crescita, il mantenimento e la ricostruzione
delle strutture cellulari.
- se presenti in eccesso vengono utilizzati a scopi
energetici (gluconeogenesi) o convertiti in grasso di
deposito.
Una piccola quota di proteine presenti negli alimenti non
viene assorbita ed è eliminata come tale con le feci (5%).
Alcuni peptidi formati da più di tre amminoacidi sono assorbiti
mediante transcitosi e come tali possono rappresentare un
fattore significativo per lo sviluppo di allergie ed intolleranze
alimentari.
Solo nel neonato è possibile l'assorbimento di proteine
intere, non digerite. Tale fenomeno è fondamentale per l'assorbimento
degli anticorpi trasmessi attraverso il latte materno.
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Cc -
Digestione dei Grassi.
Con la dieta introduciamo lipidi sottoforma di:
trigliceridi (98%),
colesterolo, fosfolipidi e vitamine liposolubili (2%).
Un trigliceride è costituito da una molecola di glicerolo
esterificata con tre acidi grassi.
La digestione dei lipidi è profondamente condizionata dalla
loro scarsa solubilità in acqua, che rappresenta l'elemento
fondamentale all'interno del tubo digerente. Così, quando
si trovano nell'ambiente acquoso dato da saliva, secrezioni
gastriche, intestinali, pancreatiche e
biliari, i grassi si aggregano tra loro, separandosi dal
mezzo acquoso.
Nel lume dello stomaco i lipidi si riuniscono in macromolecole
isolate dalla componente idrofila del chimo, un po' come
succede nel brodo dove le gocce lipidiche si separano dalla
parte acquosa.
Tale caratteristica complica enormemente i processi digestivi,
poiché gli enzimi deputati alla digestione dei grassi, essendo
idrosolubili, riescono ad aggredire solamente i lipidi di
superficie, senza riuscire a penetrare all'interno della
goccia. La loro efficacia è quindi modesta.
Nello stomaco la lipasi gastrica attacca i trigliceridi,
staccando uno dei tre acidi grassi, con conseguente formazione
di acidi grassi liberi e digliceridi. L'efficacia digestiva
di questo enzima è fortemente ridotta dalla natura idrofobica
dei lipidi e dalla forte acidità gastrica.
Nelle 2-4 ore in cui il cibo rimane nello stomaco questo
enzima, insieme alle lipasi salivari, digerisce circa il
10-30% dei lipidi alimentari.
Nel duodeno (tratto iniziale dell'intestino tenue) viene
riversato un enzima, chiamato lipasi pancreatica, che ricopre
la medesima funzione della lipasi gastrica e salivare. La
sua azione digestiva è però facilitata dai sali biliari
presenti nella bile e dalla leggera basicità che caratterizza
il lume intestinale.
I sali biliari sono sintetizzati dal fegato a partire dal
colesterolo e, a differenza del loro precursore, sono molecole
anfipatiche. I sali biliari sono infatti formati da una
componente liposolubile e da un'altra idrosolubile, con
tanto di cariche negative rivolte verso la parte esterna
(si definisce anfipatica o anfifilica, una molecola contenente
un gruppo idrofilo ed uno idrofobo; l'esempio più classico
è dato dai fosfolipidi che costituiscono la membrana cellulare).
Dopo essere stati immessi nell'intestino, i sali biliari
vanno ad inserirsi nelle gocce lipidiche con la loro porzione
liposolubile. In questo modo riducono la coesione tra i
vari trigliceridi, facilitando enormemente l'attività digestiva
delle lipasi pancreatiche. Contemporaneamente il continuo
rimescolamento del contenuto intestinale, favorito dalle
contrazioni peristaltiche, contribuisce alla scissione delle
gocciolone lipidiche in molecole molto più piccole.
L'intero processo, che prende il nome di emulsione, è irreversibile
(grazie alla carica elettrica negativa della componente
idrosolubile dei sali biliari che respinge le varie molecole
lipidiche).
Quando sbattiamo con una forchetta (peristalsi intestinale)
una sospensione di olio ed acqua, le due fasi, dopo essersi
temporaneamente associate, tornano rapidamente a separarsi.
Nell'intestino la riaggregazione lipidica è inibita dai
sali biliari e da altre molecole tensiottive.
Grazie a questa riduzione delle gocce lipidiche, la superficie
di contatto delle lipasi con i substrati aumenta notevolmente
ed insieme ad essa anche l'efficacia digestiva di questi
enzimi. L'adesione delle lipasi alle goccioline di grasso
è ostacolata dallo strato di sali biliari che circonda la
goccia lipidica; per questo motivo la digestione dei grassi
richiede la presenza di un'ulteriore enzima pancreatico,
chiamato colipasi, che aumenta l'adesione della lipasi alle
goccioline lipidiche.
A differenza della lipasi gastrica, quella pancreatica stacca
dal trigliceride non uno ma due acidi grassi, con formazione
di monogliceridi ed acidi grassi liberi.
I prodotti finali della digestione lipidica sono gli acidi
grassi liberi, i monogliceridi ed i lisofosfolipidi derivanti
dalla digestione dei fosfolipidi (digeriti da una fosfolipasi
presente nel succo pancreatico).
Mano a mano che questi composti si formano, escono dalle
gocce e si raccolgono, insieme a colesterolo, sali biliari
e lisofosfolipidi, in piccolissime strutture solubili, chiamate
micelle, che li veicolano fino agli enterociti deputati
al loro assorbimento. Nella composizione delle micelle non
entrano a far parte gli acidi grassi a corta e media catena
che, in virtù della maggiore idrosolubilità, rimangono nel
mezzo
acquoso.
I sali biliari sono essenziali sia per la digestione dei
lipidi, grazie alle loro proprietà emulsionanti, sia per
il loro assorbimento, poiché intervengono nella formazione
delle micelle lipidiche.
Se la bile non venisse riversata nell'intestino buona parte
dei grassi assunti con gli alimenti passerebbero nelle feci
in forma non digerita (steatorrea)
Il colesterolo libero e le vitamine liposolubili vengono
assorbiti come tali, senza subire particolari processi digestivi
(per essere assorbito, il colesterolo esterificato viene
idrolizzato a colesterolo libero + acido grasso dall'esterasi
pancreatica).
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Cd -
La cattiva digestione (Dispepsia).
Con il termine dispepsia dispepsia (dal greco dys-pepsia,
ossia "cattiva digestione") si fa riferimento ad una condizione
sommariamente descritta come "cattiva digestione".
Si stima che circa il 30-40% degli italiani soffra di disturbi
digestivi. Il forte aumento e la capillare diffusione di
questo problema nei Paesi industrializzati testimonia come
la dispepsia sia un disturbo legato alle abitudini di vita
e dietetiche tipiche del mondo occidentale.
I sintomi tipici della dispepsia si localizzano nella parte
superiore dell'addome e comprendono:
- bruciori di stomaco
- rigurgito acido
- eruttazioni
- alitosi
- dolore alla parte alta dell'addome
- senso di digestione lunga e laboriosa
- intolleranza a grassi, fritti, carne e uova
- A questi sintomi se ne aggiungono altri di meno
comuni come cefalea, tosse, difficoltà alla deglutizione
(disfagia) e a volte vomito
alimentare
Cause di dispepsia possono essere:
- uso di medicinali (antinfiammatori non steroidei
o FANS come l'aspirina, ferro, teofillina ecc.)
helicobacter pylori;
- ulcera gastrica (allo stomaco);
- gastriti (infiammazioni della mucosa interna dello
stomaco);
- cattiva alimentazione (dieta);
- obesità;
- malattia da reflusso gastroesofageo ;
- Abuso di fumo e alcol.
Curare la dispepsia:
- Effettuare una visita medica specializzata che consenta
di ottenere una diagnosi precisa (ad es. gastroscopia,
pasto opaco, esami del sangue ecc.)
- Curare eventuali malattie organiche come ulcere,
calcolosi delle colecisti e delle vie biliari, celiachia
ecc.
- Eliminare o perlomeno ridurre fattori di rischio
come l'assunzione di Fans, l'obesità, il fumo l'alcol,
la sedentarietà e il sovrappeso.
Se tolti tutti questi problemi rimangono le difficoltà digestive
si parla di dispepsia funzionale, ovvero di una forma di
malattia non legata a cause organiche (disturbi dispeptici
di natura benigna). In ogni caso esistono delle cure farmacologiche
molto efficaci specifiche per i sintomi avvertiti. La sindrome
dell'intestino irritabile è molto simile alla dispepsia.
Si tratta di una malattia con una componente genetica e
psicologica importante caratterizzata da due importanti
fattori:
- disturbo della motilità gastroenterica ed alterazione
della peristalsi (incapacità dell'apparato digerente
nel far avanzare efficacemente il suo contenuto);
- ipersensibilità viscerale (l'individuo è spesso
pienamente consapevole dei sintomi che avverte e percepisce
chiaramente la malattia).
- Lo stress è sicuramente una concausa importantissima,
tanto che si parla di sindrome dell'intestino irritabile
come di una malattia a forte componente psicosociale.
Nella cura di questa patologia sia la psicoterapia che
gli psicofarmaci sono considerati elementi molto importanti.
PRIMO PROBLEMA: ECCESSO DI CIBO
La digestione è un processo complesso, che richiede molta
energia all'organismo (circa il 15% del fabbisogno calorico
quotidiano).
La ripartizione del cibo in diversi pasti ha lo scopo di
rendere più agevole la digestione impedendo al tempo stesso
la comparsa di incontrollabili attacchi di fame.
Condensare tutto il cibo in un unico pasto sarebbe invece
come concentrare il lavoro di una giornata intera in poche
ore, sicuramente il rendimento sarebbe molto basso ed i
nervi non reggerebbero allo stress.
Al contrario concedersi una pausa rigenerante ogni tanto
aiuterebbe a ritrovare energie e concentrazione per affrontare
al meglio gli impegni lavorativi. Lo stesso risultato si
può ottenere consumando 3 pasti principali (colazione, pranzo,
cena) eventualmente affiancati da uno o più spuntini. In
questo modo i problemi digestivi scompaiono o perlomeno
vengono considerevolmente ridotti.
La massima quantità di cibo ingeribile in un singolo pasto
va dunque calibrata anche in base agli impegni successivi
all'assunzione del cibo.
Se per esempio si avverte un forte "buco allo stomaco" un'ora
prima di iniziare un'attività fisica o mentale molto intensa
è bene consumare uno spuntino veloce, facilmente digeribile
e non troppo calorico.
Per un soggetto normopeso di 75 kg un pasto non dovrebbe
orientativamente superare le 600-800 kcal. Una persona particolarmente
attiva come uno sportivo potrebbe tuttavia non riuscire
a rispettare tale vincolo anche dividendo uniformemente
le calorie nei tre pasti principali. In questo caso il consumo
di spuntini è l'unica soluzione per ridistribuire al meglio
l'assunzione calorica nell'arco della giornata.
è interessante notare come vengano utilizzate le calorie
e non i grammi per quantificare la massima dose di cibo
consumabile ad ogni pasto. Non < a caso, generalmente,sono
proprio gli alimenti più calorici a causare i maggiori problemi
digestivi.
SECONDO PROBLEMA: dieta dissociata
In realtà più che di vere e proprie diete si tratta di mode
alimentari che, a causa di innumerevoli errori di valutazione,
non hanno riscontrato un largo consenso tra medici e professionisti
del settore.
Anche per illustrare questo principio possiamo utilizzare
il paragone con l'attività lavorativa di una persona. Immaginiamo
dunque che un impiegato debba svolgere diversi compiti durante
la giornata. Organizzando il tutto meticolosamente e dedicando
il giusto tempo ad ogni problema il nostro abile lavoratore
riuscirebbe con tutta probabilità a districarsi agevolmente
tra le varie faccende. Al contrario saltando continuamente
da un compito all'altro nella sua mente si genererebbe non
poca confusione ed i vari problemi risulterebbero di difficile
soluzione.
Per lo stesso motivo un'unica abbuffata completa di primo
secondo, frutta, dessert e caffè causerebbe non pochi problemi
al nostro apparato digerente. Tuttavia, fortunatamente,
alcuni lavoratori hanno una buona elasticità mentale che
gli consente di saltare con successo da un problema all'altro.
Allo stesso modo entro un certo limite anche il nostro organismo
riesce a districarsi nella digestione di alimenti di diversa
natura.
La composizione del pasto in termini di macronutrienti è
infatti importante in quanto i vari alimenti che mangiamo
richiedono processi digestivi fra loro contrastanti o addirittura
opposti. Studiando tali associazioni, è stata stilata una
lista di combinazioni alimentari sfavorevoli, la cui simultanea
digestione crea qualche problema all'organismo.
--PROTEINE E CARBOIDRATI: gli enzimi digestivi che intervengono
nella digestione di queste due classi di nutrienti sono
in competizione tra loro. Le proteine necessitano infatti
di un ambiente acido per essere digerite mentre i carboidrati
hanno bisogno di un ambiente basico.
L'assunzione di proteine insieme ai carboidrati provoca
quindi un arresto della digestione di entrambi, dato che
i carboidrati, costretti a rimanere più a lungo del necessario
nello stomaco, danno luogo a processi putreffativi.
Quanto più i carboidrati sono semplici o ad elevato indice
glicemico (zucchero, frutta zuccherina, dolci, miele ecc.)
e tanto maggiori saranno i problemi digestivi.
--ACIDI E CARBOIDRATI: cibi e bevande acide (vino, birra,
aceto, frutta acidula, succhi di frutta ed alcune bevande
zuccherate), tendono ad abbassare il pH gastrico ostacolando
la digestione dei carboidrati. Tali alimenti sono invece
indicati per favorire la digestione di un pasto proteico
dato che, come abbiamo già visto, le proteine vengono digerite
meglio in un ambiente acido.
--Grassi E PROTEINE: soprattutto i grassi cotti tendono
a rallentare i tempi di digestione delle proteine nell'intestino
dando luogo a processi putrefattivi che possono essere bilanciati
soltanto dalla contemporanea assunzione di verdura cruda.
--FRUTTA: possiamo dividere questa categoria di alimenti
in due grandi gruppi:
-la frutta acidula (limoni, meloni, albicocche, arance,
mele, ciliege)
-e la frutta zuccherina (cachi, uva, fichi, datteri, castagne).
Dato che la prima aumenta l'acidità gastrica contrastando
la digestione degli zuccheri presenti nella seconda, sarebbe
bene non associare mai tra loro questi due tipi di frutta.
L'osservanza scrupolosa di tali regole conduce, per forza
di cose, ad un impoverimento della dieta, sia sotto l'aspetto
qualitativo che quantitativo. Se da un lato è vero che la
dieta italiana è ricca di incongrue associazioni alimentari,
dall'altro è anche vero che spesso il limite calorico si
dimostra ben più importante della corretta combinazione
degli alimenti.
Chi mangia male ed è in sovrappeso ha più probabilità di
soffrire di problemi digestivi rispetto ad un normopeso
che segue una dieta bilanciata. Occorre dunque seguire alcune
norme importanti in campo dietetico come la riduzione di
grassi (in particolar modo di quelli saturi) a favore di
fibre, vitamine ed antiossidanti di cui frutta e verdura
cruda sono particolarmente ricche. Il pesce rispetto alla
carne, oltre ad avere un profilo lipidico migliore, è meno
ricco di tessuto connettivo e quindi più facilmente digeribile.
Non basta mangiare meglio, bisogna sforzarsi di mangiare
più volte al giorno e oltre ai tre pasti principali (colazione,
pranzo e cena) inserire eventualmente uno spuntino a metà
mattina e pomeriggio.
TERZO PROBLEMA: SCARSA QUALITA' DEGLI ALIMENTI
Purtroppo in molti casi la qualità degli alimenti non va
di pari passo ne con le possibilità economiche del consumatore
né con le sue conoscenze dietetiche. D'altro canto l'industria
alimentare, al pari delle altre attività commerciali, non
è certo immune dalle ambizioni di guadagno e questo il più
delle volte va a discapito della qualità dei loro prodotti.
Spesso servono notizie sconcertanti come gli anabolizzanti
nella carne, il mercurio nel pesce o la diossina nei polli
per risvegliare momentaneamente lo spirito critico del consumatore.
In realtà basterebbe conoscere le reali proprietà degli
additivi chimici o di altre sostanze utilizzate in campo
alimentare per stare alla larga da molti dei numerosi prodotti
esistenti in commercio.
Se queste sostanze prese singolarmente in dosi limitate
sono del tutto innocue, la stessa cosa non si può dire se
il loro consumo perdura a lungo o se vengono assunte per
anni addizionandole ad altri additivi chimici.
La frittura degli alimenti sviluppa, per esempio, numerose
sostanze tossiche, in relazione al tipo di olio utilizzato
ed alla temperatura di cottura. Un chilo di carne alla griglia
contiene invece all'incirca lo stesso quantitativo di benzopirene
(un idrocarburo estremamente cancerogeno) presente in 600
sigarette.
La combinazione tra sostanze tossiche, additivi chimici
ed alimenti di scarsa qualità porta inevitabilmente ad una
intossicazione dell'organismo i cui sintomi, facilmente
osservabili, comprendono dermatiti, aumento del peso corporeo,
stanchezza, cefalea e problemi digestivi. Il consumo regolare
di frutta e verdura abbinato ad un po' di attività fisica
aiuta invece a ridurre l'assorbimento di tali sostanze favorendone,
al tempo stesso, l'eliminazione.
Cose da fare per prevenire l' indigestione
- Masticare bene il cibo. Ogni boccone di cibo dovrebbe
essere masticato 20-30 volte.
- Mangiare poco e spesso. Grandi quantità di cibo possono
sovraccaricare l' apparato digerente, perciò è meglio evitare
di mangiare troppo in
una sola volta.
- Rendere appetitosi i pasti. L' aspetto di un pasto saporito
aumenta la secrezione dei succhi digestivi favorendo quindi
una migliore
digestione.
-ALCUNI ALIMENTI CONSIGLIATI PER FAVORIRE LA DIGESTIONE:
carciofo, cavolo, crusca, finocchio, melissa, menta, e genziana.
Cose da non fare
- Non mangiare tardi la sera, mai più tardi delle 20.
- Non bere eccessivamente durante i pasti, al massimo un
bicchiere a pasto.
- Non assumere farmaci da banco contro l' indigestione,
a meno che non ve lo consigli il medico, gli antiacidi riducono
l' efficienza della
digestione.
- Non mangiare mentre si lavora, il pasto deve essere un
momento privo di stress, evitare le distrazioni come la
lettura o la televisione durante i pasti.
- Non mangiare in fretta, fare in modo da gustare il cibo
con tranquillità, qualche minuto di relax dopo il pasto.
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