Capri
Egadi
Elba
Eolie
Etna
Ischia
Palermo
Pantelleria
Ustica
Diorama

 












 






L'arcipelago delle isole Egadi,
con il monte Erice, il monte Cofano, e la costa dello Zingaro a Nord,
è fra i territori più belli della Sicilia.
Il tempio di Venere sul monte Erice fu per molti secoli un faro di civiltà
per tutti i popoli del mediterraneo.

Scala 1: 67.500 . . . cm 110 x 40

Il modello è utile per programmare battute di pesca in barca, o escursioni nel vario territorio dell'Agro Ericino.





 

Altri Modelli

 

 

Capri
Scala 1: 21.000   cm 42 x 30
Scala 1: 15.000   cm 48 x 33

 

 

 

Egadi - Erice
Scala 1: 67.000   cm 110x40

 

 

 

E L B A
Scala 1: 56.000   cm 70 x 42

 

 

 

I S C H I A
Scala 1: 20.500   cm 57 x 47

 

 

 

Palermo
Scala 1: 25.000   cm 150x89
Scala 1: 41.500   cm 87x62

 

 

 

Panarea
Scala 1: 10.500   cm 42x32

 

 

 

Pantelleria
Scala 1: 20.000   cm 85 x 59
Scala 1: 33.000   cm 52 x 36

 

 

 

Salina
Scala 1: 12.500   cm 67 x 58
Scala 1: 15.200   cm 49 x 42

 

 

 

Ustica
Scala 1: 8.500     cm 67 x 48
Scala 1: 12.000   cm 52 x 36

 

 

 

Caverna Sub
cm 50x50x50      Pesa 1.5 Kg

 

 


Caratteristiche

 

Diorami in scala di isole e territori caratteristici della nostra Italia. Sono costruiti in vetroresina e incollati su compensato di 8mm impermeabilizzato e rinforzato, colorati con colori acrilici. Sui bordi sono segnati gli indici delle coordinate ortogonali per rintracciare le località .
Ogni modello è unico e costruito a mano con passione e precisione.

 

 

<p>&nbsp;Periodo preistorico<br> I fatti che avvennero in tempi assai remoti non si conoscono.<br> Nell’Odissea (libro IX), Omero fa approdare Ulisse nell&#39;isola delle capre (Aegades) e descrive i caratteri naturali dell&#39;isola con tale chiarezza che la somiglianza all&#39;isola attuale riesce perfetta.<br> Si ritiene che i primi abitatori della Sicilia furono i Feaci (marinai) e i Lestrà¬goni (agricoltori) venuti dall&#39;Epiro via mare. Essi abitarono a Favignana probabilmente in caverne delle quali si ha traccia in prossimità di S. Nicola.<br> <br> <br> <br> <br> <br> Sicani, Siculi, Cumani<br> I Sicani vennero in Sicilia verso il 1200 a.C. La loro venuta fece cambiare la denominazione di Trinacria in Sicania e poi in Sicilia con la venuta dei Siculi dalla valle del Tevere.<br> La leggenda narra che in quel periodo Ercole Tebano fondಠnella valle del Lilibeo la città di Mozia ove lasciಠuna colonia Fenicia. Si pensa che questi Fenici presero dimora anche a Favignana (Katria).<br> La Sicilia venne poi occupata dai corsari di Cuma. Furono questi i primi Greci che posero piede nell&#39;isola e ne impedirono la venuta di altri popoli.<br> Gli Ateniesi nel 415 a.C. mandarono una poderosa flotta in Sicilia agli ordini di Nicio di Lamaco. L&#39;intervento per proteggere Segesta contro le aggressioni di Selinunte e Siracusa mascherava l&#39;intento di conquistare tutta l&#39;isola.<br> Si combattè con alterne vicende e, affinchà© la Sicilia non venisse sottoposta ad una dominazione prepotente, i siciliani chiamarono in aiuto i Cartaginesi.<br> <br> <br> <br> <br> Trinacria<br> <br> <br> <br> Periodo cartaginese<br> I Cartaginesi verso l&#39;anno 400 a.C. cominciarono l&#39;invasione della Sicilia, interamente compiuta, fatta eccezione di Siracusa e Messina, capisaldi difesi dai Mamertini. E’ assai probabile che i Cartaginesi siano venuti a formare anche una piccola colonia a Favignana, poichà© essa, con Mozia, costituiva una specie di avanguardia della Sicilia.<br> <br> La disfatta dei Cartaginesi nella prima guerra punica (264-241 a.C.) lasciಠun ricordo storico a Favignana.<br> L&#39;anno 250 a.C. il Senato cartaginese all&#39;avviso dell&#39;assedio del Lilibeo da parte dei Consoli C.A.Regolo e L.M.Vulso e gli sforzi del capitano Imileone per impedire ai romani l&#39;ingresso in città , spedଠsoccorso di uomini e di frumento a mezzo di cinquanta navi al comando di Annibale. Questi diresse la flotta a Favignana e da questa isola a vele spiegate forzಠil blocco del nemico che assediava il Lilibeo.<br> Nel 246 a.C. la flotta cartaginese comandata da Annone era appostata presso l&#39;isola di Hiera (Marettimo) per approfittare del vento e correre su Trapani per liberare l&#39;esercito di Amilcare Barca bloccato sul monte Erice.<br> In prossimità di Favignana la flotta cartaginese fu intercettata da quella romana e distrutta: la prima guerra punica ebbe fine con la pace conclusa nel 241 a.C. .<br> Anche nella seconda guerra punica (219-201 a.C.) le acque di Favignana furono teatro di diverse battaglie e restಠcelebre il seno di Cala Rossa in Favignana per il ricovero offerto alle navi romane.<br> <br> <br> <br> <br> <br> Annibale<br> <br> <br> <br> Periodo romano<br> Distrutta Cartagine, la Sicilia divenne Provincia romana e venne oppressa e sfruttata dai pretori che si succedettero, in special modo da C.Licinio Verre contro cui M.T.Cicerone, allora questore in Sicilia, fece diverse orazioni in Senato.<br> Durante l&#39;impero romano e sotto la dominazione di imperatori tiranni, Favignana vide le sue prime carceri, le quali erano costituite da un sistema di caverne.<br> A quell’epoca nessun fabbricato esisteva nell’isola (e non ne esistettero fino al secolo XVII): i pochi abitanti vivevano nelle grotte come trogloditi.<br> <br> <br> <br> <br> <br> Periodo saraceno<br> La caduta dell&#39;impero romano, la venuta dei Vandali (l‘anno 440), dei Goti e di tutti gli altri barbari, furono seguite dalla venuta dei Saraceni in Sicilia. Essi erano arabi di origine africana che, venuti nell&#39;isola ai primi del IX secolo, si resero padroni della Sicilia nell&#39; 878 con la presa e l&#39;incendio di Siracusa.<br> Il governo dispotico dei Saraceni condusse presto la Sicilia in miseria grandissima per la cupidigia degli emiri che la governarono.<br> A Favignana, in relazione ai ruderi che ancora avanzano, si ritiene che nella zona della Torretta doveva esservi una torre fabbricata dai Saraceni per garantire l&#39;isola da invasioni e che alla stessa epoca risalgono le torri trasformate in seguito a castelli di S.Caterina e di S.Leonardo. Queste dovevano costituire le difese dei Saraceni e da esse dovette aver origine lo stemma del Comune di Favignana: tre torri sulla quale poggia un uccello rapace (il nemico).<br> I Saraceni furono completamente cacciati dalla Sicilia nel 1090 ad opera dei Normanni. <br> <br> <br> <br> <br> <br> <br> Periodo normanno<br> I Normanni (uomini del Nord) assoggettarono la Sicilia diffondendovi il feudalesimo.<br> A Favignana di tale dominazione non si ha alcuna traccia.<br> Ruggero, re dei Normanni, fece trasformare due delle tre torri in fortezze (S.Caterina e S.Leonardo). Fece costruire pure la fortezza di S.Giacomo e non ebbe cura della Torretta divisando l’isola ben difesa.<br> I Normanni regnarono in Sicilia per 134 anni.<br> <br> <br> Ruggero I<br> <br> <br> <br> Gli Svevi<br> Gli Svevi regnarono in Sicilia dal 1195 fino al 1268, anno in cui l&#39;ultimo rampollo (Corradino di Svevia) fu decapitato in Piazza del Mercato (oggi Carmine) a Napoli.<br> <br> <br> Corradino di Svevia<br> <br> <br> <br> Gli Angioini<br> Spenti gli Svevi, il regno fu conquistato dagli Angioini. Il regno di Carlo d’Angiಠnon fu che una continua espoliazione per parte dei ferocissimi soldati provenzali, mandati in Sicilia al comando di baroni francesi. L’isola era abbandonata all’arbitrio dei suoi governanti che l’oppressero con tasse e balzelli.<br> In uno scoglio di Trapani, detto volgarmente &quot;del mal consiglio&quot;, si riunirono, dopo segreti accordi, il trapanese Palmerio Abate, signore di Favignana e di Carini, Giovanni da Procida, Alaimo da Lentini, signore di Ficarra, Gualtiero da Caltagirone ed altri pochi magnati dell&#39;isola, per trattare di abbattere il governo angioino.<br> Essi intendevano offrire la corona a Pietro III, re di Aragona e marito di Costanza, figlia di Manfredi, e cioè a quelli che Corradino di Svevia prima della sua morte aveva indicato come legittimi successori della corona del Regno di Sicilia.<br> Il 31 marzo 1282 avvennero i Vespri.<br> <br> Carlo D&#39;Angià²<br> <br> Costanza d&#39;Altavilla <br> Manfredi<br> <br> <br> Gli Aragonesi<br> Passato il regno nelle mani di Pietro d&#39;Aragona, Palmerio Abate ebbe confermata la Signoria di Favignana. Gli succedettero i fratelli Nicolಠe Riccardo Abate. Questi, con privilegio di Pietro d&#39;Aragona dato a Messina il 29 novembre 1341, ebbero concessa, unitamente al dominio di Favignana, la facoltà di fornire detta isola di due tonnare, chiamando l&#39;una di S.Leonardo e l&#39;altra di S.Nicolà².<br> <br> <br> Tutti i diritti sull&#39;isola andarono perduti con la confisca nel 1397 e Favignana, incamerata prima nel demanio della Regia Curia, passಠpoi con tutte le sue pertinenze sotto la Signoria di Aloisio de Carissimo da Trapani. Dal 1416 la Sicilia cominciಠad essere governata dai vicerà© spagnoli. Da allora l’isola venne travagliata da insurrezioni, patiboli, prigionie e ruberie dovute al mal governo. La Sicilia inoltre in questo periodo ebbe molto a soffrire per la pirateria dei Mori. Per combattere tale scorrerie dei corsari venne dato ordine di costruire delle torri di guardia e dei castelli in vicinanza delle spiagge. A Favignana Andrea Riccio (Carissimo) verso il 1498 rifece a nuovo il castello di S.Caterina e quello di S.Giacomo.<br> <br> Nel 1516 Ugone di Moncada, già vicerà© in Sicilia, al comando di un’armata navale destinata ad arginare le continue scorrerie dei corsari d’Africa, dopo un’aspra battaglia contro la flotta turca, fu sorpreso da una forte tempesta e si rifugià², con più di 14.000 uomini, a Favignana compiendovi gravi saccheggi.<br> <br> Nel 1590 Favignana veniva assegnata da Filippo II ai baroni Filingeri.<br> Verso la metà del XVII secolo l&#39;isola apparteneva a Giacomo Brignoni genovese, e infine la Regia Corte sotto il governo di Filippo III la vendette, l&#39;11 aprile 1640, insieme a Marettimo e Levanzo con le tonnare e la Signoria del Mare dei Porci per il prezzo di 500 mila scudi a Camillo Pallavicino.<br> Le isole Egadi per privilegio del re Filippo III in data 22 marzo 1651 furono erette a Contea sotto il titolo di Favignana. <br> <br> <br> Pietro d&#39;Aragona<br> <br> <br> <br> pirata barbaresco<br> <br> <br> <br> Filippo III <br> <br> <br> <br> Nel 1688 la casa regnante ritenne opportuno rivedere il contratto di vendita delle isole fatto ai Pallavicino, specialmente per conservare il diretto dominio dei castelli e delle fortezze di Favignana e Marettimo.<br> A questi ultimi infatti attribuiva molta importanza per la difesa dell&#39;isola, e nell&#39;atto di transizione che ne seguଠsi riservಠogni diritto su di essi obbligando i Pallavicino a non fare concessioni enfiteutiche di terreni senza l&#39;approvazione della Regia Corte. Questa clausola aveva per fine d&#39;impedire che sorgessero fabbricati dirimpetto al castello di S.Giacomo che togliessero la visuale del mare e la libera via ai tiri dei cannoni.<br> In conseguenza di tale intento la nuova chiesa parrocchiale della Immacolata Concezione di Maria Vergine, attuale Madrice, venne fabbricata all&#39;angolo e non al centro della piazza.<br> Essa fu costruita dai Pallavicino dietro istigazione del re, contenuta nell&#39;atto di trascrizione, poichà© l&#39;antica parrocchia di S.Giacomo entro il castello omonimo non era più sufficiente, dato l&#39;accrescimento della popolazione. Tale chiesa, ultimata nel 1764, venne elevata a dignità di Arcipretura.<br> La dominazione degli spagnoli durಠper più di quattro secoli lasciando molte tracce in tutta l&#39;isola.<br> <br> Stemma dei Pallavicino <br> <br> <br> I Borboni<br> Nel 1735 l&#39;infante Carlo di Borbone, per l&#39;astuzia della genitrice Elisabetta Farnese, moglie di Filippo V, si assise sul trono del Regno delle due Sicilie.<br> Ci è nota la condotta dei regnanti borbonici e le carceri di Favignana e Marettimo ne sono valide testimonianze.<br> Nel 1858 furono rinchiusi nel castello di S.Caterina Giovanni Nicotera con altri componenti della sfortunata spedizione di Sapri capitanata da Carlo Pisacane.<br> Guglielmo Pepe, generale dei moti del 1820, fu imprigionato nella fossa di Marettimo.<br> <br> Nel 1874 Vincenzo Florio prendeva possesso delle isole Egadi e dei loro mari acquistandole dal marchese Pallavicino Rusconi. Con tale acquisto non ebbe che la nuda proprietà di esse e delle tonnare, con esclusione dei castelli e dei terreni demaniali, essendo stati aboliti i diritti di feudo e le investiture prima consentite.<br> I fabbricati a Favignana cominciarono a sorgere con le concessioni enfiteutiche dei Pallavicino prima e dai Florio dopo, ed essi si svilupparono da principio nel rione di S.Anna.<br> Regno delle Due Sicilie<br> <br> Vincenzo Florio<br> Giovanni Nicotera<br> <br> Guglielmo Pepe<br> </p>

25.12.2016