|
|
|
|
F O R U M S A L U
T E
Commenti sull'argomento, senza registrarsi.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
A- NUTRIENTI
Aa -MacroNutrienti
In ogni alimento possono essere presenti, in proporzioni variabili,
alcune decine di nutrienti indispensabili all'organismo
per il mantenimento della vita, la sua crescita ed il rinnovamento
delle sue strutture.
Aa1- Carboidrati
I carboidrati sono fonte energetica soprattutto durante l'attività
fisica intensa. Intervengono nella formazione di acidi nucleici
e strutture nervose. Trasformati in glucosio i carboidrati
possono andare incontro a tre diversi processi metabolici:
-possono essere utilizzati dalle cellule per produrre
energia.
-possono essere immagazzinati nelle riserve epatiche
e muscolari sotto forma di glicogeno.
-possono essere trasformati in grasso e depositati come
tale, qualora le scorte di glicogeno siano sature.
Le riserve di glicogeno sono abbastanza limitate, quantificabili
nell'ordine di 380-500 grammi. Se tali scorte glucidiche
vengono ossidate liberano circa 2000 Kcal, sufficienti a
mala pena per sostenere il fabbisogno energetico a digiuno
e a riposo per 24-48 ore. Nell'individuo fisicamente attivo
tali riserve si esauriscono con maggiore rapidità, indicativamente
nel giro di 16-20 ore.
I depositi lipidici dell'organismo sono invece molto più abbondanti.
Un individuo in buona forma fisica possiede infatti circa
12 Kg di massa grassa, che al momento del bisogno possono
liberare fino a circa 100.000 Kcal.
L'organismo "preferisce" accumulare riserve energetiche sottoforma
di lipidi anziché di glicogeno per due motivi: innanzitutto
perché i lipidi sono più energetici (9 Kcal/g contro le
4 Kcal/g dei glucidi); inoltre nei depositi adiposi è presente
pochissima acqua.
I carboidrati o glucidi li troviamo soprattutto negli amidi,
nei cereali, nel pane, nei legumi, nei frutti, nelle patate,
nel miele, nella farina, nella frutta secca e nelle marmellate.
Essi si dividono in due principali categorie:
- gli zuccheri o carboidrati semplici (monosaccaridi
e disaccaridi)
- gli amidi o carboidrati complessi (oligosaccaridi
e polisaccaridi)
I carboidrati semplici sono composti da una molecola di zucchero
elementare, da cui il termine monosaccaridi, o dal
legame di due monosaccaridi, che conferisce loro il termine
disaccaridi. Sono carboidrati semplici, ad esempio:
il fruttosio, il glucosio ed il galattosio (monosaccaridi),
ma anche il saccarosio, il lattosio ed il maltosio (disaccaridi).
I carboidrati, composti da un'unione di 3 - 10 unità di zuccheri
semplici, sono denominati oligosaccaridi.
Appartengono a questo gruppoi:
- le maltodestrine, che sono costituite da brevi catene
di molecole di glucosio, il che le rende facilmente
digeribili ma non così rapidamente come gli zuccheri
semplici; grazie a tale caratteristica, le maltodestrine
assicurano un rilascio di energia lento e duraturo nel
tempo, e sono per questo molto indicate come integratore
da assumere durante gli allenamenti;
- i frutto-oligosaccaridi (FOS) ed i galatto oligosaccaridi
(GOS), che sono composti da molecole di fruttosio e
galattosio; non essendo completamente digeribili, questi
nutrienti giungono intatti nella parte finale dell'intestino
(colon), dove sono utili per la selezione dei batteri
benefici, utili all'organismo.
I Polisaccaridi sono carboidrati più complessi composti
da un elevato numero di unità di monosaccaridi, che possono
essere diverse migliaia.
I polisaccaridi li troviamo negli alimenti ricchi di amidi
(cereali, patate e molti altri tipi di vegetali).
Gli Zuccheri semplici tendono a creare fluttuazioni improvvise
del livello di glucosio nel sangue (glicemia) - con l'effetto
di far innalzare notevolmente i livelli di energia per un
lasso di tempo limitato, salvo poi farli abbassare drasticamente.
I carboidrati complessi, (molecole composte da sequenze
concatenate di zuccheri semplici), durante i processi digestivi
vengono demoliti a unità semplici per poter essere assorbiti.
Proprio grazie a questo meccanismo, i carboidrati complessi
forniscono energia più lentamente, ma per periodi più prolungati,
evitando le sopra indicate fluttuazioni di zuccheri nel
sangue.
Il ruolo primario dei carboidrati, o idrati di carbonio,
è quello di fornire energia all'organismo. Tali nutrienti
rappresentano un substrato energetico ideale per più ragioni.
1) Innanzitutto perché dal loro metabolismo non si formano
prodotti intermedi o sottoprodotti potenzialmente dannosi,
al contrario di quanto avviene durante il catabolismo degli
altri nutrienti. Da quello dei lipidi si formano infatti
i corpi chetonici (acidosi), da quello delle proteine l'ammoniaca
(tossica) e da quello dell'alcol l'acetaldeide (anch'essa
nociva per l'organismo).
2) Alcuni tessuti (in primis quello nervoso) utilizzano
il glucosio come fonte elettiva di energia. Solo in condizioni
di digiuno prolungato il cervello ricorre ai corpi chetonici
per soddisfare le proprie esigenze energetiche.
3) La disponibilità di carboidrati come substrato energetico
consente di risparmiare le proteine corporee. L'organismo,
infatti, è privo di riserve proteiche da utilizzare a scopo
energetico.
Nonostante tutte queste preziose funzioni, i carboidrati
non sono nutrienti essenziali, almeno in senso stretto.
L'organismo, infatti, è in grado di sintetizzare glucosio
da diversi aminoacidi, dall'acido lattico e dal glicerolo,
secondo una via metabolica detta gluconeogenesi. Tuttavia,
una dieta troppo povera di carboidrati provoca un eccessivo
catabolismo dei grassi e delle proteine tessutali.
La conseguenza di una eccessiva ossidazione lipidica è
l'accumulo in circolo di corpi chetonici. Queste sostanze
sono sintetizzate dagli epatociti a partire dall'acetil-CoA
prodotto dall'ossidazione degli acidi grassi. In condizioni
normali la sintesi di corpi chetonici è minima ed i piccoli
quantitativi prodotti sono utilizzati a scopo energetico
da vari tessuti, come i muscoli ed il cuore. Quando invece
è in atto un forte catabolismo dei grassi, per esempio in
caso di dieta ipoglucidica o di digiuno prolungato, i corpi
chetonici, prodotti in eccesso, si accumulano nel sangue
(chetonemia) causando acidosi. Tale eccesso viene eliminato
con le urine (chetonuria); tuttavia, passando nell'urina,
i corpi chetonici attirano molta acqua per osmosi, con conseguente
disidratazione dell'organismo.
Un eccessivo catabolismo delle proteine porta a conseguenze
diverse ma altrettanto gravi: deficit strutturale e funzionale;
formazione di ammoniaca (che dev'essere convertita in urea
dal fegato ed eliminata con le urine, con conseguente superlavoro
epatico e renale); disidratazione dell'organismo.
ASPARTAME
Il gusto dell'aspartame, descritto come "pulito e dolce"
rivela che il sapore è simile a quello degli zuccheri naturali;
inoltre, alcuni aromi presenti nei cibi e nelle bevande
sono potenziati o prolungati in presenza di aspartame, soprattutto
quelli dei frutti acidi (come arancia e limone). Questa
proprietà viene sfruttata nei chewing gum, dove gli aromi
possono essere prolungati per un tempo 4 volte superiore.
Il potere edulcorante dell'aspartame è 160-220 volte maggiore
rispetto al saccarosio, mentre l'apporto calorico è più
o meno equivalente (4 Kcal/grammo, come qualunque proteina).
Di conseguenza, bastano pochissime quantità di aspartame
per dolcificare cibi e bevande, con un notevole risparmio
calorico, utile per chi vuole tenere sotto controllo l'introito
energetico della dieta (bisogna comunque sorridere dinanzi
alle tante persone che al bar ingurgitano in fretta e furia
un paio di paste, dolcificando poi il caffè con aspartame
per risparmiare qualche caloria).
L'aspartame presenta il grosso vantaggio di non alterare
in maniera significativa la glicemia ed è per questo ben
tollerato anche dalle persone diabetiche, che devono necessariamente
ridurre il consumo dello zucchero tradizionale. Si tratta
inoltre di una sostanza acariogena che, diversamente dal
saccorosio, non provoca carie. Tuttavia, la possibilità
di idrolizzare o ciclizzare la dichetopiperazina se esposto
a lungo ad alte temperature, ne limita alcune applicazioni
(sui dolcificanti a base di aspartame viene riportata l'avvertenza
"non sottoporre a cottura") e lo rende controindicato in
gravidanza ed allattamento (la dichetopiperazina è tossica
per il feto).
Scienziati di tutto il mondo ne hanno accertato la sicurezza
mediante esperimenti su animali ed uomini. Una volta ingerito,
l'aspartame è rapidamente metabolizzato nei suoi tre componenti:
Acido aspartico, Fenilanina e Metanolo. Questi prodotti
del metabolismo sono stati spesso oggetto di discussione
riguardo la potenziale tossicità. Tuttavia, stiamo parlando
di sostanze normalmente presenti nella dieta, e solo in
casi rari:
Gli individui affetti da fenilchetonuria (malattia genetica
rara in cui non si metabolizza la fenilalanina) l'uso di
aspartame dev'essere limitato. Per tale motivo i dolcificanti
e gli altri prodotti alimentari o dietetici contenenti aspartame
devono riportare l'avvertenza "contiene una fonte di fenilalanina".
L'aspartame produce circa il 10% di metanolo (una sostanza tossica)
in peso rispetto alla dose ingerita, un valore, questo,
ben al di sotto di quello assunto mediante il consumo di
frutta, verdura e succhi. Tuttavia, molte delle controversie
sulla presunta neurotossicità dell'aspartame (turbe dell'equilibrio,
disturbi dell'umore, nausea, cefalea, visione indistinta)
riguardano proprio la liberazione di metanolo; i più a rischio
sarebbero i bambini. Sulla base dei risultati delle ricerche
condotte, la dose giornaliera accettabile (DGA) dall'agenzia
JECFA (Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives)
è di 40mg/kg di peso corporeo (FAO= Food and Agricolture
Organization; WHO = World Health Organization). Essendo
200 volte circa più dolce dello zucchero, per una persona
di 60 kg una ADI di 40mg/kg equivale a 480g di saccarosio
giornaliero (il che comporterebbe la precoce comparsa di
svariate malattie metabiliche legate all'obesità , come
iperlipidemia, insulino resistenza, problemi cardiocircolatori
e maggiore suscettibilità ad alcune forme tumorali). Nei
prodotti alimentari, l'aspartame è spesso indicato con la
sigla E951. Negli ultimi anni, sulla scia delle insistenti
ricerche scientifiche inerenti la presunta tossicità (che
a dire il vero si ripetono, tra conferme e smentite, ormai
da moltissimi anni), l'aspartame è stato sempre più spesso
sostituito da altri dolcificanti artificiali, come il sucralosio.
SUCRALOSIO
Dolcificante non calorico, noto anche come Splenda®
E' circa 600 volte più dolce dello zucchero, quindi ne sono necessarie
quantità minime per dolcificare alimenti e bevande.
Anche se è a base di zucchero, non è riconosciuto dal corpo come
un carboidrato e quindi ha zero calorie. Il sucralosio non
causa problemi ai denti. Il sucralosio non è utilizzato
come sorgente di cibo dai batteri orali che causano la carie
dentaria.
Può essere utilizzato con sicurezza da tutta la famiglia compresi
bambini, donne in gravidanza o in allattamento e anche persone
affette da diabete.
Alimenti e bevande a basso contenuto calorico e dall'ottimo gusto
sono dolcificati con Sucralosio. L'esclusiva combinazione
del suo sapore simile allo zucchero, e il fatto che il Sucralosio
mantenga la sua dolcezza (cioè non si decomponga), ha consentito
una gamma molto vasta di prodotti a basso contenuto calorico.
Aa2- Proteine
Dal greco "PROTEIOS" (primario).
Sono sostanze organiche costituite da quattro elementi principali:
Carbonio, azoto, ossigeno ed idrogeno. Le proteine sono
alla base della vita stessa: essenziali per la pelle, per
i capelli, per le ossa, producono ormoni, permettono un
ottimale funzionamento del sistema immunitario e, nel caso
degli sportivi, sono essenziali per la crescita muscolare.
Una carenza della quota proteica, quindi, indurrà uno squilibrio
di tutti gli eventi sopra citati, fondamentali per la vita
e per la crescita. Qualora, infatti, l'apporto nutrizionale
non sia dei migliori, le proteine vengono sacrificate a
scopo energetico e questo avviene tramite il catabolismo
muscolare, che impedirà qualsiasi aumento di massa muscolare.
Apportano, come per i carboidrati, circa 4 kcal per
grammo e ricoprono un grande numero di funzioni vitali per
l'organismo, come:
- processi plastici: ovvero costruire tutti i tessuti
che sono soggetti a continue demolizioni e sintesi,
primi tra tutti i muscoli;
- processi regolatori: essendo le proteine precursori
di ormoni, neurotrasmettitori, enzimi ed altre molecole
di importanza biologica, ne regolano la produzione ed
il funzionamento nell'organismo;
- processi energetici: l'organismo può trasformare
le proteine in energia attraverso la loro scissione
in aminoacidi e la rimozione della parte azotata, dando
luogo alla loro conversione in glucosio.
In una alimentazione bilanciata questo ruolo è marginale.
Questo processo è invece attivo durante il digiuno prolungato
quando gli aminoacidi a catena ramificata (leucina,
isoleucina, valina) vengono degradati a scopi energetici
o durante un'attività fisica prolungata e/o molto intensa.
Bruciando un grammo di proteine si sviluppa un calore
medio di 5,65 Kcal. Tuttavia, poiché il nostro organismo
non è in grado di utilizzare l'azoto in esse contenuto
il loro potere energetico si riduce, e poiché viene
assorbito il 92% delle proteine introdotte con la dieta
(il 97% di quelle animali ed il 78% di quelle vegetali),
ne consegue che le proteine forniscono al nostro corpo
in media 4 Kcal per grammo.
Pur esistendo numerosissimi aminoacidi presenti negli organismi
viventi, soltanto alcuni di essi (circa 20) sono preposti
alla formazione delle proteine. Possiamo distinguere detti
aminoacidi in due gruppi principali: essenziali e non essenziali,
anche se a quest'ultima categoria si aggiunge un sottogruppo
minore, denominato semi essenziali.
Gli aminoacidi essenziali: fenilalanina, isoleucina, lisina,
leucina, metionina, treonina, triptofano e valina; sono
così denominati perché non possono essere sintetizzati dall'organismo,
pertanto devono comparire in quantità sufficienti nella
razione dietetica quotidiana.
I non-essenziali: arginina, istidina, alanina, acido L-aspartico,
acido L-glutammico, glicina, prolina, serina, asparagina,
glutammina; se non sono presenti, possono essere sintetizzati
attraverso la trasformazione di altri aminoacidi.
I semi-essenziali: taurina, tirosina e cisteina; tali nutrienti
possono essere sintetizzati dall'organismo a partite da
fenilalanina e metionina, a condizione che questi aminoacidi
precursori vengano forniti in modo appropriato.
Il termine essenziali sta ad indicare l'incapacità dell'organismo
di sintetizzare questi aminoacidi a partire da altri aminoacidi
tramite trasformazioni biochimiche. Questi aminoacidi devono
essere pertanto introdotti con la dieta. Gli alimenti di
origine animale hanno il profilo aminoacidico migliore perché
generalmente presentano tutti gli aminoacidi essenziali
in buone quantità. A differenza di questi, gli alimenti
di origine vegetali presentano solitamente carenze di uno
o più aminoacidi essenziali. Tuttavia queste mancanze possono
essere superate attraverso giuste associazioni alimentari
ad esempio PASTA e FAGIOLI. Si parla in questo caso di mutua
integrazione perché gli aminoacidi di cui è carente la pasta
vengono forniti dai fagioli e viceversa.
Le proteine sono soggette ad un continuo processo di demolizione
e sintesi, il turnover proteico, attraverso il quale l'organismo
è in grado di rinnovare continuamente le proteine logorate
sostituendole con nuovo materiale proteico. Inoltre questo
processo permette all'organismo di rimpiazzare gli aminoacidi
utilizzati a scopo energetico e di depositarne eventualmente
di nuovi per rinforzare determinati tessuti (ad esempio
in seguito ad esercizio fisico). La quota di aminoacidi
che quotidianamente vengono degradati si attesta mediamente
intorno ai 30-40 g/die.
Questa quota viene chiamata quota proteica di logorio e
deve essere introdotta quotidianamente con la dieta perché
il nostro organismo non dispone di riserve proteiche. Dovrebbero
derivare per i 2/3 da prodotti di origine animale e per
1/3 da prodotti di origine vegetale.
VALORE BIOLOGICO (VB o BV): rappresenta la quantità di
azoto effettivamente assorbito ed utilizzato al netto delle
perdite urinarie, fecali, cutanee ecc. Una proteina che
possiede un perfetto equilibrio tra aminoacidi assorbiti
e tra amminoacidi ritenuti ha un valore biologico di 100.
La proteina di riferimento è quella dell'uovo che presenta
un VB pari al 100%.
Fonte proteica |
Valore Biologico |
UOVA |
100 |
LATTE |
91 |
CARNE BOVINA |
80 |
PESCE |
78 |
PROTEINE DELLA SOIA |
74 |
RISO |
59 |
GRANO |
54 |
ARACHIDI |
43 |
FAGIOLI SECCHI |
34 |
PATATA |
34 |
N.B. la cottura dei cibi diminuisce notevolmente il valore
biologico delle proteine (per esempio dopo la cottura la
carne di pollo ha un VB di 76 e la carne di manzo addirittura
di 50).
Alimenti con maggior contenuto di proteine
ALIMENTO |
g proteine/100g |
SOIA SECCA |
36,9 |
GRANA |
33,9 |
BRESAOLA |
32 |
PINOLI |
31,9 |
ARACHIDI TOSTATE |
29 |
PROSCIUTTO CRUDO |
28 |
SALAME |
27 |
. . . . |
|
FAGIOLI SECCHI |
23,6 |
PETTO DI POLLO |
21,5 |
BOVINO ADULTO FILETTO |
20,5 |
MERLUZZO O NASELLO |
17,0 |
Per quanto concerne, invece, un'assunzione proteica alta,
vi è un po' di confusione creata dai bodybuilder. Questi,
grazie all'elevata sintesi proteica fornita dall'uso sproporzionato
di farmaci, assumono 5 o 6 g di proteine per Kg corporeo,
senza avere gravi conseguenze (anche se ci sono stati casi
di insufficienza renale).
Il semplice sportivo "NATURAL" non può certo arrivare a
tale quantitativo o assumere 0.6 / 0.9g di proteine senza
avere conseguenze negative.
Quindi, una periodizzazione proteica che tenga presente
della disciplina praticata, dello stato di salute, della
quantità di massa muscolare, dell'età, del lavoro svolto
(sforzo fisico o mentale) è la scelta migliore e senza arrivare
ai classici eccessi, sicuramente deleteri per lo sportivo,
si possono assumere 1.4g di proteine che possono arrivare
anche a 3g per il bodybuilder (in determinati periodi dell'anno)
senza avere problemi. A tal proposito è meglio sfatare alcuni
miti:
- LE DIETE RICCHE DI PROTEINE FANNO MALE AI RENI.
Gli studi dimostrano che una dieta ricca di proteine
ha dato peggioramenti in persone che già avevano
patologie renali. Non esistono al momento studi
che dimostrano la nocività di una dieta "iperproteica"
su persone sane.
- GLI ATLETI DEVONO ASSUMERE LO STESSO QUANTITATIVO
DI PROTEINE DEI SEDENTARI.
Gli atleti non solo hanno bisogno di più proteine,
ma devono anche aumentare la quota degli altri macro
e micro alimenti. Un atleta, infatti, oltre a bruciare
le calorie per le normali funzioni fisiologiche
del corpo (metabolismo basale) deve anche allenarsi
e sostenere una massa muscolare maggiore. è impensabile
che un atleta o un sedentario assumano le stesse
percentuali di alimenti e in particolare di proteine.
- SI POSSONO ASSIMILARE SOLO 30g DI PROTEINE PER
PASTO.
Anche escludendo gli studi contrari, tale affermazione
è troppo generalizzata, ovvero non tiene conto dell'età,
dello sport, del sesso, della percentuale di massa
magra ecc.
Infatti una persona sedentaria che non pratica sport
e quindi con un metabolismo basale estremamente
lento, potrebbe non assimilare più di 30g di proteine
per pasto, ma una persona con le caratteristiche
opposte alla precedente, molto probabilmente potrà
assumere 30g e più di proteine.
Quindi, è molto superficiale dire che le persone
non assimilano più di 30g di proteine per pasto!
Inoltre, una buona quota proteica abbinata ad un
buon programma di allenamento innescherà una grande
risposta ipertrofica (crescita muscolare).
- TUTTE LE PROTEINE SONO UGUALI.
Troppe volte le proteine vegetali sono paragonate
a quelle animali trascurando le notevoli differenze
che distinguono le une dalle altre.
Tutti i prodotti lattiero–caseari, la carne, il
pesce (proteine animali), sono detti cibi completi,
poiché contengono tutti gli aminoacidi essenziali
(quelli che il nostro organismo è incapace di produrre
da solo).
Tutti gli amidi (eccetto i semi di soia), le verdure,
la frutta (proteine vegetali) sono incomplete, in
quanto non posseggono tutti gli aminoacidi essenziali.
Aa3- Grassi
I grassi (lipidi) sono formati da carbonio, idrogeno, ossigeno.
Dal punto di vista nutrizionale si dividono in:
- LIPIDI DI DEPOSITO (98%), con funzione energetica
(trigliceridi)
- LIPIDI CELLULARI (2%), con funzione strutturale
(fosfolipidi, glicolipidi, colesterolo).
Gli acidi grassi, componenti fondamentali dei lipidi, sono molecole
costituite da una catena di atomi di carbonio. La lunghezza
di questa catena è estremamente importante, in quanto influenza
le caratteristiche fisico-chimiche dell'acido grasso. Mano
a mano che si allunga, la solubilità in acqua diminuisce,
ed aumenta, di riflesso, il punto di fusione (maggiore consistenza).
I trigliceridi derivano dall'unione di una molecola di glicerolo
con tre acidi grassi a loro volta formati da catene idrocarboniose
che vanno da un minimo di 4 ad un massimo di 20 atomi di
carbonio, e rappresentano la forma di immagazzinamento degli
acidi grassi. Durante i processi energetici il nostro corpo
provvede a scinderne il legame tra glicerolo ed acidi grassi
convogliandoli in due vie metaboliche completamente differenti.
Mentre il glicerolo viene utilizzato per produrre glucosio,
gli acidi grassi liberi vengono trasportati nel circolo
sanguigno in associazione all'albumina, una proteina plasmatica
che li trasporta fino ai muscoli dove costituiscono il substrato
energetico per i processi ossidativi.
Dal momento che ogni acido grasso è formato da una catena carboniosa
idrofoba che termina con un gruppo carbossilico (idrofilo),
quando vengono posti in acqua tendono a formare delle micelle,
strutture sferiche con un guscio idrofilo, costituito dalle
teste carbossiliche, e con un cuore lipofilo, che si assemblano
per "proteggersi" dall'acqua. Questa caratteristica condiziona
pesantemente l'intero processo digestivo dei lipidi.
Gli acidi grassi saturi sono presenti prevalentemente nei grassi
di origine animale (burro, lardo, strutto ecc.). Gli insaturi
e polinsaturi sono contenuti soprattutto in Oli vegetali
(olio di oliva, di soia, di girasole eccetera). Una dieta
con prevalenza di grassi insaturi e polinsaturi è più leggera
e più digeribile. In generale i grassi alimentari vengono
scissi nell'intestino e vengono poi assorbiti dall'epitelio
intestinale. Sotto forma di minuscole gocce passano in seguito
nei vasi linfatici e nel sangue, quindi vanno a fissarsi
nei depositi di adipe dell'organismo o nel fegato, dove
vengono deidrogenati (ovvero viene tolto l'idrogeno) per
essere meglio utilizzabili. La combustione dei grassi consiste
in una serie di ossidazioni che spezzano la molecola dell'acido
grasso fino a ridurla ad anidride carbonica e acqua.
CLASSIFICAZIONE DEGLI ACIDI GRASSI
ACIDI GRASSI
SATURI |
sono privi di doppi legami ed
hanno quindi il massimo numero di atomi di idrogeno.
Si trovano principalmente nei prodotti di origine
animale (uova, latte e derivati) ma anche in alimenti
di origine vegetale (olio di cocco e di palma).
L'apporto giornaliero consigliato di acidi grassi saturi deve
essere inferiore al 10% (7-10%) delle calorie totali.
I cibi a più alto contenuto in acidi grassi saturi
sono:
- Oli tropicali (palma e cocco)
- Burro di cacao
- Strutto
- Burro e formaggi grassi
- Oli idrogenati
Nel nostro organismo hanno una funzione soprattutto energetica,
e se consumati in eccesso tendono ad aumentare i
livelli di colesterolo. Sono solidi a temperatura
ambiente e sono consigliati per cuocere i cibi ad
alte temperature (come la frittura), al posto degli
usatissimi oli di semi "sconsigliatissimi", tranne
l'olio d'oliva.
La regola generale è ormai nota a molti: un eccesso di grassi
saturi nella dieta corrisponde ad un maggior rischio
di sviluppare tutta una serie di patologie tra cui
spiccano patologie cardiovascolari e alcuni tipi
di tumore. Al contrario una dieta ricca di acidi
grassi insaturi come quella mediterranea ha una
lunga serie di effetti benefici per tutto l'organismo.
GLI MCT, GRASSI SATURI MA BUONI!
I trigliceridi a catena media (MCT, Medium Chain Triglicerides)
sono trigliceridi formati da acidi grassi a catena
media. Sono quindi grassi saturi, ma presentano
molte differenze rispetto a quelli a catena lunga,
infatti:
- non innalzano il livello di colesterolo
LDL nel sangue;
- non necessitano di scissione tramite idrolisi
per essere assimilati, ma possono essere assorbiti
direttamente dalla mucosa intestinale
- possono essere utilizzati dai mitocondri
per produrre energia senza che sia necessaria
la carnitina, con un processo più efficiente.
In pratica, gli MCT vengono digeriti e utilizzati dall'organismo
in modo simile ai carboidrati, ma apportano una
energia più che doppia. Questa caratteristica li
rende utili per alimentare quei pazienti con gravi
disturbi digestivi, come il mancato assorbimento
dei grassi a livello intestinale. I trigliceridi
a catena media sono presenti nell'olio di guscio
di palma e nell'olio di cocco, nelle mandorle e
nel burro.
|
ACIDI GRASSI
INSATURI |
Contengono uno (mono) o più (poli)
doppi legami tra gli atomi di carbonio e quelli
di idrogeno. I nutrizionisti
spesso si battono contro i "fast food" ed hanno
ragione! Diversi studi dimostrano come gli oli insaturi
portati ad alte temperature producono sostanze tossiche
addirittura peggiori dei grassi saturi.
Inoltre bollire più volte l'olio, come succede nei fast food,
comporta un ulteriore aumento delle tossine totali,
insomma crediamo di mangiare del cibo ed in realtà
mangiamo del veleno!
Le tossine determinano un aumento del grasso corporeo perché
interagiscono con l'attività degli ormoni coinvolti
nell'ossidazione dei grassi e non solo.
Un gruppo di topi è stato messo a contatto con un pesticida;
sebbene l'apporto energetico sia stato dimezzato
durante tutto il periodo di contatto con il pesticida,
al termine dell'esperimento i topi presentavano
una percentuale di grasso corporeo maggiore.
Un ulteriore motivo per convincersi di stare alla larga il più
possibile da fast food e prodotti alimentari di
importazione, specie se provenienti da Paesi in
via di sviluppo.
|
ACIDI GRASSI
MONOINSATURI |
Sono presenti soprattutto nell'olio
di oliva e nella frutta secca.
un olio ricco di grassi monoinsaturi è liquido a temperatura
ambiente, è più fluido di quelli in cui prevalgono
i grassi saturi, ma presenta un punto di fusione
superiore rispetto ai cibi ricchi di polinsaturi
(che solidificano a temperature più basse).
In natura, i grassi monoinsaturi più comuni sono:
- l'acido oleico è senza dubbio il
più importante e conosciuto acido grasso monoinsaturo.
L'elevata stabilità si traduce in un'alta resistenza
al calore e all'ossidazione. Migliora la conservabilità
degli alimenti, li preserva dall'irrancidimento
e li rende particolarmente adatti alla frittura.
Il costante miglioramento genetico delle coltivazioni
di piante oleaginose mira ad aumentare il loro
contenuto in acido oleico. Un alimento particolarmente
ricco di questo prezioso nutriente è l'olio
di oliva, che lo contiene in percentuali variabili
dal 59 all'80%. Ottime concentrazioni di acido
oleico si registrano anche nelle mandorle, nelle
nocciole, nelle arachidi, nei pistacchi e nei
rispettivi oli.
Un'alimentazione ricca di acido oleico favorisce il mantenimento
della normale fluidità del sangue e riduce la
quota di colesterolo associata alle lipoproteine
a bassa densità (LDL o colesterolo cattivo),
mentre non ha effetto importante sul livello
di trigliceridi e sul colesterolo associato
a lipoproteine ad alta densità (che tende eventualmente
ad aumentare). Questo non significa che tanto
più olio di oliva si consuma e tanto più si
guadagna in salute, ma semplicemente che occorre
preferirlo ai lipidi animali, contenuti nel
burro, nello strutto e nel lardo, e a quelli
idrogenati delle margarine.
- l'acido erucico , al contrario dell'oleico,
fa parte degli acidi grassi monoinsaturi "indesiderabili"
(almeno nel settore alimentare e salutistico).
Se consumato in elevate quantità (la legge impone
che gli oli alimentari e le margarine lo contengano
in misura inferiore al 5%) ha ripercussioni
negative sulla crescita, sul fegato e sul cuore.
Oggi abbiamo a disposizione oli di colza ("canola")
a bassissimo contenuto di acido erucico, prima
usato come lubrificante.
- l'acido palmitoleico non è amico
della salute umana, in quanto si comporta esattamente
come un acido grasso saturo. Se comparata ad
una dieta ricca di acido oleico, un'alimentazione
ricca di acido palmitoleico tende ad aumentare
il colesterolo cattivo LDL e a diminuire quello
buono HDL. L'acido palmitoleico si trova in
diversi alimenti ed abbonda in particolare nell'olio
di Macadamia (Macadamia integrifolia) e in quello
di olivello spinoso (Hippophae rhamnoides).
|
ACIDI GRASSI
POLINSATURI |
contengono più di due legami fra gli atomi di carbonio.
Due acidi grassi insaturi, l'acido linoleico (un acido
6 omega) e l'acido linolenico (un acido 3
omega) sono indispensabili per la produzione di
energia, per la formazione delle membrane cellulari,
per il trasferimento dell'ossigeno dall'aria al
sangue; per la sintesi di emoglobina, per la funzione
delle prostaglandine, per il corretto equilibrio
ormonale, per la produzione ormonale (ad esempio
del testosterone), per la protezione da infarto
trombotico.
Il loro fabbisogno è di 9 a 18 gr al giorno per l'acido linoleico
(omega 6), per l'acido linolenico (omega 3) è da
2 a 9 grammi al giorno.
La carenza di questi acidi produce astenia, pelle secca, deficit
immunitario, ritardo della crescita, sterilità.
Gli acidi omega-3 aiutano persino a difendere il
cervello dai disturbi da deficit di attenzione :
assumere 2,5 grammi di Omega-3 al giorno (ad es.
un etto di acciughe) migliora il funzionamento dei
neurotrasmettitori, la comunicazione tra le cellule
del cervello e soprattutto aumenta la concentrazione.
I grassi omega-3 si trovano nei pesci grassi, come il salmone,
lo sgombro, le sarde, le acciughe, olio di fegato
di merluzzo.
Quelli omega-6 in oli quali: l'olio di lino spremuto a freddo,
l'olio di mais, di soia e di girasole, di colza
"canola" (il migliore per un buon equilibrio di
omega 3 e omega 6). E pure nei germi di grano, nei
semi, nel latte materno e nella Borragine (Borrago
officinalis).
Queste preziosissime sostanze rappresentano quindi un presidio
terapeutico di massima importanza, in quanto carenze
di acidi grassi polinsaturi portano profonde alterazioni
biologiche in diversi organi e tessuti: come ad
esempio l'alterazione della cute con desquamazione,
turbe dell'accrescimento e della riproduzione.
Sono difficili da conservare perché si ossidano facilmente e
si degradano nella lavorazione a caldo dei cibi.
Sono distrutti quando i grassi vengono idrogenati
(produzione di margarine).
In particolare:
- Evitano l'accumulo dei grassi più pericolosi,
trigliceridi e colesterolo, sulle pareti arteriose,
bloccando l'indurimento dei vasi.
- Proteggono il sistema cardiovascolare: il
sangue, reso più fluido dall'assenza dei grassi
cattivi, circola meglio, facendo funzionare
bene il cuore e allontanando il rischio di malattie
coronariche, ipertensione, arterosclerosi e
trombosi. Spicchi d'aglio (600-900 mg) possono
aiutare ad abbassare la pressione di 8,4 punti
la pressione sistolica (la massima) e di 7,3
punti la diastolica (la minima).
- Attenuano le reazioni infiammatorie quali,
asma ed artrite reumatoide.
- Favoriscono la vitalità delle cellule del
sistema nervoso centrale, con funzioni antidepressive.
Un apporto abbondante aumenta i livelli di serotonina
e dopamina, i cosiddetti ormoni del buonumore.
- Aumentano le difese immunitarie e rafforzano
le difese della pelle
- Utili nella terapia dell'artrite e di altri
disturbi infiammatori.
- Coadiuvanti nella cura della psoriasi e
di altre patologie cutanee.
- Anticancerogeni.
- Agiscono sul microcircolo (utile per cellulite
ed edemi).
- Produzione di ormoni.
- Facilitazione nella risposta immunitaria
e antinfiammatoria in caso di ferite e infezioni.
- tutela dell'attività articolare e dai problemi
attinenti agli apparati ossei.
- L'acido arachidonico (omega-6), L'EPA ed
il DHA (omega-3) sono operanti nella membrana
fosfolipidica dei linfociti, nuclei che danno
la risposta immunitaria del corpo umano, e sono
responsabili della messa in funzione delle diverse
fasi della risposta immunitaria.
|
ACIDI GRASSI
ESSENZIALI (AGE) |
Conosciuti
anche come vitamina F o AGE, gli Acidi Grassi Essenziali,
in senso stretto, sono due e vengono chiamati acido
linoleico (capostipite degli ω6) e acido α-linolenico
(capostipite degli ω3). Dal momento che il nostro
corpo non è in grado di sintetizzarli autonomamente,
occorre introdurli con la dieta nelle giuste quantità.
A partire da queste due molecole lipidiche l'organismo
è invece in grado di produrre altri acidi grassi,
appartenenti alla serie omega-6 o omega-3.
Generalmente gli acidi grassi essenziali sono maggiormente presenti
nei pesci pescati rispetto a quelli di allevamento.
Mentre questi ultimi sono spesso "forzati" a crescere
con mangimi ricchi di grassi saturi, i pesci selvatici
si nutrono di fitoplancton (alghe ricche di EPA
e DHA, i due più importanti derivati dell'acido
alfa-linolenico), accumulando più omega-3 nelle
loro carni.
Gli acidi grassi essenziali giocano un ruolo fondamentale in
diversi tessuti ed entrano nella costituzione di
tutte le membrane cellulari. Inoltre possono dar
luogo alla formazione di un gruppo di sostanze,
dette eicosanoidi, capaci di modulare numerose reazioni
cellulari (per questo sono conosciuti anche come
bioregolatori o "superormoni").
Funzioni principali degli acidi grassi della serie omega-6
- riducono la concentrazione di colesterolo
nel sangue, abbassando sia la frazione "cattiva"
(LDL) che quella buona (HDL);
- possiedono una bassa efficacia nel ridurre
i livelli plasmatici di trigliceridi (modesta
azione ipotrigliceridemizzante).
- Se presenti in eccesso rispetto agli omega-3
sono tuttavia responsabili di una serie di effetti
negativi (aumentano le reazioni allergiche e
infiammatorie, la pressione sanguigna, l'aggregazione
piastrinica e, di conseguenza, il rischio cardiovascolare),
in quanto precursori di eicosanoidi buoni ma
anche di eicosanoidi cattivi.
Funzioni principali degli acidi grassi della serie omega-3
- abbassano i livelli plasmatici di trigliceridi,
interferendo con la loro incorporazione nelle
VLDL a livello epatico;
- possiedono una bassa efficacia nel ridurre
i livelli di colesterolo totale nel sangue (modesta
azione ipocolesterolemizzante);
- aumentano leggermente la concentrazione
di colesterolo HDL (buono);
- sono precursori di eicosanoidi "buoni" che
diminuiscono l'aggregabilità delle piastrine,
aumentando la fluidità ematica e riducendo significativamente
il rischio di malattie coronariche.
- Gli omega-3 hanno quindi un'azione antiaterogena,
antinfiammatoria e antitrombotica.
Mode a parte, gli acidi grassi essenziali sono dunque fondamentali
per la dieta umana e per la lotta alle patologie
cardiovascolari. Alcune attività, come lo stimolo
positivo sullo sviluppo embrionale e sull'accrescimento
del bambino, sono sinergiche ma per molti versi
omega-3 ed omega-6 esplicano attività differenti.
Tali effetti sono mediati dagli eicosanoidi di cui
sono precursori.
Un acido grasso ω-3 non può essere trasformato in un acido grasso
ω-6 e viceversa. Tuttavia acido linoleico ed alfa-linolenico
utilizzano lo stesso sistema enzimatico per dare
origine ai derivati delle rispettive famiglie (ω-6
e ω-3). A causa di questa competizione, un'eccessiva
assunzione di omega-6 interferisce con la formazione
degli omega-3 e viceversa. Anche per questo motivo
è molto importante assumere gli acidi grassi essenziali
nelle giuste proporzioni. Negli ultimi anni questo
rapporto si è notevolmente sbilanciato a favore
degli ω-6, a fronte di una dieta sempre più povera
di pesce e ricca di oli vegetali. Tutto ciò a discapito
della nostra salute, poiché l'eccesso di omega-6
e la carenza di omega-3 aumenta gli eicosanoidi
"cattivi". Di per sé, quindi, gli omega-6 non sono
dannosi per la salute umana ma, pur esercitando
numerose funzioni essenziali, possono diventarlo
quando vengono consumati in eccesso rispetto agli
omega-tre.
Il rapporto omega-3/omega-6, che nella dieta dei nostri antichi
predecessori era di 1:1, attualmente si colloca
intorno a 1:10, quando dovrebbe essere ricondotto,
secondo le vedute più moderne, tra 1:2 e 1:4.
Da questa premessa nasce la raccomandazione di consumare almeno
due o tre porzioni settimanali di pesce.
ALIMENTO (100 g) |
ω-3
totali (g) |
ω-6
totali (g) |
Olio di salmone |
35,311 |
1,543 |
Olio di fegato
di merluzzo |
19,736 |
0,935 |
Olio di sardine |
24,093 |
2,014 |
Caviale |
6,789 |
0,081 |
Sgombro |
2,670 |
0,219 |
Salmone coho
(selvatico) |
1,474 |
0,206 |
Salmone> coho
(allevamento) |
1,281 |
0,349 |
Acciuga o alice |
1,478 |
0,097 |
Tonno |
1,298 |
0,053 |
Aringa |
1,729 |
0,130 |
Semi di lino |
22,813 |
5,911 |
Olio di semi di lino
|
53,304 |
12,701 |
Olio di noce |
10,040 |
52,890 |
Noci secche |
2,006 |
33,070 |
Mandorle secche |
0 |
12,648 |
Arachidi |
0,170 |
10,535 |
Pistacchi secchi salati |
0,263 |
13,636 |
Lecitina di soia |
5,135 |
40,178 |
Olio di oliva |
0,761 |
9,763 |
|
ACIDI GRASSI
IDROGENATI |
Gli acidi
grassi idrogenati contenuti nella margarina, aumenta
il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari
ed alcune forme tumorali.
- normalmente gli acidi grassi di origine
vegetale sono liquidi a temperatura ambiente.
La margarina è infatti un grasso che non esiste
in natura ma deriva da un mix di oli vegetali
(di qualità scadente e con valore alimentare
molto basso) e grassi animali lavorati tramite
processi industriali.
- il processo di idrogenazione inattiva alcune
sostanze positive per l'organismo. Queste modificazioni
biochimiche vengono riconosciute come estranee
dal nostro organismo che tende ad accumulare
questi grassi sottoforma di lipoproteine a bassa
densità, il famoso LDL o colesterolo cattivo.
- Recenti studi hanno dimostrato che la margarina,
a differenza del burro, non solo aumenta il
cosiddetto colesterolo cattivo, ma diminuisce
al contempo quello buono, con effetti altamente
deleteri sulla nostra salute.
- preferire il burro, facendo attenzione alla
sua qualità e provenienza e, naturalmente, senza
esagerare con le quantità. Dal punto di vista
energetico entrambi gli alimenti hanno lo stesso
potere calorico. La margarina 100% origine vegetale
è priva di colesterolo e spesso questa caratteristica
viene ben pubblicizzata sulla confezione, quasi
come si trattasse di un alimento salutare.
- la margarina si trova in un sacco di alimenti
preconfezionati quali pastine, biscotti e simili,
si consiglia pertanto di limitare anche l'assunzione
di questi cibi e di leggere attentamente le
etichette nutrizionali al momento dell'acquisto.
|
Aa4- La Fibra
La fibra alimentare è data da residui di cellule vegetali resistenti
all'idrolisi degli enzimi digestivi e all'assorbimento.
Queste sostanze possono essere fermentate dalla flora batterica
del colon, con produzione di metano, anidride carbonica,
acqua e acidi grassi volatili (acido acetico, propionico
e butirrico).
La fibra alimentare si divide i due grandi classi: la fibra solubile
e la fibra insolubile.
LA FIBRA SOLUBILE, fermentabile, ha proprietà chelanti, ovvero
tende a formare un composto gelatinoso all'interno del lume
intestinale; questo gel che si viene a formare aumenta la
viscosità del contenuto con conseguente rallentamento dello
svuotamento intestinale. Tuttavia le sue proprietà chelanti
fanno sì che essa interferisca con l'assorbimento di alcuni
macronutrienti (glucidi e lipidi) riducendo i livelli di
colesterolo nel sangue e diminuendo il rischio di malattie
cardiovascolari.
FIBRE SOLUBILI: pectine, gomme, mucillaggini, galattomannani
ALIMENTI: legumi e frutta
FUNZIONI: (formazione di gel)
Rallentano i tempi di svuotamento gastrico (> senso di sazietà);
Rallentano/riducono l'assorbimento di glucidi e colesterolo.
LA FIBRA INSOLUBILE, non fermentabile, assorbe rilevanti quantità
acqua aumentando il volume delle feci, che si fanno abbondanti,
poltacee e più morbide. Questo permette di stimolare la
velocità di transito nel lume intestinale e, di conseguenza,
diminuire l'assorbimento dei nutrienti. Questo spiega perché
la fibra solubile abbia, al contrario di quella insolubile,
più azione costipante che lassativa.
FIBRE INSOLUBILI: cellulosa, emicellulosa, lignina (non
è un carboidrato)
ALIMENTI: cereali integrali, verdura
FUNZIONI: (trattengono acqua)
aumentano la massa fecale;
accelerano il transito intestinale;
Riducono i tempi di contatto con sostanze nocive o tossiche.
Alimenti con un contenuto maggiore di fibra totale
(per 100 g. di parte edibile)
Alimenti |
Contenuto di fibra
totale
(g/100 g) |
Crusca di frumento |
42,40 |
Fave, secche |
21,10 |
Fagioli cannellini, secchi, crudi |
17,60 |
Fagioli, secchi, crudi |
17,50 |
Fagioli borlotti, secchi, crudi |
17,30 |
Piselli, secchi |
15,70 |
Pop corn |
15,10 |
Farina, segale |
14,30 |
Passiflora |
13,90 |
Lenticchie, secche, crude |
13,80 |
Ceci, secchi, crudi |
13,60 |
Fagioli dall'occhio, secchi |
12,70 |
Mandorle, dolci, secche |
12,70 |
Soia, secca |
11,90 |
Farina, soia |
11,20 |
Arachidi, tostate |
10,90 |
Pistacchi |
10,60 |
Frumento, duro |
9,80 |
Frumento, tenero |
9,70 |
Noci pecan |
9,40 |
Orzo perlato |
9,20 |
Datteri, secchi |
8,70 |
Farina, frumento integrale |
8,40 |
Tartufo, nero |
8,40 |
Prugne, secche |
8,40 |
Fiocchi d'avena |
8,30 |
Lenticchie, secche, bollite |
8,30 |
Nocciole, secche |
8,10 |
Cioccolato, fondente |
8,00 |
Carciofi, bolliti |
7,90 |
Fagioli, secchi, bolliti |
7,80 |
Fagioli cannellini, secchi, bolliti |
7,80 |
Farina, avena |
7,60 |
Lamponi |
7,40 |
Fave, secche, sgusciate |
7,00 |
Fagioli borlotti, secchi, bolliti |
6,90 |
Lievito di birra, compresso |
6,90 |
Farro |
6,80 |
Pane, tipo integrale |
6,50 |
Muesli |
6,40 |
Piselli, freschi, saltati in padella |
6,40 |
Piselli, freschi, crudi |
6,30 |
Noci, secche |
6,20 |
Biscotti, integrali |
6,00 |
Grano saraceno |
6,00 |
Fave, fresche, saltate in padella |
5,90 |
Mele cotogne |
5,90 |
Ceci, secchi, bolliti |
5,80 |
Ceci, in scatola, scolati |
5,70 |
Fagioli borlotti, in scatola, scolati |
5,50 |
Benefici del regolare
consumo di alimenti ricchi di fibre
- trascinamento durante il transito intestinale dei
cibi, con riduzione di fermentazioni indesiderate.
- rallentamento del tempo di transito gastrico, con
riduzione della velocità di assorbimento degli zuccheri
assunti insieme alla fibra indice glicemico ridotto).
- aumento della massa fecale, che facilita le funzioni
di eliminazione (cellulosa).
- aumento dell'indice di sazietà degli alimenti.
- riduzione dei livelli di colesterolo (in particolare
per la pectina e le fibre solubili).
- riduzione delle sostanze cancerogene e mutagene
(e dei metalli pesanti) all'interno del tratto intestinale.
- arricchimento della flora intestinale con microrganismi
utili.
- irrobustimento della parete dell'intero tratto digerente,
con prevenzione della diverticolosi (degenerazione della
parete intestinale).
- prevenzione del cancro del colon e dell'ulcera gastrica.
- riduzione dell'assimilazione delle calorie ingerite
(a parità di assunzione) a causa "dell'intrappolamento"
delle calorie stesse nelle strutture fibrose.
Razione giornaliera raccomandata: circa 20-35 g al giorno (con un rapporto
3/1 tra fibre insolubili e solubili in acqua); per il bambino
5 g al giorno più 1 g moltiplicato per l'età.
Troppa fibra apporta un eccesso di acido fitico, una sostanza che ostacola
l'assorbimento di alcuni minerali tra cui il calcio, il
selenio, il ferro e lo zinco.
La parte esterna del chicco, che viene normalmente asportata durante
la raffinazione, è la più esposta alle sostanze chimiche
utilizzate in agricoltura. Per questo motivo è bene accertarsi
della provenienza dell'alimento integrale acquistato, onde
evitare l'introduzione di sostanze dannose per il nostro
organismo.
Aa5- L' Acqua
Perché è importante bere il Nutriente Acqua.
Bere in maniera adeguata:
- favorisce l'eliminazione delle sostanze di rifiuto
dall'organismo in quanto aumenta l'escrezione di urina
e sudore.
- Favorisce lo sviluppo muscolare in soggetti che
pratichino attività fisica in quanto: a) il 75% della
massa muscolare è costituita da acqua; b) l'acqua antagonizza
gli effetti catabolici del cortisolo. Se l'attività
fisica è prolungata le ghiandole surrenali aumentano
la produzione di cortisolo. Il cortisolo è un ormone
che ha un effetto catabolico sul tessuto muscolare,
cioè tende a "disgregarlo" per produrre energia. L'acqua
contrasta tale attività catabolica.
- Ha un effetto "estetico" in quanto l'acqua conferisce
forma e rigidità ai tessuti.
- Consente di mantenere adeguatamente umide le superfici
di: naso, occhi, orecchie.
- Favorisce una adeguata lubrificazione delle articolazioni
tramite la produzione di liquido sinoviale
Che cosa bere.
- Le bibite zuccherate vanno limitate o evitate. Innalzano
bruscamente la glicemia, determinano una riduzione del
senso di fame (solo momentanea), ciò, soprattutto nei
bambini, favorisce una cattiva alimentazione. Il bimbo
consuma bibite zuccherate durante il pasto (o immediatamente
prima), ciò determina un rapido innalzamento della glicemia
che causa sensazione di sazietà. Il bambino smette di
mangiare ma la sensazione di fame ritorna entro poche
ore (prima di tre ore dalla fine del pasto). Il bimbo,
generalmente, reagisce alla recidiva sensazione di fame
consumando "cibi spazzatura" (es. merendine, biscotti)
che favoriscono sovrappeso ed obesità. Studi scientifici
hanno rilevato che il consumo di bevande zuccherate
è associato ad un incremento del peso corporeo.
- Il consumo di un bicchiere di acqua tiepida al mattino
favorisce la peristalsi intestinale e quindi l'evacuazione
(contrastando la stitichezza).
- Il consumo di acqua fredda durante i pasti può causare
problemi digestivi durante i pasti, dolori e crampi
allo stomaco lontano dai pasti. è buona norma, pertanto,
consumare acqua a temperatura ambiente anche d'estate.
Quanta acqua bere al giorno.
- La quantità di acqua da consumare al giorno è compresa
tra 1200 ml (6 bicchieri da acqua) e 2000 ml (10 bicchieri
da acqua). Il consumo medio di 1500 - 1600 ml può essere
ottenuto consumando: un bicchiere di acqua a colazione,
due bicchieri di acqua a pranzo, due bicchieri di acqua
a cena e mezzo litro di acqua lontano dai pasti.
- Il consumo di acqua, indicato al punto precedente,
aumenta:
- se si svolge attività fisica. L'attività fisica
genera calore, per prevenire un innalzamento eccessivo
della temperatura corporea l'organismo incrementa
l'escrezione di sudore. Il sudore, evaporando, sottrae
calore al corpo surriscaldato (l'evaporazione di
un grammo di sudore dalla superficie della cute
sottrae al corpo 0,6 calorie).
- In alta quota. Ad altitudini superiori a 2500
metri aumentano l'escrezione di urina e la frequenza
respiratoria con conseguente incremento delle perdite
di acqua da parte dell'organismo (nell'acqua espirata
è contenuto vapor acqueo, normalmente, ogni giorno,
tra 250 ml e 350 ml di acqua sono eliminati attraverso
questa via).
- In tutte le occasioni in cui si ha un incremento
della sudorazione, oltre all'attività fisica: stati
febbrili e climi particolarmente caldi.
- Nel caso di perdite idriche dovute a diarrea
o vomito.
- Durante la gravidanza e l'allattamento. Per
le donne gravide è indicato un consumo giornaliero
di acqua di 2100 ml al giorno, per quelle che allattano
un consumo di 3100 ml al giorno.
Si sottolinea con enfasi l'importanza dell'acqua in una sana
alimentazione.
Bere molto (4- 5 Litri in assenza di attività fisica o particolari
condizioni climatiche) è utile per "stare bene" o "dimagrire"?
- No, un bicchiere d'acqua non apporta energia, ma
nemmeno brucia calorie aumentando il metabolismo corporeo,
come fanno invece alimenti nervini quali tè e caffè.
- Sforzarsi a bere di più durante i pasti, "spegne
il fuoco con cui bruciano gli alimenti": rallenta e
compromette la digestione, diluendo eccessivamente i
succhi digestivi e può addirittura rivelarsi pratica
pericolosa per la salute.
- L'acqua assorbita a livello intestinale, finisce
nel sangue, regolandone il volume; se beviamo troppo,
quindi, aumenta il volume del plasma e con esso la pressione
arteriosa.
- L'eccessiva diluizione degli elettroliti, in particolare
del sodio (lo tenga ben presente chi ama le acque che
ne sono povere), può essere assai pericolosa ed addirittura
letale nei casi estremi.
Bere acqua aiuta a dimagrire?
- Se l'acqua viene bevuta al posto di alcolici, succhi
di frutta, bevande dolcificate ecc., il minor introito
calorico non può che giovare al dimagrimento.
- Nelle persone che bevono poco, e sono davvero molte,
può capitare che un bisogno di acqua venga confuso con
un bisogno di cibo, dal momento che gli alimenti contengono
una certa percentuale di acqua (prossima all'80-90%
nella maggior parte della verdura e della frutta fresca).
- Bere acqua gelida, in teoria può aiutare a perdere
qualche caloria in più, ma si tratta ovviamente di una
pratica assai pericolosa e sconsigliata.
- Bere uno o due bicchieri di acqua prima dei pasti
contribuisce a stimolare il senso di sazietà , diminuendo
la quota di cibo ingerita.
Bere poco fa ingrassare?
- In verità il tessuto adiposo è assai povero di acqua,
che abbonda invece in quello muscolare; non a caso,
i soggetti obesi hanno una percentuale di acqua corporea
inferiore a quelli magri. Anche la sintesi di glicogeno,
al contrario della lipogenesi, richiede notevoli quantità
di acqua, dal momento che ogni grammo di questo polisaccaride
ne lega a sé quasi 3 grammi.
- Negli sportivi impegnati in sport di resistenza,
la carenza di acqua favorisce il catabolismo muscolare,
con inevitabile diminuzione del metabolismo (il cortisolo,
ormone dello stress, ha attività antidiuretica e la
sua secrezione aumenta in carenza d'acqua; nel contempo
la disidratazione riduce la secrezione di testosterone).
- Una corretta assunzione di acqua, inoltre, favorisce
l'eliminazione delle tossine dall'organismo, che in
virtù della loro lipofilia tendono ad accumularsi nel
tessuto adiposo. Un eccesso di tossine in circolo per
ridotta assunzione di acqua, potrebbe quindi avere un
effetto ingrassante, oltre che decisamente poco salutare.
- Anche se il nostro organismo possiede meccanismi
estremamente efficaci per regolare le perdite idriche
in funzione delle entrare, bere nelle giuste quantità
è molto importante. Più che farlo nella speranza di
dimagrire, quindi, ha più senso bere per star bene ed
evitare tutte le spiacevoli conseguenze della disidratazione.
Acqua minerale o potabile?
La caratteristica più importante dell'acqua minerale è la totale
assenza di trattamenti di disinfezione. Un'acqua minerale
può essere considerata di qualità migliore dell'acqua potabile,
anche se, in entrambi i casi, le acque devono risultare
batteriologicamente pure. L'acqua di rubinetto può essere
addirittura migliore dell'acqua in bottiglia, visti i controlli
più rigorosi e frequenti previsti dalla legislatura italiana.
Il cloro viene aggiunto all'acqua potabile per impedire lo sviluppo
batterico mentre fluisce attraverso le tubature. Tuttavia,
proprio a causa del passaggio nei condotti, non si può escludere
la dissoluzione di piccole particelle di piombo e di altri
metalli in quantità tutto sommato irrisorie; tale aspetto
non crea grossi problemi all'organismo, nonostante la notevole
tossicità di questi elementi. E' comunque importante proteggere
i bambini più piccoli, limitando l'impiego di acque potabili
durante i primi anni di vita. Cloro e metalli pesanti conferiscono
all'acqua potabile un sapore sgradevole o comunque peggiore
rispetto alle acque minerali. Ed è questo un ulteriore motivo
che spinge il consumatore a preferire le acqua in bottiglia.
E' difficile dare un giudizio equo per i due tipi di acqua. I
fattori che entrano in gioco sono infatti numerosi.
Anche l'acqua di rubinetto può sgorgare da falde acquifere
sotterranee, così come l'acqua in bottiglia può essere di
falda; ne consegue che la qualità all'origine non è sempre
migliore per le acque minerali. La variabilità territoriale,
a tal proposito, è davvero notevole; immaginate ad esempio
una città delle alpi e confrontatela con una città che attinge
acqua da un Po che si è caricato di rifiuti dal Mon Viso
sino a lì, passando per grandi città come Piacenza e Torino
e aggregandosi ad acque di affluenti come il Lambro (che
riceve gli scarichi di Milano).
Non tutte le acque potabili sono disinfettate con il cloro
ed in ogni caso, seppur più "inquinate" all'origine, subiscono
una serie di trattamenti che le rendono assolutamente sicure
e prive di batteri o sostanze tossiche.
Il contenuto minerale è molto variabile per entrambi i tipi
di acqua anche se, in generale, le acque minerali presenti
in commercio hanno in genere un residuo fisso inferiore.
Se da un lato le tubature possono rilasciare metalli pesanti
nell'acqua di rubinetto, dall'altro le bottiglie in plastica
possono rilasciare alcune sostanze chimiche cancerogene
presenti nei polimeri plastici. Ricordate la scritta riportata
sulle confezioni di acqua minerale, "tenere al riparo dalla
luce solare e dalle fonti di calore"?. Serve, per l'appunto,
ad impedire alterazioni delle materie plastiche e a scongiurare
ogni pericolo di contaminazione.
Da non sottovalutare, infine, l'aspetto economico, che
gioca nettamente a favore del consumo di acqua potabile.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Ab- Micronutruenti
Mentre il fabbisogno di macronutrienti si misura in grammi,
quello di micronutrienti (vitamine e minerali) si esprime
in milligrammi ed in alcuni casi in microgrammi.
Ab1- Vitamine
Vitamina = ammina della vita. Composto organico essenziale alla
vita dell'uomo, scoperto nel 1912. In seguito identificate
nuove vitamine, fino ad arrivare alle 13 tuttora conosciute.
A partire dagli anni '30 l'uomo iniziò a riprodurre in laboratorio
vitamine di origine sintetica, del tutto simili a quelle
presenti in natura.
Sebbene alcune di esse siano prodotte autonomamente dal nostro
corpo (ad esempio la vitamina D), la maggior parte delle
vitamine deve essere introdotta attraverso l'alimentazione.
Le quantità prodotte sono generalmente insufficienti per
coprire i reali fabbisogni dell'organismo; le piante, invece,
riescono a produrle autonomamente ed è per questo motivo
che gli alimenti di origine vegetale rappresentano la risorsa
vitaminica più importante per l'uomo.
Le vitamine non hanno potere calorico. Sono tuttavia indispensabili
per regolare buona parte delle reazioni chimiche che avviene
nel nostro organismo, comprese quelle energetiche. Sono
dei veri e propri catalizzatori organici con funzioni bio-regolatrici.
Agiscono quindi da coenzimi, cioè in appoggio all'azione
degli enzimi per catalizzare le reazioni chimiche necessarie
alla vita.
Alcune vitamine hanno anche funzione antiossidante e sono in
grado di proteggere l'organismo da fattori nocivi per le
strutture cellulari come i radicali liberi.
Altri tipi di vitamine intervengono nella regolazione ormonale,
nella crescita di ossa, capelli e denti mentre altre sono
essenziali per il corretto funzionamento degli occhi e del
sistema nervoso.
CLASSIFICAZIONE
Le vitamine hanno funzioni e strutture chimiche molto diverse
tra loro per cui è stata operata un'unica grande classificazione
che le divide in due gruppi principali: vitamine idrosolubili
(vitamina C e del gruppo B) e vitamine liposolubili (vitamine
A, E, D, K).
Questa distinzione deriva dal loro diverso grado di solubilità
nei grassi (vitamine liposolubili) e nell'acqua (vitamine
idrosolubili). Questa classe di vitamine viene assorbita
con facilità dall'organismo che non è però in grado di accumularle.
Pertanto nel caso delle vitamine idrosolubili non esistono
vere e proprie riserve e la loro assunzione con gli alimenti
deve essere pressoché costante.
Ab11- Idrosolubili
Questa classe di vitamine viene assorbita con facilità dall'organismo
che non è però in grado di accumularle. Pertanto nel caso
delle vitamine idrosolubili non esistono vere e proprie
riserve e la loro assunzione con gli alimenti deve essere
pressoché costante.
Vitamina B1 - Tiamina
La vitamina B1 o aneurina è stata isolata e cristallizzata nel 1926 e solo
più tardi è stata denominata tiamina.
La tiamina è assorbita nella parte prossimale dell'intestino tenue.
L'eccessivo uso di bevande alcoliche fa sì che aumenti il
tasso di alcol intestinale che ne inibisce l'assorbimento.
Nell'adulto sono mediamente presenti circa 30 mg di tiamina contenuti
nel cuore, reni, fegato, cervello e muscoli scheletrici.
La tiamina in eccesso rispetto ai bisogni viene rapidamente
eliminata con le urine.
La carenza di tiamina interessa prevalentemente gli apparati digerente,
cardio-circolatorio e nervoso.
Questa malattia prima di assumere una precisa fisionomia si manifesta
con inappetenza, astenia, disturbi gastrointestinali, edemi
(a volte), disturbi della sensibilità, incertezza nei movimenti,
dolori e spasmi muscolari.
I sintomi variano in funzione della dieta ma in genere sono sempre
tutti presenti.
La carenza conclamata di tiamina determina il beri-beri che può manifestarsi
in tre diverse forme:
o beri-beri secco o neuritico;
o beri-beri umido edematoso;
o beri-beri cerebrale.
Il beri-beri secco è caratterizzato da polineurite, che esordisce con
problemi di deambulazione ed evolve verso una paralisi flaccida,
simmetrica, soprattutto agli arti inferiori, con complicazioni
di atrofia muscolare e scomparsa dei riflessi tendinei;
le alterazioni cardiovascolari sono abbastanza frequenti
ma di scarsa entità.
Nel beri-beri umido prendono il sopravvento i sintomi cardiovascolari
e respiratori con tachicardia, dispnea da sforzo, palpitazioni,
seguita da cardiomegalia omogenea (indagine radiologica)
e possono presentarsi segni specifici di insufficienza cardiaca
sotto forma di edemi; la compromissione cardiaca può essere
causa di morte improvvisa.
Il beri-beri cerebrale è la forma più frequente nei paesi industrializzati
associata ad abuso di bevande alcoliche (sindrome di Wernicke-Korsakoff
o encefalopatia di Wernicke).
è caratterizzato da segni psichici (disorientamento spazio
temporale, apatia, confusione, torpore), manifestazioni
neurologiche (oftalmoplegia, atassia, nistagmo) e si associa
spesso a polineuropatia.
Il beri-beri si può manifestare anche nei lattanti (2÷6 mesi di vita),
soprattutto se allattati al seno da madri carenti di tiamina,
con anoressia, vomito, diarrea, turbe del sonno, cianosi,
tachicardia, convulsioni. Ha un decorso fulminante, per
insufficienza cardiaca, se non si interviene rapidamente
con un trattamento adeguato.
La tossicità della tiamina è molto bassa, dosi orali fino a 500 mg/die
per un mese sono ben tollerate, così come 100 mg per via
parenterale, dosi superiori possono provocare mal di testa,
convulsioni, debolezza, aritmia cardiaca e reazioni allergiche.
Alimenti apportatori e razione consigliata
La tiamina è largamente distribuita negli alimenti, ma la maggior parte
ne contengono solo piccole quantità.
Buoni apportatori sono: le carni, in particolare quella
suina; le frattaglie; le uova; i cereali e le leguminose
secche.
I cereali integrali sono più ricchi di tiamina in quanto si concentra
prevalentemente nel pericarpo e nel perisperma della cariosside
che vengono eliminati durante la macinazione e l'abburattamento.
Vitamina B2 - Riboflavina
La sintesi della riboflavina è stata realizzata da Kuhn e Karrer
nel 1935.
L'alcol ne inibisce l'assorbimento; caffeina, teofillina, saccarina,
triptofano, vitamina C, urea ne diminuiscono la biodisponibilità.
Gli organi che ne contengono di più sono: fegato, cuore, intestino.
Il cervello contiene poca riboflavina, tuttavia il suo turnover
è elevato e la sua concentrazione abbastanza costante indipendentemente
dall'apporto, il che fa pensare ad un meccanismo omeostatico
di regolazione.
La principale via di eliminazione della riboflavina è rappresentata
dalle urine dove la si ritrova sotto forma libera (60÷70%)
o degradata (30÷40%).In considerazione dei ridotti depositi
l'escrezione urinaria riflette il grado di assunzione con
la dieta.
Carenza e tossicità
L'ariboflavinosi umana, che compare dopo 3÷4 mesi di deprivazione,
esordisce con una sintomatologia generale costituita da
segni aspecifici, quali astenia, disturbi digestivi, anemia,
ritardo della crescita nei bambini.
Seguita da segni più specifici quali dermatite seborroica (ipertrofia
delle ghiandole sebacee), con pelle finemente granulosa
e unta, localizzata specialmente a livello dei solchi naso
labiali delle palpebre e dei lobi dei padiglioni auricolari.
Le labbra appaiono lisce, brillanti e secche con ragadi che si
irradiano a ventaglio a partire dalle commissure labiali
(cheilosi); stomatite angolare.
La lingua appare ingrossata (glossite) con punta e margini arrossati
e centralmente biancastra, in fase iniziale, successivamente
si manifesta ipertrofia soprattutto a carico delle papille
fungiformi (lingua granulosa); a volte la lingua presenta
il calco dell'arcata dentaria superiore e presenza di fessurazioni
prima leggere e successivamente marcate (lingua a carta
geografica o scrotale), segue poi una fase atrofica (lingua
pelata e scarlatta) e infine lingua color rosso violaceo
magenta.
A livello oculare si manifesta blefarite angolare (palpebrite),
alterazioni oculari (fotofobia o lacrimazione, bruciore
agli occhi, stanchezza visiva, diminuzione della vista)
e ipervascolarizzazione della congiuntiva che invade la
cornea formando anastomosi a rete concentrica; questo si
verifica per carenza dell'enzima FAD dipendente che permette
la nutrizione e l'irrorazione della cornea per imbibizione.
Si possono evidenziare anche dermatosi vulvare e scrotale.
La somministrazione di riboflavina a dosi elevate anche per periodi
prolungati non provoca effetti tossici, in quanto l'assorbimento
intestinale non supera i 25 mg e perché, come dimostrato
sull'animale, esiste un limite massimo all'accumulo tessutale
mediato da meccanismi protettivi.
La scarsa solubilità in acqua della riboflavina previene l'accumulo
anche nella somministrazione per via parenterale.
Alimenti apportatori e razione consigliata
La riboflavina è ampiamente distribuita negli alimenti sia di
origine animale che vegetale.
Gli alimenti ricchi di riboflavina sono, tuttavia, relativamente
pochi e precisamente: latte, formaggi, latticini, frattaglie
e uova.
Per gli stessi motivi visti per la tiamina, anche per la
riboflavina la razione consigliata è espressa in funzione
dell'energia assunta con la dieta.
Vitamina B3 - Niacina o Vitamina PP
La niacina è stata identificata come acido nicotinico nel 1937,
durante degli studi sulla fermentazione alcolica.
Tutti i tessuti sono in grado di sintetizzare le forme coenzimatiche
NAD e NADP a partire dalla niacina trasportata dal sangue
e trasferita alle cellule per diffusione facilitata.
Il 90% della niacina assunta con gli alimenti viene metilata
nel fegato ed eliminata dai reni; la determinazione dei
metaboliti metilati nelle urine viene utilizzata per valutare
lo stato di nutrizione (nelle urine dell'adulto in condizioni
normali se ne trovano 4÷6 mg/die).
Carenza e tossicità
La carenza di niacina provoca la pellagra (pelle agra), descritta
per la prima volta nel 1735 da Casal che la denominò mal
de la rosa. Tale malattia era comune in popolazioni la cui
alimentazione si basava quasi esclusivamente sul granturco
(polenta): la proteina del mais è infatti povera di triptofano
e la niacina contenuta nei semi è in una forma poco assorbibile.
La fase preclinica è caratterizzata da sintomi aspecifici quali
astenia, inappetenza, perdita di peso, vertigini, cefalea
e difficoltà digestive. La carenza conclamata si manifesta
con alterazioni cutanee (dermatite), intestinali (diarrea)
e nervose (demenza), ma la sintomatologia è estremamente
variabile da individuo ad individuo.
La dermatite, in genere, è simmetrica e interessa le parti del
corpo esposte al sole con comparsa di aree cutanee eritematose
ed edematose (faccia, collo, polsi, dorso delle mani, piedi)
che evolvono in ipercheratosi, iperpigmentazione, screpolature
e desquamazione.
A livello dell'apparato digerente si riscontrano lesioni a carico
della mucosa orale e della lingua (glossite) che appare
secca, arrossata all'apice e ai margini e talvolta disepitalizzata
diventando rosso scarlatta. I sintomi neurologici precoci
comprendono ansietà, depressione e affaticamento che possono
evolvere in depressione grave, apatia, cefalee, vertigini,
irritabilità e tremori; se non trattati danno origine ad
una vera e propria demenza con allucinazioni, delirio e
stato confusionale.
Si conoscono anche due malattie congenite con inadeguata utilizzazione
della niacina: la malattia di Hartnup e la schizofrenia.
L'utilizzo di niacina a dosi elevate per tempi lunghi può provocare
effetti collaterali quali arrossamento, orticaria, nausea,
vomito e talvolta danni epatici (2÷6 g/die).
Dosi di 1 g/die possono provocare danni intestinali, renali,
epatici.
Si è visto (1955) che la somministrazione di niacina in dosi
elevate riduce nell'organismo i livelli di colesterolo e
di trigliceridi plasmatici: 1,5÷3 g/die di acido nicotinico
riducono i livelli di colesterolo e di LDL e aumentano le
concentrazioni di HDL.
Alimenti apportatori e razione
consigliata
La niacina si trova in numerosi alimenti, tuttavia buoni apportatori
sono: i cereali, soprattutto poco raffinati, le leguminose
secche, le carni, le uova, i prodotti della pesca e le frattaglie.
In diversi alimenti la niacina è presente in una forma non disponibile:
-in alcuni alimenti come il caffè è presente come derivato metilato
(trigonellina) indisponibile per gli animali, ma termolabile
e quindi trasformabile in acido nicotinico durante la tostatura;
-nei cereali può essere legata a polisaccaridi, peptidi o glicopeptidi,
a loro volta legati a cellulosa o emicellulose che rendono
difficile la liberazione;
-nel mais è legata covalentemente a piccoli peptidi (niacinogeni) e
a glucidi (niacitina), per cui diventa disponibile solo
in seguito a trattamento in ambiente basico (la niacina
contenuta nelle tortillas, al contrario di quella presente
nella polenta, è assorbibile dall'organismo.
In considerazione della capacità dell'organismo umano di trasformare
il triptofano (un aminoacido) in acido nicotinico è conveniente
esprimere la razione consigliata in niacina equivalenti.
In particolare 60 mg di triptofano equivalgono ad 1 mg di
niacina.
Questo amminoacido è presente soprattutto negli alimenti proteici
come uova, formaggi, pesce e carne, nei quali varia in genere
dai 150 ai 250 mg per 100 grammi di alimento.
Vitamina B5 - Pantotenico
L'acido pantotenico si trova nei cibi sia in forma libera che
legata, ed è largamente distribuito negli alimenti vegetali
ed animali.
Non ci sono sufficienti informazioni per stabilire i fabbisogni
in acido pantotenico, né studi specifici sui livelli assunti
con la dieta in Italia. Livelli medi per gli adulti di 4-7
mg/die sono consigliati dalla Commission of the European
Community (1993), con apporti individuali che variano dai
3 ai 12 mg/die. Questi livelli di apporto sembrano adeguati,
in quanto sono in grado di prevenire stati di deficienza.
L'intervallo 3-12 mg costituisce quindi l'intervallo di
sicurezza ed adeguatezza, come suggerito dal Comitato Scientifico
Europeo.
Vitamina B6
La vitamina B6 è largamente diffusa negli alimenti di origine
sia animale che vegetale. Parte della vitamina B6 presente
negli alimenti vegetali è sotto una forma non idrolizzabile
dagli enzimi intestinali e quindi non biologicamente disponibile.
Per la stretta dipendenza con il metabolismo aminoacidico, il fabbisogno
di questa vitamina viene calcolato in funzione del contenuto
proteico della dieta. Sulla base di studi si è visto che
un livello di 13 mg/g di proteine alimentari era in grado
di mantenere un buono stato di nutrizione vitaminica. Pertanto
il Comitato Scientifico Europeo ha fissato una raccomandazione
per l'adulto pari a 1,5 mg per 100 g di proteine alimentari
( Commission of the European Communities, 1993, considerando
un apporto proteico pari a circa il 15% dell'energia della
dieta, nell'adulto e nel bambino. Durante la gravidanza
e l'allattamento viene raccomandato un incremento del 20%
e del 30% rispettivamente.
Vitamina B8 - Biotina o H
La vitamina B8 è una delle sostanze biologiche attive più conosciute.
La vitamina B8 si trova in numerosi alimenti ed inoltre
è sintetizzata dai batteri intestinali e per questo mancanze
di tale vitamina sono rare.
La biotina è presente nel formaggio, fegato, cavolfiore,
uova, funghi, petti di pollo, salmoni, spinaci, lievito
brewer, dadi e se accade un piccolo deficit può essere introdotta
nel corpo. Questa vitamina inoltre è prodotta normalmente
negli intestini se è presente una quantità sana sufficiente
di flora intestinale. Tuttavia, il frequente uso degli antibiotici
può interferire con la sintesi di questa vitamina.
La vitamina B8 o la biotina è vitale per un sistema immunitario
sano. è coinvolto nel metabolismo dei carboidrati, delle
proteine e dei grassi. è essenziale per lo sviluppo e la
salute dei capelli. Impedisce l'ingrigiamento prematuro
dei capelli così come la perdita dei capelli. Questa vitamina
contribuisce ad mantenere la pelle ed il sistema nervoso
in uno stato sano. Controlla la distribuzione adeguata del
pigmento di colore.
La mancanza si nota generalmente solo dopo lunghe terapie
con antibiotici che esauriscono la fauna intestinale o dopo
consumo eccessivo di uova crude. Può condurre ad esaurimento
estremo, a dolore dei muscoli, a perdita di appetito, alla
depressione, all'ingrigiamento della pelle, alle anomalie
del sistema nervoso centrale quali la depressione, la letargia,
allucinationi e paralisi.
Vitamina B9 - Acido folico
Con il termine folati si designa un gruppo di sostanze chimicamente
e nutrizionalmente riferibili all'acido folico (acido pteroil
glutannico). L'acido folico è utilissimo agli sportivi perché
contribuisce a scindere le proteine in aminoacidi; favorisce
inoltre la sintesi degli acidi nucleici e la produzione
di globuli rossi.
Sintomi di carenza
- Anemia;
- Alterazioni delle mucose;
- Disturbi della digestione.
Il fabbisogno di acido folico per gli adulti, maschi e femmine,
è pari a 200 mcg. In gravidanza tale fabbisogno sale a 400
mcg ed è consigliabile una integrazione.
In caso di sovradosaggio estremi può verificarsi una carenza di zinco.
L'acido folico si trova nelle carni (soprattutto frattaglie)
e nei vegetali (soprattutto fagioli, pomodori, arance),
in forma più o meno legata e disponibile. Esistono infatti
negli alimenti degli inibitori della folato-idrolasi o altri
fattori non noti che ne diminuiscono l'assorbimento (del
20% nei legumi e dell'80% nel succo di arancia). Stati di
carenza marginale di acido folico si verificano in Italia
così come in altri Paesi.
Il fabbisogno giornaliero si copre con 5 g di lievito di birra
oppure 80 g di carne di maiale, 300 g di pane integrale,
200 g di spinaci, 250 g di cavolo riccio, 40 g di germe
di grano, 400 g di pomodori.
Vitamina B12 - Cobalamina
La cobalamina venne isolata e caratterizzata a seguito di una
serie di ricerche in merito all'anemia perniciosa. Nel 1926
si scoprì che nel fegato vi è un fattore capace di curare
tale patologia ed esso venne isolato e cristallizzato nel
1948. La struttura della vitamina B12 venne chiarita nel
1956.
La vitamina B12 è una sostanza di colore rosso, cristallina,
igroscopica, fotosensibile ed altamente solubile in acqua.
L'elevata solubilità in acqua della vitamina B12 le rende pressoché
impossibile il passaggio attraverso la membrana cellulare.
Per permettere l'assorbimento, quindi, si utilizza un processo
in ambiente acido o alcalino dello stomaco. Quindi viene
immagazzinata nel fegato dopo essere stata assorbita nell'intestino
ileo grazie a recettori sensibili a un complesso B12 che
si forma nello stomaco.
è interessante notare che in questo processo è una delle poche
volte che avviene il contatto tra la vitamina B12 e l'acido
folico, reazione importantissima per la sintesi dell'emoglobina.
Senza tale reazione avviene il blocco degli enzimi che necessitano
di questi due composti. Ciò comporta una disfunzione delle
vie metaboliche.
Poiché le reazioni interessate intervengono nel metabolismo degli
acidi grassi si ritiene che un loro blocco possa interessare
soprattutto le membrane neuronali e questo spiegherebbe
il coinvolgimento neurologico molto frequente in caso di
carenza di vitamina B12.
La vitamina B12 viene sintetizzata, in natura, solo da alcune
specie di batteri ed in alcune alghe. Nell'intestino umano
esistono batteri sintetizzanti cobalamina ma sono situati
in zone dove il fattore intrinseco non arriva per cui l'assorbimento
di quest'ultima è piuttosto scarso. Le fonti di vitamina
B12 sono quelle soprattutto di origine animale, in particolare
a livello del fegato. Gli alimenti di origine vegetale non
contengono cobalamina. Le alghe sono spesso contaminate
da microbi per cui la loro assunzione può essere fonte di
cobalamina anche se è da tenere presente che la specie spirulina,
alga unicellulare molto comune, produce una forma di cobalamina
non utilizzabile dall'uomo.
Carenza
Stati di carenza di vitamina B12 si verificano per lo più a seguito
di processi patologici che interessano le cellule parietali
dello stomaco. Le cellule dello stomaco producono una sostanza,
che si chiama Fattore Intrinseco, che si combina - dopo
che il cibo nello stomaco è stato predigerito dall'acido
- con la vitamina B12 rilasciata dal cibo. Il complesso
"Fattore Intrinseco-vitamina B12" prosegue il viaggio fino
alla fine del piccolo intestino (l'ileo) dove viene attivamente
assorbito. A rischio di stati carenziali sono anche
le diete strettamente vegetariane per cui si consiglia di
utilizzare opportuni integratori. Poiché le riserve dell'organismo
di vitamina B12 sono ampie e circa l'80% di quella che viene
escreta giornalmente con la bile viene riassorbita dal circolo
enteroepatico, ne consegue che passa molto tempo, più di
20 anni (non 2!) prima che si generi uno stato patologico
e compaiano le alterazioni dovute alla carenza di cobalamina.
Il deficit di cobalamina provoca la comparsa di anemia perniciosa,
malattia caratterizzata da: anemia megaloblastica e disturbi
del sistema nervoso. è sempre importante, in questi casi,
valutare la concentrazione di cobalamina ed acido folico
in quanto anche la carenza di quest'ultimo provoca un quadro
di anemia megaloblastica senza, però, interessamento nervoso.
L'aggiunta di acido folico in una situazione di anemia perniciosa
migliora il quadro anemico ma non ha nessun effetto sui
disturbi del sistema nervoso che, anzi, continuano a peggiorare.
è stato visto che l'assunzione di alte quantità di vitamina C
(>1 g) possono, col tempo, generare stati carenziali di
cobalamina. Ciò avviene in quanto, in alte dosi, la vitamina
C, in presenza di ferro, si può comportare da ossidante
e formare radicali liberi che danneggiano la cobalamina
ed il fattore intrinseco.
Livelli di assunzione e tossicità
Attualmente si consiglia di assumere 2 μg/die di cobalamina.
Poiché durante la gravidanza e l'allattamento il fabbisogno
individuale di vitamina B12 aumenta, rispettivamente, del
20% e del 50%, in genere ben soddisfatti dai 2 μg al giorno,
si consiglia a tutte le donne vegetariane che si trovano
in queste situazioni di implementare la dose assunta tramite
supplementi.
Si ritiene che vi possa essere qualche rischio di tossicità a
seguito dell'assunzione di quantità di cobalamina superiori
ai 200 μg.
Vitamina C - Acido L-ascorbico
L'acido L-ascorbico è una vitamina idrosolubile antiossidante
che svolge nell'organismo molteplici funzioni.
L'acido ascorbico è un composto molto idrosolubile, spiccatamente
acido, che si presenta sotto forma di cristalli inodori
ed insapori con pH circa 2,5 . La vitamina C assunta con
la dieta viene assorbita a partire dalla bocca, nello stomaco
e soprattutto a livello dell'intestino tenue grazie ad un
processo di diffusione passiva dipendente dal sodio. Questo
sistema è molto efficiente soprattutto per basse dosi della
vitamina. Via via che la concentrazione di acido ascorbico
cresce, il sistema di assorbimento si riduce di efficienza.
La vitamina C viene immagazzinata nei tessuti dell'organismo,
in particolare, nel surrene e nel fegato. La quota plasmatica
che non viene immagazzinata viene eliminata con le urine.
La vitamina C possiede una forte azione riducente a seguito della
presenza di un gruppo enediolico. In presenza di ossigeno
e metalli l'acido ascorbico tende ad ossidarsi ed a formare
acido deidroascorbico ed acqua ossigenata.
Grazie alla forte azione riducente, la vitamina C è utilizzata
in molte reazioni di ossidoriduzione. La spiccata azione
antiossidante della vitamina C e la sua capacità di mantenere
stabili le vitamine A, E, l'acido folico e la tiamina, viene
utilizzata dalle industrie che la usano (come tale o sotto
forma di sale sodico, potassico e calcico) come additivo
nei cibi.
Effetti sull'organismo
La vitamina C è importante per il corretto funzionamento del
sistema immunitario e la sintesi di collagene nell'organismo.
Il collagene rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli
e le ossa. L'uomo non può creare collagene senza la vitamina
C.
Sembra che la vitamina C abbia un ruolo importante, soprattutto
in reazioni di ossidoriduzione catalizzate da ossigenasi,
e svolga un'azione antistaminica. Tra i processi più noti
in cui la vitamina dovrebbe intervenire si ricordano:
- idrossilazione della lisina e della prolina ad opera
della prolina idrossilasi e della lisina idrossilasi,
reazioni importanti per la maturazione del collagene,
- idrossilazione della dopamina per formare la noradrenalina,
- sintesi della carnitina,
- catabolismo della tirosina,
- amidazione di alcuni peptidi con azione ormonale,
- sintesi degli acidi biliari,
- sintesi degli ormoni steroidei per intervento durante
le reazioni di idrossilazione,
- riduzione dell'acido folico per formare la forma
coenzimatica,
- aumento dell'assorbimento di ferro per riduzione
del Fe (III) a Fe (II)
- azione di rigenerazione della vitamina E per cessione
di un elettrone al radicale α-tocoferossilico.
Sembra, inoltre, che la vitamina C possa diminuire la formazione
di nitrosamine intestinali e ridurre vari composti ossidanti
(il radicale superossido, l'acido ipocloroso e i radicali
idrossilici).
La vitamina C è presente in alcuni alimenti, insieme a bioflavonoidi,
soprattutto nei vegetali a foglia verde, peperoni, pomodori,
kiwi e negli agrumi, particolarmente concentrata nel frutto
di ciliegia amazzonica, l'Acerola, e nella rosa canina.
La vitamina può perdersi nel caso in cui questi alimenti
vengano tenuti all'aria per molto tempo o dentro contenitori
di metallo (es: rame). La cottura può comportare perdita
di vitamina (in taluni casi fino al 75%); tale fenomeno
può essere ridotto adottando una cottura che sia il più
possibile rapida ed in poca acqua.
Alimenti |
mg/100 g
Vit. C |
Acerola |
1300-1800 |
Rosa Canina |
1250 |
Peperoncini piccanti |
229 |
Fave fresche crude |
33 |
Piselli freschi crudi |
32 |
Piselli surgelati |
30 |
Peperoncini rossi e gialli |
166 |
Peperoni crudi |
151 |
Peperoni verdi |
127 |
Rughetta o rucola |
110 |
Broccoli |
110 |
Cavoletti di Bruxelles |
81 |
Lattuga |
59 |
Pomodori maturi |
25 |
Pomodori San Marzano |
24 |
Pomodori da insalata |
21 |
Finocchi crudi |
12 |
Kiwi |
85 |
Fragole/Clementine |
54 |
Limoni/Arance |
50 |
Succo di arance |
44 |
Succo di limoni |
43 |
Pompelmo |
40 |
Ananas |
17 |
Cocomero |
8 |
Fegato/Rene |
10-40 |
Kaki |
23 |
CARENZA
La carenza di vitamina C determina la comparsa dello scorbuto,
patologia che riguarda particolarmente l'insufficiente produzione
di collagene e di sostanza cementante intercellulare. Ciò
determina alterazioni a livello dei vasi sanguigni con comparsa
di emorragie, rallentamento della cicatrizzazione delle
ferite, gengiviti con alterazioni della dentina, gengivorragie
ed osteoporosi delle ossa. Nei bambini si ha anche un arresto
della crescita. Le varie emorragie sviluppantesi possono
portare anche ad un quadro di anemia sideropenica.
Bassi livelli di acido ascorbico, sufficienti alla sopravvivenza,
ma al di sotto di quelli necessari, sembrano favorire l'aterosclerosi,
sia per l'ipotesi ossidativa sia per l'ipotesi risposta
alla lesione. Per la scarsità di vitamina C nell'organismo,
si instaurano situazioni come la progressiva crescita dell'azione
devastante dello stress ossidativo e dei radicali liberi
sulle pareti cellulari vascolari e/o il progressivo impoverimento
e cedimento di collagene nelle pareti cellulari vascolari
che venendo tamponato da derivati di alfa lipoproteine produce,
col progressivo accumulo, l'aterosclerosi e, di conseguenza,
tutte le altre pericolosissime sue patologie derivate a
cascata.
DOSAGGIO
Per dose minima giornaliera s'intende la quantità minima
complessiva da assumere durante il corso dell'intera giornata,
suddividendo la dose giornaliera in più piccole dosi frazionate
(dividendo la dose giornaliera in parti uguali) assunte
a intervalli di 3-4 ore.
Si calcola che la quantità minima giornaliera di vitamina
C necessaria per prevenire lo scorbuto sia di circa 10 mg/die.
Le quantità consigliate (raccomandate dai sistemi sanitari
nazionali) sono, tuttavia, di poco superiori. Anzi, nella
comunità scientifica vi è ancora acceso dibattito sul dosaggio
efficace effettivo, su limite soglia e sovradosaggio: 40
- 60 mg/die.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Vitamine Liposolubili
Questo gruppo di vitamine (A,D,E,K) è definito liposolubile in
quanto sono solubili esclusivamente nei grassi. Infatti,
è grazie a questi che vengono introdotte nel nostro corpo
e assorbite a livello dell'intestino. Sono digeriti solo
dalla bile perché sono insolubili in acqua. Motivo per cui
è importante consumare pasti che contengono sia lipidi che
vitamine. Si possono accumulare nel fegato e nei lipidi
di deposito (cioè nel nostro grasso) per poter essere utilizzate
nel momento del bisogno; però, proprio perché possono essere
accumulate sono le uniche vitamine che possono dare ipervitaminosi
(un loro eccesso, insomma può far male quanto non assumerle!).
Le vitamine liposolibili vengono, di regola, accumulate nel tessuto
adiposo e nel fegato, proprio perché non riescono a essere
eliminate tramite l'urina. La formazione di tali depositi
funge da riserva per i momenti in cui nell'organismo sono
presenti in misura ridotta questo tipo di vitamine: a differenza
delle vitamine idrosolubili, quindi, da un lato, possono
essere anche non introdotte quotidinamente e, dall'altro
lato, non è opportuno esagerare con integratori ricchi di
vitamine liposolibili (specialmente di vitamina A), al fine
di evitare affaticamento e perfino intossicazione del fegato.
Le osservazioni appena compiute non devono certo indurre
a ritenere di secondaria importanza la regolare introduzione,
tramite il cibo, delle vitamine liposolibili.
Vitamina A - Retinolo e BetaCarotene
In natura si trova in due forme principali : il retinolo (di
origine animale) e i carotenoidi (di origine vegetali) che
sono provitamine, cioè precursori della vitamina A.
Retinolo è il termine usato per indicare la quantità di vitamina
A utilizzabile che è stata scomposta ed è al suo posto nel
sangue, pronta per fare il suo lavoro.
Impedisce l'ossidazione della vit. C ed ha altre azioni antiossidanti.
Assunta in eccesso è dannosa e può provocare caduta dei capelli,
assumere 50-100.000 U.I. di vit. A al giorno può rovinare
capelli e salute.
Il retinolo si trova nel tuorlo d'uovo, nel fegato di merluzzo.
I carotenoidi si trovano negli organismi vegetali, frutta, verdura
di colore arancione e negli ortaggi di colore verde scuro
(melone, pesche, albicocche, zucca, cachi, carote, spinaci,
bieta, lattuga, etc.).
Il fabbisogno giornaliero nell'adulto è di circa 5.000 U.I. (unità
internazionali), uno sportivo richiede circa 50.000 U.I.
al giorno.
Il betacarotene, è un precursore della vitamina A e si trova
in natura in molti prodotti tra cui la carota.
Esistono 500 carotenoidi e sappiamo che 50 tra questi partecipano
al processo di trasformazione. Tra gli alimenti che contengono
carotenoidi, il più famoso è la carota, che dà il nome al
gruppo. Il beta-carotene è molto abbondante nelle carote,
ma è presente in concentrazione anche superiore, in certe
verdure dal fogliame verde, come la bietola, gli spinaci
e la verza. La luteina, un altro carotene, è maggiormente
presente nei broccoli, nei cavolini di Bruxelles e nel cavolo.
I diabetici non riescono a trasformare il beta-carotene in vitamina
A.
Il beta-carotene, diversamente dalla vitamina A, è un antiossidante
che combatte le sostanze cangerogene intrappolando le molecole
pericolose che contribuiscono allo sviluppo di un processo
maligno. Sembra che la famiglia dei carotenoidi lavori insieme,
ciascuno a modo suo, per assicurare che tutte le cellule
siano in salute. I risultati di molti studi suggeriscono
che i tumori della vescica, della laringe, dell'esofago,
dello stomaco, del colon/retto e della prostata traggano
beneficio dall'assunzione di beta-carotene.
Una molecola di betacarotene è composta da due molecole di Vit.
A. E' utile assumere 10-20 mg di betacarotene quando ci
espone al Sole.
Neutralizza anche molti dei danni del fumo di sigaretta.
E' una sostanza simile agli ormoni femminili. Il Beta Carotene
è necessario per la corretta crescita e riparazione dei
tessuti corporei; aiuta a mantenere pelle liscia e morbida
e sana; aiuta a proteggere le mucose della bocca, del naso,
della gola e dei polmoni, riducendo così la suscettibilità
alle infezioni; protegge contro gli agenti inquinanti (azione
antiossidante contro gli effetti nocivi dei radicali liberi);
contrasta la cecità notturna e la vista debole, ed è quindi
fondamentale per una buona vista; e aiuta nella formazione
di ossa e denti.
L'attuale ricerca medica dimostra che i cibi ricchi di Beta Carotene
aiutano a ridurre i rischi di tumore ai polmoni (soprattuto
nei fumatori che 'bruciano' letteralmente molta vitamina
A) e certi cancri della cavità orale. A differenza della
Vitamina A estratta dall'olio di fegato di pesce, il Beta
Carotene non è tossico.
E' diffuso in natura nelle piante, blocca l'anione superossido
O2.
Il suo uso riduce l'incidenza dei tumori e delle malattie cardiovascolari.
Un'assunzione di 1200 mg è necessaria se si vuole raggiungere
un livello plasmatico di 30 mg.
Il betacarotene è una sostanza di origine vegetale, che nell'intestino
si trasforma in due molecole di vitamina A.
La produzione di RNA viene fortemente incrementata dalla vitamina
A. L'RNA (acido ribonucleico) è un acido nucleico che trasmette
ad ogni cellula dell'organismo istruzioni sul loro comportamento,
così che la vita, la salute e le giuste funzioni vengano
mantenute. Il corpo deve essere in grado di sintetizzare
nuovo RNA oppure incomincerà la degenerazione delle cellule.
Studi hanno rilevato che nuovo RNA può essere prodotto anche
in caso di carenze di vitamina A, comunque il livello di
produzione di nuovo RNA è molto inferiore a quello che si
avrebbe con una disponibilità sufficiente di questo elemento.
Una delle fonti più ricche di RNA è il lievito di birra.
Circa il 90% della vitamina A contenuta nell'organismo è immagazzinata
nel fegato, con piccole quantità depositate nei tessuti
grassi, nei polmoni, nei reni e nella retina degli occhi.
In condizioni di stress, l'organismo utilizzerà questa riserva
se non riceverà abbastanza vitamina A dalla dieta. E' necessaria
una adeguata assunzione di zinco per permettere l'utilizzo
della vitamina A immagazzinata nel fegato.
La vitamina A può essere tossica perché il corpo la accumula.
L'overdose di vitamina A danneggia le stesse parti del corpo
che soffrono in caso di carenza della vitamina. La tolleranza
varia da individuo a individuo. La probabilità di intossicazione
da vitamina A è alta solo quando la vitamina è di origine
animale o proviene da derivati di vitamina A disponibili
solo nei farmaci. Le verdure contengono la vitamina solo
sotto forma di precursore o provitamina (beta-carotene)
e questa sostanza non può trasformarsi abbastanza rapidamente
da creare un'intossicazione. Tuttavia, se vengono consumate
grandi quantità di alimenti ricchi di carotene, come i pomodori
o il succo di carote insieme a integratori alimentari, può
esserci accumulo nelle cellule grasse sotto la pelle, che
possono diventare gialle.
Quantità eccessive di vitamina A possono aumentare la pressione
all'interno della scatola cranica, con sintomi simili a
quelli del tumore al cervello. Un colore giallastro sotto
la pelle indica un consumo eccessivo; tuttavia se anche
diminuendo le dosi la colorazione rimane può essere un sintomo
di ipotiroidismo (ridotta attività della tiroide) o di diabete.
Se l'intossicazione viene scoperta, i sintomi, con l'abbassamento
della quantità di vitamina A assunta, scompariranno in pochi
giorni. L'assunzione di vitamina C può aiutare a prevenire
i dannosi effetti di intossicazione da vitamina A.
Contenuto di vitamina A di alcuni alimenti :
- Olio di fegato di merluzzo 100 gr = 85000 unità
- Carote 100 gr = 11000 unità
- Fegato 100 gr = 10729 unità
- Patate dolci 100 gr = 8800 unità
- Prezzemolo 100 gr = 8500 unità
- Spinaci 100 gr = 8100 unità
- Mango 100 gr = 4800 unità
- Melone 100 gr = 3400 unità
- Burro 100 gr = 3300 unità
- Albicocca 100 gr = 2800 unità
- Zucche 100 gr = 1600 unità
- Pomodoro 100 gr = 900 unità
- Uovo 1 = 84 unità
- Latte 100 gr = 75 unità
Assumere beta-carotene garantisce all'organismo quantità adeguate
di vitamina A. La co-somministrazione di beta-carotene e
vitamina A è inutile anzi deve essere evitata per prevenire
l'insorgenza di ipervitaminosi A.
E' indispensabile alla produzione dello sperma e alla sintesi
del testosterone.
Con la cottura se ne perde il 20%.
Vitamina D
La vitamina D si può chiamare pure
-Ergocalciferolo(D2): E' usata per aggiungere la vitamina
agli alimenti.
-colecalciferolo (D3): si trava in forma naturale nell'olio
di fegato di pesce.
Sostiene la salute e la crescita delle ossa. La sua funzione
è di sintetizzare gli enzimi nelle mucose, preposti al trasporto
del calcio. Senza di essa le ossa e i denti non calcificano.
L'organismo usa il calcio ed il fosforo per normalizzare il sistema
nervoso, l'azione cardiaca e la coagulazione sanguigna,
e aiuta pure a dimagrire.
In dosi eccessive la vitamina D è tossica. Aumenta l'assorbimento
del calcio dall'organismo, cioè dalle ossa, ed a un accumulo
nei tessuti molli, con la formazione di calcoli, come nei
reni. Quantità eccessive possono determinare alti livelli
di calcio e di fosforo nel sangue e ciò provoca la calcificazione
dei tessuti soffici, delle pareti dei vasi sanguigni e dei
tubuli renali: tali disturbi si riassumono nella ipercalcemia
e una notevole escrezione di calcio nelle urine. L'indurimento
dei vasi sanguigni nel cuore e nei polmoni può portare alla
morte. Un'aumentata attività cardiaca richiede più calcio,
il quale viene fornito solo se vi è nel sistema sufficiente
vitamina D.
Assunta con l'esposizione ai raggi del sole non è tossica. Basta
un quarto d'ora tre volte alla settimana per garantire la
vitamina D necessaria all'organismo.
La pelle scura raggiunge in 3 ore la sintesi di vitamina che
la pelle chiara raggiunge in 30 minuti, quindi adattare
il tempo di esposizione alla pigmentazione della pelle.
Il fumo, i vetri e i vestiti ostacolano l'azione del sole sulla
pelle. Chi non può esporsi al sole mangi tuorlo d'uovo,
pesci grassi e fegato, e latte vitaminizzato, oppure integratori:
Il fabbisogno giornaliero è di 10 mg (400 ui). Le donne
in gravidanza di più.
L'olio di fegato di pesce è la maggior fonte naturale di vitamina
A e D.
La vitamina D previene le carie dei denti e l'infiammazione degli
alveoli dentali. Protegge le persone in menopausa dall'osteoporosi
causata dal cortisone. Assieme al calcio mantiene le ossa
sane e forti durante la menopausa. Previene la frattura
dell'anca negli anziani.
Sintomi di sovraddosaggio sono: frequente urinazione, perdita
di appetito, nausea, vomito, diarrea,stitichezza, debolezza
muscolare, vertigini, stanchezza e calcificazione dei tessuti
soffici del cuore, dei vasi sanguigni e dei polmoni e nei
casi più gravi confusione, ipertensione, insufficienza renale
e coma.
La carenza di calcio e di vitamina D hanno gli stessi sintomi.
La carenza di vitamina D apporta un mancato assorbimento
del calcio da parte dell'intestino, una ritenzione di fosforo
nei reni e una difettosa mineralizzazione della struttura
ossea, cioè il rachitismo: l'indebolimento del cranio e
delle ossa nei bambini, inarcamento delle gambe e della
colonna vertebrale, ingrossamento dell'articolazione del
polso, del ginocchio e dell'anca, muscoli scarsamente sviluppati
e irritabilità nervosa. Sotto il peso del corpo si manifestano
deformazioni scheletriche.
10 mg di Vitamina D al giorno riducono del 7% la mortalità. A
livelli troppo bassi il sistema immunitario è meno efficiente
nell'uccidere i virus. Questa vitamina antiossidante, protegge
i lipidi delle membrane celulari dai radicali liberi derivanti
dall'ossigeno.
Stimola il funzionamento dell'acido linoleico, un acido grasso
insaturo e impedisce l'ossidazione dell'ormone pituitario
e surrenale e poiché l'ossidazione provoca l'invecchiamento
delle cellule, la vitamina E ne ritarda il processo.
Stimola la secrezione urinaria, aiutando i pazienti cardiopatici i
cui tessuti corporei contengono una quantità eccessiva di
liquidi (edema). In qualità di diuretico la vitamina E è
efficace per riequilibrare l'ipertensione.
Utile nella prevenzione dell'arteriosclerosi, efficace nelle
malattie cardiovascolari, fondamentale nella prevenzione
del cancro, indispensabile per il corretto funzionamento
dei muscoli, migliora il sistema immunitario, necessaria
per una adeguata funzionalità dell'apparato riproduttivo,
Migliora la messa a fuoco della vista nelle persone di mezza
età.
E' un'antitrombina efficace nella corrente sanguigna, poiché
inibisce la coagulazione del sangue e così previene la formazione
di trombi.
La vitamina E combinata con la vitamina C protegge le componenti
idrofile e lipofile della cute, riducendo i danni indotti
da UVA, UVB e rallentail fotoinvecchiamento. Assorbita dalla
pelle, ha azione idratante, antinfiammatoria e lenitiva.
Un alto livello di vitamina E nel sangue dona ottimi livelli
di funzionalità immunitaria. Come i globuli rossi, si pensa
che anche i globuli bianchi siano coperti. Dato che la concentrazione
della vitamina E diminuisce con l'invecchiamento, l'integrazione
può essere di aiuto nei casi di cambiamento dell'epitelio
pigmentato della retina accompagnato da diminuzione della
vista. Le persone anziane traggono beneficio dalle proprietà
immunitarie della vitamina E.
Negli studi sugli animali la somministrazione di vitamina E ha
effetti sorprendenti sull'apparato riproduttivo: aumenta
la fertilità maschile e femminile e aiuta recuperare la
potenza sessuale maschile. Nel periodo precedente al concepimento
si consiglia l'assunzione di un preparato di vitamine e
minerali a bassa intensità insieme a concentrati di vitamine
del complesso B e di vitamina E (tocoferoli misti).
Con un alto livello di vitamina E nel sangue si ha due volte
e mezzo meno probabilità di ammalarsi di tumore al polmone.
Vitamina E integrata, spazza via i radicali liberi, protegge
dal tumore. Il suo effetto antiossidante nei polmoni protegge
dalle sostanze inquinanti, è essenziale per i fumatori (il
monossido di carbonio del fumo di sigaretta distrugge la
capacità dell'emoglobina di trasportare l'ossigeno nel sangue),
protegge dalle tossine dell'ozono e dal diossido di azoto
(componenti dello smog), benefica per chi vive in città.
Fonte di vitamina E è l'olio di germe di grano, gli olii vegetali
spremuti a freddo (soia, arachidi, mais, olive, etc.), il
tuorlo d'uovo, i semi interi e noci, etc.
Si deposita nel fegato, nel tessuto adiposo dell'ipofisi, ghiandole
surrenali, utero e testicoli. Non sono dimostrati disturbi
da eccessi di assunzione.
Alimenti che contengono vitamina C possono favorire l'assorbimento
della vitamina E (i broccoli e il cavolfiore contengono
anche la vitamina E).
Il fabbisogno giornaliero per gli adulti di 10 mg va aumentato quando
si vuole utilizzarla le sue proprietà antiossidanti, per
rafforzare le difese, prevenire il cancro, le malattie cardiovascolari,
etc.
Eccessivi quantitativi di grassi polinsaturi o oli nella dieta
aumentano il tasso di ossidazione della vitamina E; più
grassi insaturi si consumano, più aumenta il fabbisogno
di vitamina E.
Non eccedere nell'assunzione della vitamina, prima che si manifestino
gli effeti benefici a volte passano mesi. Il dosaggio di
600 UI al giorno non è tossico. Il Selenio aumenta l'efficacia
della vitamina E.
Alimento |
Q.tà |
Olio di germe di grano |
133,00 |
Olio di girasole |
68,00 |
Olio di mandorle dolci |
45,80 |
Olio di mais |
34,50 |
Olio di palma |
33,10 |
Mandorle dolci, secche |
26,00 |
Olio di oliva extra vergine |
22,40 |
Olio di colza |
22,20 |
Olio di fegato di merluzzo |
19,80 |
Olio di arachide |
19,10 |
Olio di vinacciolo |
18,90 |
Olio di soia
Olio di oliva |
18,50 |
Germe di frumento
[Media fra germe di frumento duro e tenero] |
16,00 |
Nocciole, secche |
15,00 |
Margarina -100% vegetale |
12,40 |
Avocado |
6,40 |
Pistacchi
Noci pecan |
4,00 |
Noci, secche |
3,00 |
Burro |
2,40 |
Crusca di frumento |
1,6 |
Pecorino romano |
1,01 |
Anacardi
Macadamia |
1,00 |
Pecorino siciliano |
0,97 |
Olio di cocco |
0,90 |
Anguilla d'allevamento, filetti |
0,82 |
Pecorino
Riso integrale crudo |
0,70 |
Parmigiano |
0,68 |
Fontina
Taleggio |
0,62 |
Provolone
Gorgonzola |
0,52 |
Mais dolce, in scatola, sgocciolato |
0,5 |
Caciotta toscana |
0,49 |
Scamorza |
0,48 |
Crescenza |
0,45 |
Caciocavallo |
0,43 |
Farina di frumento integrale |
0,4 |
Mozzarella di vacca |
0,39 |
Caciottina vaccina |
0,34 |
Mozzarella di bufala |
0,24 |
Caciottina fresca |
0,22 |
Ricotta di vacca
Grana |
0,21 |
Yogurt da latte, intero |
0,08 |
Latte di vacca UHT, intero
Latte di vacca pastorizzato, intero |
0,07 |
Yogurt da latte, parzialmente scremato |
0,06 |
Latte di vacca UHT, parzialmente scremato
Latte di vacca pastorizzato, parzialmente scremato
|
0,04 |
Vitamina K
Il ruolo fondamentale della vitamina K è la coagulazione del
sangue e nel funzionamento normale del fegato. E' un fattore
importante di vitalità e longevità.
I grassi rancidi, le radiazioni di raggi X, l'aspirina e l'inquinamento
dell'aria distruggono la vitamina K.
Il kelp (alga di colore bruno, nell'oceano Pacifico e nel Atlantico),
l'alfalfa (dall'arabo al-fal-fa "padre di tutti i cibi":
Erba medica: Medicago sativa L.), le piante verdi e le verdure
a foglie verdi sono fonti naturali di vitamina K. Il latte
di vacca, lo yogurt, il tuorlo dell'uovo, le melasse scure,
l'olio di semi di cartamo, l'olio di fegato di pesce e altri
oli polinsaturi sono altre buone fonti. Il lavoro dei batteri
intestinali e l'apporto dell'alimentazione è sufficiente
per approvvigionarsi di vitamina K.
In chi fa uso di anticoagulanti e di forti dosi di vitamina K
può verificarsi un'anormale formazione di trombi, intossicazione
e collasso di globuli rossi, poiché i residui si possono
ammassare nel sangue.
La deficienza di vitamina K è comune in malattie come il morbo
celiaco (cattivo assorbimento intestinale), la sprue (cattivo
assorbimento nell'età adulta), e la colite della mucosa
intestinale. In questi casi si somministra la vitamina K
per via endovenosa.
La vitamina K aiuta ridurre il flusso di mestruazioni prolungate,
fa diminuire o elimina i crampi mestruali. L'uso della vitamina
può prevenire osteoporosi e fratture. In alcuni casi la
vitamina ha le stesse proprietà di alcune sostanze chemioterapiche
altamente tossiche. E' stato scoperto che il menadione o
vitamina K3 inibisce alcuni tumori come quello al seno,
alle ovaie, al colon, allo stomaco, ai reni e ai polmoni.
La vitamina K è spesso associata con la vitamina C per la prevenzione
e la risoluzione di emorragie in diverse parti dell'occhio.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Ab2 - Minerali
In merito al fabbisogno umano in sostanze essenziali ci sono
pochissimi studi scientifici. Per questo motivo, gruppi
di esperti degli stati industrializzati, elaborano raccomandazioni
che riguardano il fabbisogno di dette sostanze. Questa procedura
di consenso di esperti è utile, ma ben distante da conoscenze
scientifiche.
L'organismo umano si ristruttura continuamente e necessita di energia
per le sue varie funzioni (battito cardiaco, respirazione,
digestione, movimenti degli arti). Per svolgere questi compiti
sono necessari innumerevoli processi biochimici, che a loro
volta necessitano di sostanze che consumano o producono
energia.
I minerali alimentari come calcio Ca e fosforo P, hanno moltissime
funzioni metaboliche e formano la struttura ossea e dentaria.
Il gruppo sodio Na, cloro Cl, potassio K, calcio Ca, magnesio
Mg, zolfo S e fosforo, è coinvolto in tutti i processi idroelettrolitici,
osmotici e di regolazione acida – basica.
Un altro gruppo, come il ferro Fe nell'emoglobina o lo iodio
J nell'ormone tiroidale è coinvolto in processi biochimici
primordiali: trasporto di ossigeno e regolazione del catabolismo
energetico.
Gli altri minerali fanno maggiormente parte di specifici enzimi
per le più di svariate funzioni metaboliche e immunitarie.
Vi è differenza tra i sali minerali che provengono direttamente
dalla terra (esempio quelli contenuti nell'acqua) e quelli
presenti nei regni vegetale ed animale. Questi ultimi hanno
subito un'elaborazione che li ha, in un certo senso, "vitalizzati",
invece i sali provenienti dalla terra non hanno alcun dinamismo
energetico e dopo esser stati introdotti nell'organismo
ne possono uscire solo con il sudore o l'urina.
Per questa ragione non si dovrebbe usare molto sale da tavola
e quel poco dovrebbe essere di tipo marino. Questo per evitare
che una eventuale disfunzione renale causi un accumulo dei
sali che provocherebbe un progressivo irrigidimento del
corpo.
Una dieta mista che comprenda frutta, verdura, semi (noci,
nocciole, mandorle, ecc.), cereali e qualche prodotto di
provenienza animale è in grado di fornire i sali necessari
per il benessere dell'organismo.
Il fabbisogno giornaliero di minerali
varia molto a seconda dell'elemento considerato: si esprime
da un ordine di grammi per sodio Na, cloro Cl, calcio Ca,
sino ad un ordine di microgrammi (millionesimi di grammi)
per iodio J, cromo Cr, selenio Se.
I minerali Alimentari sono ripartiti in diversi alimenti sia
animali che vegetali. La frutta non contiene dosi rilevanti
di minerali; verdura e ortaggi ne contengono pochi tipi;
leguminacee e graminacee circa la metà dei vari tipi e i
prodotti animali circa l'altra metà. Due, il sodio Na e
il cloro Cl, sono facilmente reperibili tramite il sale
(marino) da cucina.
Inoltre, l'organismo in "tempi buoni" elabora delle scorte che
consuma in "tempi meno buoni". Anche questo richiede trasformazioni
biochimiche con le relative sostanze. Certe sostanze come
p. es. il manganese (Mn) possono essere immagazzinate solo
in piccolissime dosi, mentre altre, come p. es. il ferro
(Fe), calcio (Ca) possono essere immagazzinate in notevoli
quantità.
I residui dei processi in parte servono per processi metabolici
(strutturali, funzionali o di scorta) susseguenti. Il resto,
se contiene ancora energia sfruttabile viene prima chimicamente
"bruciato" (metabolismo energetico) e lascia poi l'organismo
attraverso feci, urina e sudore.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Calcio
Equilibra il sistema nervoso, ed evita le carie dentarie, i crampi
alle gambe, le unghie fragili, l'irritabilità e alcune forme
di mal di testa.
Il Calcio è necessario per la propagazione degli impulsi
nervosi, la salute delle ossa e dei denti, e per la regolazione
del battito cardiaco.
E' diffusa la credenza che sia necessario utilizzare latte
e formaggio per essere sicuri di averne sempre a disposizione.
Questa idea è falsa, infatti se è vero che tutti i mammiferi
ricevono il calcio dal latte materno durante la loro infanzia,
è altrettanto vero che una volta cresciuti i carnivori lo
ricevono esclusivamente dalle loro prede e gli erbivori
unicamente dal regno vegetale. Nessuno di loro lo prende
dal latte!
L'idea che bisogna usare molti latticini per non restare
senza calcio, non è pertanto fondata su verità. Diremo,
anzi, che è pericolosa, visto che recenti ricerche hanno
dimostrato come l'osteoporosi e il cancro al seno siano
più diffuse nei paesi dove vi un maggior consumo di latte
e formaggio.
Pertanto è preferibile ottenere il Calcio necessario mangiando
cibi che provengono dal regno vegetale, e ce ne danno conferma
le mucche e molti altri mammiferi che mangiano solo erba
ed hanno una struttura ossea molto sviluppata.
Secondo la teoria della trasmutazione di Kervran-Ohsa-wa,
Sodio, Calcio, Potassio e Magnesio si possono trasmutare
l'uno nell'altro. In particolare la trasmutazione del Silicio
in Calcio molto diffusa in natura anche nelle piante.
Su queste basi, diventa comprensibile l'effetto rimineralizzante
e ricalcificante osseo di alimenti ricchi di Silicio come
il miglio e il frumento (65/68%) oppure ricchi di Magnesio
come il grano saraceno.
Non a caso da sempre in medicina popolare si usa come ricalcificante
nelle fratture ossee e cartilagine, nell'osteoporosi, per
le unghie soggette a facili fratture, nelle carie, ecc.
una pianta ricchissima di silicio, l'equiseto (Equisetum
arvensis - detto anche coda cavallina) sotto forma di decotto,
carbone vegetale o altre preparazioni.
Non meno ricalcificante è il Magnesio: infatti è proprio
la sua trasmutazione (Magnesio + Ossigeno = Calcio) che
spiega il meccanismo di formazione della corazza di granchi
e aragoste oppure la costituzione del corallo.
L'assimilazione di questo prezioso elemento è controllato
dalle ghiandole endocrine ed il corpo è capace di ricavare
tutto il Calcio che gli è necessario da una dieta sana e
naturale. Per garantirsi l'apporto giornaliero di Calcio
è perciò sufficiente utilizzare: cereali, frutta fresca,
noci, frutta secca in genere e verdura fresca o semicruda.
In caso di necessità si potrà usufruire del decotto di equiseto.
L'equiseto si trova in tutte le erboristerie e in moltissime
farmacie: per prepararlo basta aggiungerne 2 cucchiai da
minestra in un litro d'acqua bollente, e lasciar bollire
lentamente almeno 12 minuti. Poi si filtra e si zucchera
a piacere con del miele.
L'aceto, e i cibi che lo contengono, sono nemici del calcio
e vanno usati con cautela.
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Agar agar |
100 gr |
400 |
Dulse |
100 gr |
567 |
Hiziki |
100 gr |
1.400 |
Kelp |
2 cucchiai |
1.093 |
Kombu |
100 gr |
800 |
Wakame |
100 gr |
1300 |
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Birra |
33 cl |
14 |
Caffè |
17 cl |
13 |
Vino bianco |
10 cl |
7 |
Vino rosso |
10 cl |
7 |
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Ciambelle lievitate |
una |
13 |
Crackers |
1 |
1 |
Crepes di saraceno |
10 cm |
59 |
Crepes integrali |
10 cm |
50 |
Crepes normali |
10 cm |
27 |
Farina d'avena |
1 tazza |
20 |
Farina di frumento |
1 tazza |
56 |
Focaccia integrale |
1 |
42 |
Frumento integrale |
1 tazza |
49 |
Frumento soffiato |
1 tazza |
3 |
Germe di grano |
1 tazza |
50 |
Grano saraceno |
1 tazza |
33 |
Granola |
1 tazza |
71 |
Mais |
1 tazza |
7 |
Miglio |
1 tazza |
45 |
Pane di mais |
5 cm |
54 |
Pasta integrale |
110 gr |
20 |
Pizza margherita |
35 cm |
14 |
Riso integrale |
1 tazza |
64 |
Riso brillato |
1 tazza |
11 |
Rosette integrali |
una |
37 |
Semolino |
1 tazza |
51 |
Torta di zucca |
1/6 |
76 |
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Albicocca |
cinque |
16 |
Fichi |
dieci |
269 |
Mela |
10 anelli |
9 |
Uvetta |
1 tazza |
46 |
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Ceci |
1 tazza |
300 |
Fagioli bianchi |
1 tazza |
95 |
Fagioli borlotti
cotti |
1 tazza |
257 |
Fagioli lima cotti |
1 tazza |
54 |
Fagioli neri secchi |
1 tazza |
131 |
Fagioli rossi |
1 tazza |
70 |
Lenticchie cotte |
1 tazza |
50 |
Piselli secchi cotti |
1 tazza |
22 |
Tofu (formaggio di
soia) |
100 gr
|
100 |
Fagioli di soia |
1 tazza |
131 |
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Arachidi |
1 tazza |
104 |
Burro di arachidi |
1 cucchiaio |
11 |
Castagne arrostite |
100 gr |
83 |
Castagne fresche |
1 tazza |
43 |
Mandorle |
1 tazza |
332 |
Nocciole |
1 tazza |
282 |
Noci |
1 tazza |
99 |
Semi di girasole |
1 tazza |
174 |
Semi di sesamo |
1 tazza |
165 |
Semi di zucca |
1 tazza |
71 |
Tahino |
1 cucchiaio |
64 |
Alimento |
Quantità |
Contenuto in mg |
Broccoli |
1 tazza |
42 |
Broccoli al vapore |
1 tazza |
136 |
Carciofo romano |
1 |
61 |
Carota |
1 tazza |
30 |
Cavolfiore |
1 tazza |
28 |
Cavolini di Bruxelles |
1 tazza |
36 |
Cavolo |
1 tazza |
32 |
Cavolo cinese |
1 tazza |
74 |
Cavolo di rapa |
1 tazza |
90 |
Cetrioli |
1 tazza |
14 |
Cipolle verdi |
1 tazza |
53 |
Crauti |
1 tazza |
85 |
Crescione |
100 gr |
151 |
Fagiolini |
1 tazza |
41 |
Foglie di cavolo |
1 tazza |
105 |
Foglie di rapa |
1 tazza |
157 |
Foglie di rapa al
vapore |
1 tazza |
267 |
Germogli di alfa |
1 tazza |
10 |
Piselli |
1 tazza |
36 |
Porro |
1 tazza |
73 |
Prezzemolo |
1 tazza |
122 |
Rape |
1 tazza |
51 |
Sedano |
1 tazza |
44 |
Zucca |
1 tazza |
57 |
Zucchine |
1 tazza |
36 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Magnesio
CARATTERISTICHE
Nel nostro corpo, il magnesio è un minerale essenziale. Circa
il 70% di esso si trova nelle ossa insieme al calcio e al
fosforo, mentre il rimanente 30% è situato nei tessuti molli
e nei fluidi dell'organismo.
Del magnesio ingerito ne viene assorbita una quantità che va
dal 30 al 40%, mentre il resto viene eliminato con le feci.
L'impiego delle concimazioni chimiche, induce tra le altre carenze
anche quella del Magnesio e questo comporta negli animali
la TETANIA. Se l'HUMUS del suolo viene alterato, ne risentono
le piante, gli animali e di conseguenza anche l'uomo, ed
è per questo che si ha bisogno anche di supplementi di Magnesio
nell'alimentazione.
La quantità maggiore di magnesio si trova nell'interno delle
cellule, dove attiva gli enzimi necessari al metabolismo
dei carboidrati e degli amminoacidi: produzione di energia
del glucosio, sintesi delle proteine, dell'acido nucleico,
formazione dell'urea, il tono vascolare, la trasmissione
degli impulsi muscolari, stabilità elettrica delle cellule,
trasmissione nervosa e l'attività.
Contrastando l'effetto stimolante del calcio, il magnesio svolge
un ruolo importante per le contrazioni neuromuscolari. Aiuta
anche a regolare l'equilibrio acido-alcalino dell'organismo.
FUNZIONI
Il CATIONE intracellulare del magnesio, un atomo o un gruppo
di atomi che perde elettroni e perciò possiede una carica
elettrica positiva, dunque una sostanza che disciolta nel
mezzo intracellulare partecipa alla attività elettrolitica
della cellula, partecipa all'equilibrio acido-basico e ai
fenomeni di ossidoriduzione all'interno della cellula. Da
qui il suo ruolo importante nella RESPIRAZIONE CELLULARE,
negli scambi cellulari e nel metabolismo di assimilazione
e dismissione delle proteine, dei glucidi, dei lipidi. Con
questa permeabilità o respirazione cellulare, la cellula
si procura ciò di cui ha bisogno e si libera dei rifiuti.
Con questo processo alza le DIFESE IMMUNITARIE e protegge
dagli stati infettivi. Se non avviene ne risente la salute
dell'organismo intero.
Il ruolo fondamentale del magnesio, nel metabolismo del corpo
umano, è quello della vitalità, della giovinezza e dell'armonia.
Il corretto e costante apporto di Magnesio favorisce il
benessere generale, l'equilibrio ed il recupero di carenze
Fisiologiche. Infatti, esso presiede ad oltre trecento reazioni
metaboliche di primaria importanza:
Il ripristino della sfera emotiva favorendo la distensione del
sistema nervoso, i processi digestivi gastro-intestinali,
l'attività delle cellule, la produzione di energia, la sintesi
di proteine, la regolarizzazione dei ritmi cardiaci, la
pulizia coronarica soprattutto dai depositi di Calcio, la
conduzione nervosa, la regolazione del tono vascolare, l'equilibrio
acido-base, il metabolismo glicemico, la decontrazione muscolare,
la conduzione cardiaca, la conduzione nervosa, di aiuto
+ nella colite, diarrea, morbo celiaco, artrite, depressione,
disturbi neuromuscolari, epilessia, scoppi d'ira, sensibilità
al rumore, tremori alle mani, malattia mentale, morbo di
Parkinson, nervosismo, nefrite, sclerosi multipla, arteriosclerosi,
aterosclerosi, cardiopatia ischemica, ipertensione, trombosi
coronarica, carie, crampi, debolezza muscolare, disturbi
neuromuscolari, fratture, osteoporosi, rachitismo, psoriasi,
calcoli di ossalato, calcoli renali, colesterolo alto, diabete,
ipertensione, vomito, alcolismo, convulsioni, delirium tremens,
epilessia, mal di schiena, poliomelite, sindrome pre-mestruale,
sovrappeso, obesità.
Inoltre aiuta l'organismo femminile contro le sindromi premestruali
e può risultare fondamentale nella prevenzione dell'osteoporosi
, può regolarizzare i valori pressori, favorisce la regolazione
del tasso glicemico ed è un valido supporto contro le reazioni
allergiche, sia a livello dermico, sia a livello respiratorio.
Stimola l'assorbimento e il metabolismo di altri minerali, quali
il calcio, il fosforo, il sodio e il potassio e migliora
l'utilizzo delle vitamine del complesso B e le vitamine
C ed E.
Il Magnesio permette la produzione di energia sotto forma di
ATP (acido adenosintrifosforico), a partire dagli zuccheri
e dai grassi, e' indispensabile per l'utilizzo dell'energia
a livello delle cellule nervose e muscolari, favorisce il
riequilibrio del comportamento, aiuta la combustione dei
grassi.
Svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della eccitabilita'
neuro-muscolare, nella produzione e nel trasporto di energia.
Riduce la secrezione della adrenalina e le conseguenze che
provoca a livello del cervello, del cuore, e dell'apparato
digerente. Si oppone alla penetrazione delle sostanze tossiche
nelle cellule in particolare dei metalli pesanti.
Assieme al calcio regola la attivita' dei tessuti eccitabili
come i MUSCOLI e NERVI, compreso quello cardiaco. Coopera
alla crescita ossea e rinforza lo smalto dentale.
Ha un effetto positivo sul CUORE, sul FEGATO, sui RENI, sul POLMONE,
ha un ruolo preventivo nei confronti dell'ADENOMA della
PROSTATA.
Viene distrutto dalla cottura e dalla raffinazione dei cibi.
DOSAGGIO
Il fabbisogno giornaliero è di 350 milligrammi per gli adulti
di sesso maschile, di 280 milligrammi per le donne, ma 450
milligrammi durante la gravidanza e allattamento. Si calcola
che un'alimentazione media ne fornisca 120 milligrammi per
1000 chilocalorie, un livello che copre a malapena la dose
di assunzione giornaliera consigliata.
La vitamina D è essenziale per l'assorbimento del magnesio. L'assorbimento
può essere inibito dai fitati, da eccesso di grasso, da
grandi quantità di acido ossalico.
L'uso di diuretici ed alcool diminuiscono le riserve di magnesio.
Alcuni studi hanno mostrato l'importanza dell'equilibrio tra
il calcio e il magnesio. Se il consumo di calcio è alto,
anche l'assunzione di magnesio deve essere alta altrimenti
si creerà una carenza. Il fabbisogno di magnesio è influenzato
anche dalla quantità di proteine, fosforo e vitamina D presenti
nella dieta.
La tossicità è minima, grazie all'abilità dei reni di eliminare
il magnesio in eccesso (sino a 60 g al giorno).
L'intossicazione da magnesio (ipermagnesiemia) è rara, ma può
manifestarsi in diverse circostanze: quando la funzione
urinaria è anormalmente diminuita, quando sono state assunte
alte quantità del minerale o qualche volta dopo iniezioni.
Del magnesio assunto giornalmente, dall'intestino tenue ne viene
assorbito dal 30 al 40% . Il grado di assorbimento è influenzato
dagli ormoni paratiroidei, dal tasso di assorbimento dell'acqua
e dalla quantità di calcio, fosfati e lattosio presenti
nell'organismo. Il magnesio e il calcio vengono assorbiti
negli stessi siti.
Quando l'assunzione di magnesio è bassa, il tasso di assorbimento
può arrivare al 75%; quando è alta, il tasso di assorbimento
può arrivare a punte minime del 25%.
La ghiandola surrenale secerne un ormone chiamato aldosterone,
che aiuta a regolare il tasso di eliminazione del magnesio
attraverso i reni e ne garantisce così una presenza costante
nel corpo, indipendentemente dalle variazioni dell'assunzione
alimentare. Le perdite tendono ad aumentare con l'uso di
diuretici e con il consumo di alcool.
UTILITà
Il Magnesio in oligoelementi è utile nell'AFFATICAMENTO PSICO-FISICO
ed INTELLETTUALE, nelle FIBROMIALGIE, nelle CONVULSIONI,
nella SPASMOFILIA, nella TETANIA, nei disturbi del sistema
nervoso, insonnia, depressione, disturbi della concentrazione,
affaticamento, stati infettivi, cardiopatie, tachicardie,
aritmie, spasmi vascolari, extrasistole, ipertensione, angina
pectoris, iper-eccitazione motoria. CRAMPI MUSCOLARI, SPASMI,
INSOFFERENZA DEGLI ARTI INFERIORI, disfunzioni paratiroidee,
NEVRITI, nevralgie, insufficienza digestiva, disturbi intestinali
cronici, coliti, enterocoliti, stipsi cronica, senescenza,
PROSTATA, demineralizzazione, rachitismo, disturbi mestruali,
nei disturbi neuromuscolari, nel nervosismo, negli scoppi
di ira, nella sensibilità al rumore, nella depressione,
nel tremore alle mani. Il magnesio insieme alla vitamina
B6 riduce i calcoli di ossalato e di calcio. Si può usare
come antiacido per chi ha questo tipo di problemi.
Esplica una azione protettiva su cuore, fegato, reni, polmoni.
Un buon equilibrio del Magnesio aiuta ad affrontare meglio lo
STRESS, è utile in presenza di traumi, freddo, interventi
chirurgici, emozioni. Il Magnesio interviene nel sistema
OSTEOARTICOLARE, DENTARIO, NERVOSO, MUSCOLARE, CARDIO CIRCOLATORIO,
agisce sulla PELLE, sul SANGUE sul sistema ENDOCRINO, GENITALE
e per gli uomini sulla PROSTATA, di aiuto anche per l'apparato
RESPIRATORIO, e per gli OCCHI.
Il magnesio è fondamentale nella prevenzione degli attacchi di
cuore e delle trombosi coronariche. Gli integratori di magnesio
possono proteggere dalle ischemie cardiache (mancanza di
ossigeno del muscolo cardiaco causata da spasmi o restringimenti
e intasamenti delle arterie coronarie). Le persone che hanno
assunto integratori di magnesio dopo un attacco di cuore
hanno avuto un tasso di sopravvivenza più alto e una minore
incidenza di pericolose aritmie.
A pazienti con calcoli di ossalato sono stati somministrati 200
mg al giorno di magnesio insieme a 10 mg di vitamina B6;
si possono somministrare anche 300 mg di solo magnesio,
ma la presenza della vitamina B6 tende a ridurre ulteriormente
i calcoli. Il magnesio aiuta a prevenire l'accumulo di depositi
di calcio nel tratto urinario. Rende solubili nelle urine
il calcio e il fosforo impedendone la trasformazione in
calcoli duri.
Negli alcolizzati i livelli di magnesio nel sangue e nei muscoli
sono bassi. I trattamenti a base di magnesio aiutano l'organismo
a controllare vertigini, debolezza e spasmi muscolari, cardiopatie
e ipertensione e instaura un giusto equilibrio del pH. Giuste
dosi di magnesio possono aiutare a ridurre il tasso di colesterolo
nel sangue e a mantenere le arterie in buona salute.
E' il magnesio, e non il calcio, il responsabile della formazione
di quello smalto dei denti che resiste alle carie. Indipendentemente
dalla quantità di calcio che si ingerisce, in mancanza di
magnesio non si avrà la formazione di uno smalto resistente.
La terapia a base di magnesio si è rivelata efficace nel trattamento
della diarrea (gluconato di magnesio), vomito e nervosismo
e kwashiorkor (ventre dilatato dei bambini malnutriti).
Poiché il magnesio contribuisce a mantenere la salute del sistema
nervoso, esso è stato usato con successo nel controllo delle
convulsioni delle donne incinte, del travaglio prematuro
e in pazienti epilettici.
Essendo il magnesio molto alcalino, agisce come antiacido e può
essere usato in sostituzione di prodotti antiacidi comuni.
CARENZA
La carenza di magnesio è un fenomeno molto comune. La lavorazione
e la cottura dei cibi ne provoca molto spesso l'eliminazione.
Lo STRESS, provoca la fuoriuscita di magnesio dalle cellule e
la sua perdita con le urine. Questo accade indipendentemente
dal tipo di stress, che può essere uno sforzo fisico abnorme,
rumore intenso, tensione interiore, variazione di temperatura,
trauma, intervento chirurgico. In condizione di stress,
alla fuoriuscita di magnesio si associa aumento della contrazione
a livello della muscolatura liscia, tra alcuni sintomi dolore
addominale e mestruo doloroso.
Un deficit comporta disturbi NEUROMUSCLARI che si traducono nella
SPASMOFILIA, un disturbo caratterizzato da grande ECCITABILITA'
NEUROMUSCOLARE elettrica e meccanica che sfocia in crisi
di TETANIA ( la IPOCALCIEMIA, insufficienza di calcio nel
sangue, è un segno di tetania latente, ma ci sono anche
tetanie da insufficienza di Magnesio o di potassio). Spesso,
specie nella terza età, la PERDITA delle FORZE, la FATICA
CRONICA, il TREMORE sono dovuti proprio a questa carenza,
nei BAMBINI si manifesta con INSTABILITA' CARATTERIALE,
RITARDO NELL'ACCRESCIMENTO, AGITAZIONE eccessiva, TURBOLENZA,
INSUCCESSI SCOLASTICI, nonostante una intelligenza normale.
Ricordarsi che specie nella pubertà e nell'adolescenza c'è
necessità di un maggior apporto di Magnesio.
Si ha anche carenza, nei problemi ai DENTI, che diventano
più fragili e più esposti alla CARIE, problemi alle UNGHIE,
ai CAPELLI, con rischio di CALVIZIE, PALPITAZIONI CARDIACHE,
DOLORI PRECORDIALI, spasmi delle ARTERIE, DISPEPSIA, cattivo
funzionamento della VESCICA BILIARE, FORMICOLII, BOLO IN
GOLA, sensazione di freddo che causa brividi, INTORPIDIMENTO
delle estrermità, DISTURBI RESPIRATORI senza una causa bronchiale
o polmonare, MAL DI TESTA, senza cause organiche o ipertensione,
dolori muscolari, dolori rachidiani, VERTIGINI, fatica VISIVA,
SPASMI delle PALPEBRE, CATARATTA, OPACITA' del CRISTALLINO,
PRURITI, ECZEMI, ASMA, infiammazione della FARINGE, ANGINA,
POLIOMELITE.
Psicologicamente una carenza comporta IPEREMOTIVITA', ANSIA,
INSONNIA. Nella carenza grave troviamo allucinazione e delirio.
La carenza di magnesio si può avere in pazienti affetti da diabete,
in chi assume diuretici , in chi soffre di pancreatite,
di alcolismo cronico e disfunzioni renali di cirrosi epatica,
in chi soffre di arteriosclerosi, nelle gestanti, in chi
segue una dieta ipocalorica in chi soffre di diarrea cronica
e di vomito. Alti lvelli di zinco e di vitamina D inibiscono
l'assorbimento di magnesio.
ECCESSO
La sola controindicazione nell'uso del magnesio è quando si è
in presenza di INSUFFICIENZA RENALE
ALIMENTI
Il Magnesio è fondamentale per la vita sul nostro pianeta in
quanto costituente della CLOROFILLA. E' quindi presente
in grandi quantità nelle verdure fresche a foglie verdi
scure.
Tra gli altri alimenti ricchi di magnesio ricordiamo il pane
e i cereali integrali, il germe di grano non macinato, la
soia, i fichi, il mais, le mele, i semi di girasole, le
noci e in particolare le mandorle. Il magnesio è presente
anche nel pesce, nell'aglio, nelle pesche, nelle albicocche,
e nei fagioli bianchi di Spagna o cannellini.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Fosforo
Dal greco phosphoros,che vuol dire 'apportatore di luce', perché
a contatto dell'ossigeno nell'aria, la fosfina (fosfuro
di idrogeno) emette luminescenza.
[ |
Il fosforo puro
è di colore bianco, ed è la forma più pericolosa
per la nostra salute. Può causare ustioni cutanee.
E' estremamente tossico e l'esposizione ad esso
e' mortale, generalmente per ingestione accidentale
di veleno per topi. Prima della morte i sintomi
sono nausea, spasmi e imbarazzamento dello stomaco.
Mentre brucia danneggia fegato, cuore e reni.
Le industrie lo usano per fare prodotti chimici,
e munizioni per l'esercito. Lo scarto del fosforo
bianco finisce nelle acque degli scarichi vicino
alle fabbriche che lo usano. Non tende a spargersi,
dal momento che reagisce rapidamente con l'ossigeno,
Tuttavia, le particelle di fosforo che sono nell'aria
possono avere un rivestimento protettivo che impedisce
le reazioni chimiche.
In acqua non reagisce con altre particelle cosi'
rapidamente, perciò si accumula nei corpi degli
organismi acquatici. Rimane nel terreno per giorni
prima di essere convertito in sostanze meno nocive.
Ma in terreni profondi e nel fondo dei fiumi e dei
laghi il fosforo può rimanere per circa mille anni.
Nell'ambiente, nelle acque superficiali e nelle
piante, si può trovare comunemente in forma di FOSFATI,
che favoriscono lo sviluppo di organismi dipendendi
dal fosfato, quali alghe e lemma. Questi organismi
usano quantità elevate di ossigeno ed impediscono
alla luce solare di entrare nell'acqua. Ciò rende
l'acqua piuttosto invivibile per altri organismi.
Tale fenomeno è comunemente noto come eutrofizzazione. |
] |
L' 85% del fosforo si trova nelle ossa insieme al calcio, mentre
il rimanente 15% si trova nei tessuti molli e nei liquidi
extracellulari, nel rivestimento delle cellule, nel ruolo
strutturale (fosfolipidi presenti in tutte le cellule specialmente
nel tessuto nervoso), in un ruolo funzionale (fosfati),
nel metabolismo intermedio, e in una serie di composti adibiti
al deposito e al trasporto di energia (ATP) e alla trasmissione
intracellulare di messaggi ormonali all'interno della cellula
(fosfoproteine). è inoltre un componente del materiale genetico,
poiché è un costituente delle nucleo-proteine (RNA). Ha
un ruolo importante nel metabolismo dei grassi e delle proteine,
nella fosforilazione dei protidi e degli zuccheri nei muscoli.
Favorisce il rapido sviluppo dei tessuti dell'organismo
e contribuisce alla assimilazione delle vitamine B2, B3.
La carenza di vitamina D limita l'assimilazione di fosforo, processo
che avviene nell'intestino tenue. Ad un aumento dell'apporto
alimentare di fosforo fa seguito un rapido aumento dell'escrezione
urinaria. Circa il 60% del fosforo alimentare è assorbito
dall'intestino: l'assorbimento è influenzato favorevolmente
dalla Vitamina D indipendentemente dal suo effetto sull'assorbimento
del calcio. I composti del fosforo sono coinvolti nelle
funzioni vitali di tutte le forme di vita conosciute.
Carenza:
l'ampia diffusione del fosforo nei vari alimenti unitamente
alla capacità renale di trattenere i fosfati rende eccezionale
l'evenienza di ipofosfatemia da insufficiente apporto alimentare.
L'ipofosfatemia (basso livello di fosforo) può essere riscontrata
in determinate situazioni cliniche (malassorbimento, rialimentazione
di pazienti malnutriti) ed in seguito all'uso prolungato
ed incontrollato di antiacidi in grado di legarsi al fosforo.
La sintomatologia dell'ipofosfatemia consiste in anoressia,
turbe mentali, alterazioni della conduzione nervosa e del
sistema muscolo - scheletrico.
Eccessi e tossicità:
in casi di apporto eccessivo di fosforo dalla dieta, l'efficienza
dell'escrezione renale permette di evitare che nei fluidi
corporei si instauri un aumento del rapporto fosforo / Calcio,
che potrebbe determinare un ipertiroidismo. Questo fenomeno
è quindi raro. Alcune situazioni cliniche comportano iperfosfatemie
croniche (insufficienza renale cronica, sindromi emolitiche,
acromegalia ed ipertirodismo grave), con conseguenti fenomeni
di calcificazioni a carico dei tessuti molli.
L'iperfosfatemia (alti livelli di fosforo sanguigno) può
invece scatenare una crisi tetanica da ipocalcemia.
Livelli di assunzione raccomandati:
una dieta copre generalmente le necessità di fosforo delle
varie fasce di popolazione, e la principale raccomandazione
è perciò quella di evitare livelli di assunzione di fosforo
troppo elevati rispetto a quelli di calcio, soprattutto
nella fase di accrescimento osseo, poiché l'assorbimento
e l'escrezione del fosforo sono strettamente legati a quelli
del calcio. Il rapporto molare calcio/ fosforo deve essere
mantenuto nei limiti di 0,9 - 1,7 nell'alimentazione dei
bambini, mentre gli adulti possono tollerare variazioni
più ampie senza danno.
La biodisponibilità del fosforo è minore negli alimenti
vegetali, nei quali in gran parte è contenuto sotto forma
di acido fitico. Anche alcuni minerali (calcio in quote
elevate, alluminio contenuto negli antiacidi) interferiscono
negativamente con l'assorbimento intestinale del fosforo.
Contenuto in FOSFORO degli alimenti
|
Alimento
|
Fosforo
[mg/100g]
|
|
|
Crusca di frumento
|
1200
|
Spigola, d'allevamento, filetti
|
1150
|
Germe di frumento
|
1100
|
Orata, d'allevamento, fresca, filetti
|
1050
|
Latte, vacca, in polvere, scremato
|
1030
|
Gelato confezionato, caffè
|
1026
|
Latte, vacca, in polvere, parzialmente scremato
|
879
|
Latte, vacca, in polvere, intero
|
728
|
Emmenthal
|
800
|
Grana
|
692
|
Groviera
|
685
|
Cacao, amaro in polvere
|
685
|
Parmigiano
|
678
|
Formaggino
|
780
|
Tè, in foglie
|
630
|
Farina, soia
|
600
|
Soia, secca
|
591
|
Caciocavallo
|
590
|
Pecorino
|
590
|
Uova, gallina, tuorlo
|
586
|
Merluzzo, baccalà, ammollato
|
562
|
Fontina
|
561
|
Mandorle, dolci, secche
|
550
|
Provolone
|
521
|
Pistacchi
|
500
|
Anacardi
|
490
|
Anguilla, d'allevamento, filetti
|
480
|
Formaggio molle da tavola
|
480
|
Pinoli
|
466
|
Fagioli borlotti, secchi, crudi
|
464
|
Fagioli cannellini, secchi, crudi
|
460
|
Fagioli, secchi, crudi
|
450
|
Fagioli dall'occhio, secchi
|
430
|
Rana
|
430
|
Farro
|
420
|
Fave, secche, sgusciate
|
420
|
Ceci, secchi, crudi
|
415
|
Lievito di birra, compresso
|
394
|
Farina, orzo
|
393
|
Brie
|
390
|
Noci pecan
|
380
|
Ricotta, bufala
|
380
|
Lenticchie, secche, crude
|
376
|
Stracchino
|
374
|
Fiocchi d'avena
|
365
|
Fegato, ovino
|
364
|
Fegato, suino
|
362
|
Fegato, equino
|
358
|
Salame, Milano
|
356
|
Storione, uova (caviale)
|
355
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sodio
CARATTERISTICHE
Quando si dice Sodio, la prevalenza del sale sugli altri
cibi è talmente netta che praticamente è l'unica sostanza
che deve essere considerata quando si parla di consumo giornaliero
di Sodio.
Il Sodio è un elemento chimico (simbolo Na), scoperto da
H. Davy nel 1807 per elettrolisi dell'idrossido di Sodio
fuso. è un solido molle e malleabile, di colore bianco e
argenteo se appena tagliato; diventa, però, opaco per esposizione
all'aria, in seguito all'ossidazione, di conseguenza viene
conservato sotto olio di vaselina o petrolio.
è presente sotto forma di sali nelle acque del mare, in
sorgenti termali e in giacimenti minerari.
Il Sodio viene assunto principalmente sotto forma di Cloruro
(il sale da cucina).
Il Sodio è un componente essenziale, presente nei liquidi
extracellulari del corpo umano, e in quantità minore nei
liquidi intracellulari e nelle ossa.
FUNZIONI
Svolge importanti funzioni come il mantenimento della pressione
osmotica, la protezione del corpo dall'eccessiva perdita
di liquidi, per il mantenimento del volume dei liquidi extracellulari
e dell'equilibrio acido-base; regola l'eccitabilità muscolare
e la permeabilità delle membrane cellulari. Interviene nella
trasmissione dell' impulso nervoso, nel mantenimento del
potenziale di membrana e dei gradienti elettrochimici transmembrana.
Svolge un'azione di regolazione dell'equilibrio acido-base
e del bilancio idrosalino ed è fondamentale per il funzionamento
del sistema nervoso. Il Sodio degli alimenti è totalmente
assorbito nell'intestino tenue e nel colon. La regolazione
del contenuto corporeo di Sodio avviene per opera dell'aldosterone
(un ormone).
Se l'apporto di Sodio è scarso, l'aldosterone stimola a
livello renale il riassorbimento dalle urine di Sodio; se
invece l'apporto è elevato, l'aldosterone è disattivato
e il Sodio viene espulso con le urine.
Ciò significa che per individui fisiologicamente normali
non ci può essere nessun danno da Sodio (ciò spiega perché
molte persone che mangiano salato non hanno problemi di
ritenzione idrica o di ipertensione).
Purtroppo in molti soggetti il meccanismo non funziona perfettamente:
in 1/3 circa degli ipertesi esiste la tendenza a trattenere
il Sodio.
Si consiglia pertanto di non superare le dosi raccomandate
(da 0,5 a 2 g al giorno); nelle diete occidentali tale valore
è spesso superato, avendosi una media di 4,5 g di Sodio
al giorno (12 g circa di sale da cucina, ma oltre al sale
si devono considerare i dadi per brodo, le salse, gli alimenti
conservati ecc.).
Poiché la dose consigliata è normalmente coperta dal sale
contenuto negli alimenti, la strategia migliore consiste
nel non aggiungere sale a tavola.
Per molti sarà difficile (utilizzare al suo posto sali iposodici,
oppure usare erbe come rucola o cipolle od usare spezie;
rosmarino, basilico, origano, ecc.); contrariamente a quanto
si dice, il salare gli alimenti non deriva da una stimolazione
dovuta a carenza di Sodio, ma semplicemente da una scelta
di gusto.
DOSAGGIO
Nei soggetti adulti sani il livello raccomandato di assunzione
è compreso fra 500 e 2000 mg/giorno corrispondenti a 1,5
e 8,8 g di sale al giorno e si mantiene tale anche durante
la gravidanza e l'allattamento nonostante l'aumentato fabbisogno
che è comunque soddisfatto dalla normale dieta.
Gli atleti e le donne gravide hanno un maggior fabbisogno
di Sodio.
E' consigliabile non superare 2 g di Sodio al giorno e non
scendere sotto i 500 mg.
Una dieta senza aggiunta di sale è sufficiente al fabbisogno
di Sodio.
Nell'alimentazione occidentale tale valore è spesso superato,
avendosi una media di 4,5 g di Sodio al giorno (12 g circa
di
sale da cucina, ma oltre al sale si devono considerare i
dadi per brodo, le salse, gli alimenti conservati, salumi,
carni
salate, ecc.).
CARENZA
Una deficienza di Sodio può essere provocata da una diarrea
prolungata, da intensa sudorazione, da intossicazione di
acqua provocata da una grande introduzione di acqua, ma
non di sale, dopo una forte sudorazione, traumi, diarrea
cronica o patologie renali.
L'assunzione elevata determina un aumento del volume dei
liquidi extrcellulari con conseguente edema e ipertensione.
Una < riduzione del consumo di Sodio porterebbe a una diminuzione
della mortalità per patologie cardio e cerebro-vascolari.
ECCESSO
L'eccesso di Sodio nell'alimentazione attuale occidentale
è da 10 a 35 volte il reale fabbisogno.
Un eccesso di Sodio è una concausa nella litiasi renale
e nella osteoporosi, ed è legato (non ne e' la causa) all'insorgenza
di ipertensione e porta ad eliminazione di calcio, provocando
ridotta densità ossea e aumentando il rischio di osteoporosi
(esiste in tutte le cellule normalmente uno scambio Sodio-Calcio).
ALIMENTI
Il Sodio è presente nella nostra alimentazione sia come
sale aggiunto nella cucina casalinga (cloruro di Sodio)
sia come contenuto naturale e aggiunto nelle trasformazioni
artigianali e industriali degli alimenti.
Fonti alimentari naturalmente ricche di Sodio sono: i cereali
e derivati (pane, pizza, pasta), carne, uova, pesce, latte
e derivati come il formaggio; il pesce e la carne conservati
sono ricchi di Sodio aggiunto, presente soprattutto sotto
forma di cloruro di Sodio e minimamente come Glutammato
di Sodio e Bicarbonato di Sodio.
Esempio del contenuto di Sodio nei principali alimenti:
- Pizza con formaggio una fetta = 336 mg
- Olive 100gr = 872 mg
- Salsiccia cotta 100 gr = 1294 mg
- Salame 100grammi = 2260 mg
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Potassio
CARATTERISTICHE
Il potassio è il principale catione intracellulare essenziale.
Il 95% del potassio contenuto in un individuo è reperibile
in ambiente intracelullare. La restante quota è reperibile
a livello extracellulare. Il fabbisogno giornaliero è di
circa 2-3 grammi al giorno.
Esercita le stesse funzioni svolte dal sodio all'esterno della
cellula: regola cioè l'eccitabilità neuromuscolare, la ritmicità
del cuore, la pressione osmotica, l'equilibrio acido-base
e la ritenzione idrica.
FUNZIONE
Il potassio svolge un ruolo essenziale per l'organismo e interviene
nella maggior parte delle funzioni vitali. Regola il contenuto
di acqua delle cellule e ne regola la pressione osmotica.
Insieme al sodio e al cloro regola gli equilibri acido-base
cellulari: nell'acidosi metabolica il potassio esce dalla
cellula mentre nell'alcalosi avviene il contrario. In equilibrio
con il calcio e il magnesio, contribuisce alla regolarità
delle principali funzioni cellulari e soprattutto all'eccitabilità
dei muscoli, della contrazione cardiaca e del sistema nervoso.
Interviene anche nella trasformazione dello zucchero in glicogeno,
che viene poi immagazzinato nel fegato e nei muscoli, è
quindi indispensabile per la produzione di energia.
Fondamentale nel regolare insieme al sodio il contenuto
di acqua e sali in tutte le cellule, nel sangue e nelle
urine, mantiene la pressione osmotica adeguata, responsabile
assieme al sodio ed al calcio della corretta eccitabilita'
del tessuto nervoso, permette la trasmissione degli impulsi,
dei muscoli scheletrici e del cuore, permette la contrazione
del battito, dei muscoli lisci dei vieceri, dell'intestino,
della vescica, dell'utero e dei vasi sanguigni, aiuta a
smaltire il sodio in eccesso è essenziale nella IPERTENSIONE,
nella pelle secca, nella diminuzione del tono muscolare,
nei crampi, nella stitichezza, nella confusione mentale,
nella irritabilità, nei disturbi cardiaci, nelle persone
anziane, nei diabetici, nelle persone con vomito e diarrea,
nella ipertensione, in alcuni casi di allergia.
Una grande assunzione di potassio, in presenza di compromessa
funzionalità renale, può determinare aritmie e perfino l'arresto
cardiaco.
UTILIZZO
Non è tanto un eccesso di sale alimentare (cloruro di sodio)
a favorire l'ipertensione, quanto uno squilibrio del rapporto
potassio/sodio nella dieta. La dieta dei paesi industrializzati
contiene cioè troppo sodio e troppo poco potassio.
Soggetti sani con scarso apporto di potassio (10 mEq/die)
sono meno capaci di eliminare un carico di sodio di quando
assumono 90 mEq/die (3,5 g.) di potassio. Un aumento dell'apporto
di potassio a 65-100 mEq riduce la pressione arteriosa in
soggetti normotesi ed ipertesi ed aumenta l'escrezione urinaria
di sodio.
La medicina utilizza CLORURO DI POTASSIO in dosi di 3-5 g per
giorno in forma di compresse per parecchie settimane, ma
il cloruro di potassio che è un SALE, espone a DISPEPSIE,
BRUCIORI GASTRICI, PIROSI, ULCERA GASTRO DUODENALE, ULCERE
dell'INTESTINO TENUE e PERFORAZIONI, non sono adatti nemmeno
i SALI ALCALINI DI POTASSIO a base di PROPINATO, CITRATO,
BICARBONATO , molto pericolose le iniezioni a base di potassio,
in quanto può causare una crisi cardio-vascolare irreparabile,
una crisi di tetania, fuga di sodio ed edemi. Meglio fare
una flebo a profusione lenta.
DOSAGGIO
Come per altri elementi, i soggetti sportivi perdono una quota
maggiore di potassio mediante la sudorazione e l'emolisi.
Pertanto anche il loro fabbisogno risulta essere maggiore.
Il cloruro di potassio viene utilizzato per prevenire o trattare
le carenze di questo prezioso minerale, importantissimo
per la contrazione muscolare e per il controllo della pressione
sanguigna. In ogni grammo di cloruro di potassio ritroviamo
all'incirca 0,524 g di potassio elementare; ricordiamo a
tal proposito che il fabbisogno di un adulto, dato dal contributo
dietetico più eventuale integrazione, ammonta a 3-5 grammi
di potassio elementare al giorno.
L'integrazione con cloruro di potassio trova indicazione in caso
di: vomito e diarrea prolungati, ridotto apporto alimentare,
disidratazione indotta da un'intensa attività fisica e/o
da eccessiva sudorazione, uso di farmaci diuretici che NON
"risparmiano" il potassio (come i potassiuretici), abuso
di lassativi o liquirizia.
Tutte queste condizioni possono infatti associarsi ad una carenza
di potassio nel sangue (ipokaliemia); tra i più comuni sintomi
di tale deficit ricordiamo: crampi muscolari, astenia, stitichezza
e scarso appetito; talvolta possono comparire segni di ipereccitabilità
neuromuscolare, che si manifestano con guizzi improvvisi
e fascicolazioni spontanee.
Le carenze alimentari andrebbero preferibilmente colmate aumentando
il consumo di alimenti ricchi di potassio; gli integratori
non devono infatti considerarsi sostituti di una dieta varia
ed equilibrata. considerati i pericoli riconducibili all'iperkaliemia,
l'utilizzo di cloruro di potassio andrebbe preventivamente
discusso con il proprio medico.
CARENZA
L'assorbimento avviene passivamente nel duodeno e nell'intestino,
mentre l'eliminazione avviene mediante le urine. Attraverso
i reni possono essere eliminate grandi quantità di potassio
senza rischiare l'intossicazione, come avviene nei vegetariani.
Al contrario in caso di apporto carente, non esiste un meccanismo
di blocco per la sua eliminazione, perciò se ne elimina
sempre la stessa quantità (eliminazione obbligatoria).
Una carenza di potassio si può instaurare in particolari stati
patologici:
- in seguito ad una prolungata somministrazione di
soluzioni prive di potassio per via parenterale.
- nel caso di iperfunzione dei surreni o di eccessiva
assunzione di diuretici.
- disturbi e malattie dell'apparato digerente che
provocano vomito o diarrea protratti (ad es. colite
ulcerosa, adenoma villoso del
colon, clisteri ripetuti, lavande gastriche, abuso di
lassativi).
- esercizio fisico intenso, sudorazione profusa e
perdite di liquidi in genere (come nelle ustioni estese);
- eccesso di sodio nella dieta ed insufficiente apporto
di potassio.
- sindromi da malassorbimento;
- abuso di liquirizia;
- abuso di determinati diuretici (quelli potassiurici
come la furosemide o i derivati tiazidici).
I sintomi sono: debolezza muscolare, crampi muscolari, astenia,
stitichezza e scarso appetito, ipoventilazione fino alla
paralisi respiratoria; talvolta possono comparire segni
di ipereccitabilità neuromuscolare, che si manifestano con
guizzi improvvisi e fascicolazioni spontanee; ipereccitabilità,
aritmie ed alterazioni elettrocardiografiche fino a giungere
al blocco cardiaco ed alla morte.
L'esercizio fisico prevalentemente anaerobico si accompagna ad
una fuoriuscita di potassio dal tessuto muscolare; questo
fenomeno insieme all'emoconcentrazione ed al possibile rilascio
di potassio da parte degli eritrociti determina un aumento
della concentrazione e del contenuto plasmatico totale di
potassio, anche se di breve durata, la cui intensità è correlabile
con l'intensità del lavoro muscolare.
Ipopotassemia, si può osservare a seguito di esercizi prolungati
e/o ripetuti soprattutto in seguito alle perdite sudorali
ma anche per mancanza di meccanismi efficaci di risparmio;
se non adeguatamente trattata può condurre a condizioni
più o meno gravi fino all'insufficienza renale. La ipopotassiemia
diventa manifesta quando la concentrazione del minerale
nel sangue è inferiore a 3,5 mEq/l.
In caso di una lieve carenza di potassio, la correzione può avvenire
aumentando il consumo di alimenti vegetali e riducendo l'apporto
di sodio.
La dieta può essere eventualmente coadiuvata da integratori specifici
da assumersi per via orale.
L'ALCOOL ed il CAFFE' aumentano la eliminazione del potassio.
ECCESSO
Un eccesso di potassio dovuto ad insufficienza renale, disidratazione,
insufficiente secrezione surrenalica, provoca astenia, crampi
muscolari, ipotensione, bradicardia e arresto cardiaco.
ALIMENTI
LISTA di ALIMENTI CHE CONTENGONO POTASSIO PER 100 gr in mg:
CACAO ( 3200 ), ALBICOCCA SECCA ( 1600), FAGIOLO SECCO (
1350)LATTE IN POLVERE ( 1150), vino (1040), PISELLO SECCO
( 930 )
CASTAGNA SECCA ( 900 ), dattero ( 790), GERME DI GRANO (780)
fico secco ( 780), germe di mais ( 770 ), LENTICCHIA ( 850
)
arachide (740), PRUGNA SECCA ( 690), MANDORLA SECCA (690)
NOCCIOLA SECCA (560), fungo d'allevamento (520), orzo (
500)
FRUMENTO ( 450), SEGALE (450), cavolo di bruxelles (450)
Patata (410), Carota (410), BANANA ( 400)
RIBES NERO ( 372), cioccolata ( 327), verdura fresca (200-400)
frutta fresca (100-200).
frutta secca (evitare quella salata)
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Cloro
CARATTERISTICHE
Il cloro è il principale anione (ione caricato negativamente)
intra ed extracellulare; per due terzi (70% circa) si trova
all'esterno delle cellule, per il rimanente al loro interno,
nell'osso e nel tessuto connettivo.
Il cloro è particolarmente abbondante nei succhi gastrici, in
particolare nell'acido cloridrico, che gioca un ruolo essenziale
nella digestione delle proteine e degli alimenti fibrosi
non raffinati, e nella difesa dai germi introdotti con gli
alimenti. Stimola il fegato ed aiuta ad eliminare le sostanze
tossiche, aiuta a tenere in forma tendini ed articolazioni
e a distribuire gli ormoni.
Nell'organismo, così come nei cibi, il cloro è presente soprattutto
come cloruro di sodio (il normale sale da cucina) e di potassio.
L'assorbimento avviene nel primo tratto dell'intestino tenue,
attraverso uno scambio con i bicarbonati; l'eliminazione
avviene prevalentemente per via urinaria , ma anche attraverso
il sudore. Una volta assorbito, interviene nella regolazione
dell'equilibrio acido-base, della pressione osmotica e del
bilancio idrico (regola la distribuzione dei liquidi all'interno
e all'esterno delle cellule e con essa il volume di sangue
presente nell'organismo; facilita inoltre il trasporto dell'anidride
carbonica da parte dei globuli rossi. Non è bene che il
cloro sia presente nell'acqua potabile in quanto si combina
con altri metalli pesanti e distrugge la vitamina E e parte
della flora intestinale.. Ad ogni modo il cloro aggiunto
all'acqua aiuta contro le epatiti ed il tifo.
Il fabbisogno giornaliero oscilla tra gli 0.9 e i 5.3 grammi,
che vengono assunti con il normale uso di sale da cucina.
Generalmente si assume una quantità di cloro superiore,
che in persone sane viene eliminata per via renale senza
causare problemi.
E' molto difficile che si verifichino carenze di cloro, comunque
possibili, e si manifesta con vomito (per la massiccia eliminazione
di succhi gastrici), diarrea (per inadeguato scambio intestinale
con i bicarbonati), sudorazione eccessiva, squilibrio acido-base
dell'organismo. Tra i sintomi da carenza di cloro, si può
avere perdita dei capelli e dei denti, tono muscolare debole,
digestione difficile, insufficienza renale, acidosi, ritardi
nella crescita, i bambini possono avere alcalosi metabolica,
perdita di potassio nelle urine, difetti psicomotori, perdita
della memoria, anoressia, se il cloro viene inserito nella
dieta in genere questi sintomi scompaiono (è sempre essenziale
consultare il proprio medico curante).
Un sovradosaggio cronico di cloro, dal momento che si accompagna
ad un eccessivo introito di sodio, favorisce l'insorgenza
dell'ipertensione.
ALIMENTI
La fonte principale di cloro alimentare è rappresentata dal sale
da cucina; la presenza di cloro negli alimenti riflette
pertanto la loro concentrazione in cloruro di sodio.
Ne sono particolarmente ricchi i cibi stagionati, i formaggi,
i salumi, l'acqua ed i prodotti da forno salati, Kelp, farina
di segale, olive mature, datteri, frumento integrale, fagiolini,
mandorle, noci, ciliegie, pere, arance, castagne, pesche,
albicocche e alimenti di origine animale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Zolfo
CARATTERISTICHE
Lo ZOLFO è un METALLOIDE, insapore, di colore giallo limone
appartenente alla famiglia dell'ossigeno. Nell'uomo si trova
sotto forma di solfati
organici o sali, è presente nelle proteine e quindi in tutte
le cellule specie in due AMINOACIDI SOLFORATI come la CISTEINA
e la METIONINA, la
CISTEINA ha un ruolo essenziale nei processi di ossidoriduzione
che intervengono nei processi di respirazione cellulare.
La Metionina è
indispensabile per l'equilibrio organico e per l'accrescimento.
Questo aminoacido si trova nell'eparina e quindi in tutti
i tessuti ed
essenzialmente nel FEGATO. Lo zolfo organico è presente
anche nel GLUTATIONE in combinazione con l'INSULINA, ed
è contenuto anche nella
VITAMINA B12
Allo stato naturale si trova nelle regioni VULCANICHE ,
ad esempio in Sicilia dove forma degli ammassi chiamati
SOLFATARE, più spesso si trova
in combinazione nei solfati e nei solfuri e nei gas naturali
nei combustibili fossili, nel carbon fossile, nel petrolio.
E' molto diffuso in natura, nel mondo animale e vegetale,
ha alte concentrazioni nella pelle, nei capelli, nelle unghie,
nelle articolazioni,
partecipa alla sintesi del collageno, principale costituente
della pelle, dei tendini, delle ossa, è presente anche nell'insulina
che regola il
metabolismo degli zuccheri.
FUNZIONI
Lo ZOLFO edifica la molecola dei protidi, ed è indispensabile
alla SINTESI PROTEICA degli AMINOACIDI SOLFORATI, come la
CISTEINA, la CISTINA,
la TAURINA, la METIONINA, che sono gli elementi base nella
costruzione degli ORMONI, dei CO-ENZIMI, e della CHEATINA.
Lo Zolfo permette che il
metabolismo dei carboidrati, delle proteine, dei grassi,
venga effettuato senza residui organici. il fegato disintossica
grazie al ruolo
antitossico dei corpi solforati. Contribuisce ad accrescere
il numero dei globuli rossi. E' un ottimo desensibilizzante
in presenza di
ALLERGIE, ASMA, DERMATOSI, ECZEMI, ORTICARIA, PRURITO, CEFALEA,
DISFUNZIONI EPATOBILIARI, ARTRITI, ARTROSI, REUMATISMI.
Si trova come elemento costituente di alcuni amminoacidi,
cistina, cisteina, metionina, glutatione, ormoni come insulina,
ossitocina,
vasopressina, vitamine come la tiamina, la biotina e la
vitamina B1 (TIAMINA). Ha un ruolo importante nella disintossicazione
dei metalli
pesanti, radicali liberi, ed altri composti tossici. Lo
zolfo rappresenta lo 0.25% del peso del corpo umano, è il
minerale della bellezza,
rende i capelli lucidi e soffici, la carnagione chiara e
giovane, rende i capelli ondulati. Disinfetta il sangue
e combatte i batteri. E'
presente nelle unghie e nella pelle. Lavora insieme al fegato
per la secrezione della bile.
Il corpo ha bisogno dello Zolfo per la costruzione di quasi
tutte le biomolecole importanti, (enzimi, ormoni, amminoacidi,
anticorpi,
antiossidanti). è per il corpo uno dei quattro minerali
di base ed è praticamente presente in molte delle sue principali
funzioni ed in ogni
cellula.
Quello presente in natura nella forma MSM (o metil sulfenil
metano), è lo zolfo organico biologicamente attivo più adatto
per l'integrazione
alimentare del minerale, senza provocare effetti allergici
collaterali.
UTILIZZO
Ha un ruolo fondamentale nella formazione del tessuto cartilagineo.
Questa sostanza forma una specie di gel protettivo che funziona
da matrice
per i tendini, la cartilagine, la pelle, le ossa e il tessuto
connettivo.
Non combatte la calvizie androgenetica, ma viene usato per
accelerare la crescita naturale dei capelli. Con l'uso costante,
i capelli che
crescerebbero naturalmente, crescono con maggiore velocità
e consistenza. un aiuto quindi non da poco per chi perde
i capelli, per chi sta
tentando di favorirne la crescita con prodotti anticalvizie
o per chi ha effettuato un autotrapianto di capelli.
E' importante nella cura dell'artrite, come unguento è utile
nella cura della PSORIASI, eczema e DERMATITE, può essere
efficace nell'apparato
intestinale per la cura dei VERMI, nelle articolazioni per
la ARTRITE. Disinfetta il TUBO DIGERENTE il COLON, indicato
nell'arteriosclerosi,
per combattere i disturbi NUTRIZIONALI dei tessuti TENDINEO
e CARTILAGINEO, DITROFIA, REUMATISMO CRONICO, si impiega
nelle affezioni della
LARINGE, della FARINGE, nella BRONCHITE CRONICA, nel RAFFREDDORE,
nella VAGINITE, nelle malattie della PELLE, nell'ACNE, nella
BRONCHITE
CRONICA PURULENTA,, nell'INDURIMENTO DELLE ARTERIE dovuto
all'età, nella PELLE AVVIZZITA degli anziani, per i PELI,
le UNGHIE, i DENTI, lo
zolfo frena il decadimento e conserva l'elasticità dei tessuti,
e ne migliora la nutrizione.
Le ACQUE SULFUREE, si utilizzano per le malattie da carenza
di zolfo,nelle DERMATOSI, REUMATISMI, NEVRALGIE, DISTURBI
CARDIOVASCOLARI
DOSAGGIO
in medicina si usa lo zolfo sublimato da 1 a 3 g al giorno,
mescolato con miele o formaggio bianco per 10-15 giorni
al mese, due o 3 volte
l'anno.
DOSI GIONALIERE di ZOLFO ( ponderale) , 850 mg, lo zolfo
in eccesso viene eliminato attraverso le urine e le feci,
attenzione perché dosi
eccessive possono causare intossicazione.
L'MSM è un composto che si trova in natura, esso fa infatti
parte del ciclo terrestre dello zolfo. Negli oceani, le
alghe e varie forme di
plancton assorbono grandi quantità di zolfo dall'acqua e
le trasformano in una forma elementare, con legami organici.
Quando queste alghe e
organismi planctonici muoiono, le loro molecole organiche
vengono decomposte in gas volatile e scarsamente idrosolubile
che raggiunge la
stratosfera, dove, per l'azione dei raggi ultravioletti,
viene ossidato e trasformato prima in DMSO (dimetilsolfossido),
poi in MSM
(metil-sulfonil-metano).
Il sistema circolatorio di un uomo adulto presenta naturalmente
livelli di MSM pari a circa 0,2 mg/kg. Adulti normali espellono
da 4 a 11 mg di
MSM al giorno attraverso le urine. Diversi studi suggeriscono
che la concentrazione sistemica di MSM nei mammiferi diminuisce
negli anni, forse
in seguito a mutamenti metabolici o cambiamenti nelle abitudini
alimentari.
Esperimenti sull'MSM contenente zolfo, con traccianti radioattivi
(35S), hanno dimostrato che, dopo essere stato ingerito,
l'MSM rilascia lo
zolfo che contiene, per formare non solo collageno e cheratina,
elementi fondamentali per la costituzione delle unghie e
dei capelli, ma anche
aminoacidi essenziali: la metionina e la cisteina, e sieroproteine.
Come qualsiasi cosa che si assume, prima di assumere questo
prodotto è opportuno consultare il proprio medico. Le donne
in gravidanza e con
allattamento in corso possono assumere il prodotto dopo
la consultazione con il proprio medico.
CARENZA
La carenza di amminoacidi solforati, cisteina, cistina,
metionina, glutatione, taurina e' dovuta ad un diminuito
introito di zolfo con
l'alimentazione o per difettoso assorbimento per esempio
a causa del fumo.
I vegetariani che non mangiano uova, possono essere soggetti
alla carenza di zolfo: fragilità di unghie e capelli, disturbi
della pelle,
artrite. Una carenza dello Zolfo a livello del fegato rallenta
il metabolismo degli ACIDI URICI, e se c'è anche un disturbo
della funzionalità
renale, sono possibili crisi di URICEMIA, si può avere ACNE,
seborrea, foruncoli, ipercheratosi, unghie e capelli fragili,
alopecia,
intossicazione da metalli pesanti, problemi circolatori,
aumento della pressione sanguigna, alterazione del ritmo
cardiaco e arteriosclerosi.
ALIMENTI
Carne, Fegato macellato, pesce azzurro, uova, molluschi,
burro, formaggi.
Farina di cereali, cereali, pane, pasta, legumi secchi,
frutta secca, frutti di bosco, frutta fresca, verdura a
foglie verdi, rape, ortaggi,
dattero, fico secco, prugna secca, albicocca secca, noce
di cacao in povere, cioccolato, birra, vino
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Ferro
Quando si parla di ferro le classiche tabelle nutrizionali, in
cui è riportato il contenuto medio del minerale nei vari
alimenti, possono ingannare. Ciò che conta, infatti, non
è tanto la quantità di ferro assoluta, ma la sua biodisponibilità,
cioè la percentuale effettiva che il nostro organismo riesce
ad assorbire ed utilizzare.
Per biodis
ponibilità si intende la quota di elementi ingerita che
è effettivamente assorbita, trasportata al sito di azione
e convertita nella forma fisiologicamente attiva. Un alimento
che contenga grande presenza di un elemento, ma in forma
poco biodisponibile, di fatto è scarsamente utile ad assolvere
al ruolo deputato.
L'esempio classico è quello degli spinaci, alimenti piuttosto
ricchi di ferro, ma in cui il prezioso minerale è complessato
ad altre sostanze che ne limitano fortemente l'assorbimento.
Nelle verdure il ferro si trova infatti presente nella forma
Fe3+, più precisamente sotto forma di idrossido di ferro,
o labilmente legato a composti organici come citrati, lattati
e zuccheri. Potrà essere assorbito soltanto dopo essere
stato liberato e ridotto a Fe2+.
Quindi, prima di chiedersi quali siano gli alimenti più ricchi
di ferro, occorrerebbe sapere cosa influenza la biodisponibilità
del minerale in un determinato cibo.
Il grado di assimilazione mediante la dieta è differente a seconda
del tipo di ferro contenuto negli alimenti, che può essere
di tipo eme o di tipo non-eme.
Il ferro eme è presente nella carne (forma ferrosa legata al
gruppo eme) e nel pesce, e la sua assimilazione è particolarmente
facilitata e non influenzata da altri alimenti.
Il ferro non-eme, tipico dei vegetali (forma ferrica), è
meno biodisponibile, pertanto solo un piccolissimo quantitativo
di quello introdotto, viene poi assimilato.
Fattori che aumentano l'assorbimento del ferro non-eme:
-alimenti ricchi di vitamina C
-acido citrico (agrumi);
-zuccheri ed aminoacidi
Fattori che riducono l'assorbimento del ferro:
- acido fitico e fitati, acido ossalico e ossalati: sostanze
contenute negli alimenti vegetali, in modo particolare nel
cacao, nei cereali integrali, negli spinaci, nei legumi
e nel rabarbaro; anche un eccesso di fibra limita la biodisponibilità
dell'elemento.
- Presenza di altri minerali: esiste una competizione per l'assorbimento
di ferro e zinco; anche un eccesso di calcio può
diminuire il suo assorbimento.
- The e caffè (tannini), fosfati, alcuni farmaci (antibiotici,
antiacidi) e determinate condizioni patologiche (ipocloridria,
sindromi da malassorbimento, diarrea, ecc.).
Almeno i 4/5 del ferro contenuto in un individuo (ferro emico)
sono reperibili negli eritrociti, legato all'emoglobina.
E' pertanto lampante uno dei suoi ruoli principali, ossia
il trasporto gassoso. Gli altri suoi compiti nell'organismo
sono sempre riconducibili alle funzioni dell'ossigeno, fra
tutti è da sottolineare il ruolo svolto nel metabolismo
energetico, in quanto contenuto nei citocromi mitocondriali
e nella mioglobina, col ruolo di fissare ossigeno.
Il ferro non-emico è invece quel ferro presente nella milza,
nel fegato e nel midollo osseo legato alla ferritina e all'emosiderina,
con funzione di deposito (20-25% del ferro totale presente
nell'organismo).
Le persone sane assorbono circa il 10% del ferro alimentare (tale
percentuale aumenta al 20-30% in condizioni di carenza);nello
specifico, l'intestino è in grado di assorbire tra il 2
ed il 10% del ferro fornito dai vegetali (ferro trivalente
o non-emico) e tra il 10-35% di quello contenuto nelle fonti
animali (ferro bivalente o emico).
Carenza di ferro
La carenza di ferro causa anemia, debolezza, minor efficienza
del sistema immunitario, tachicardia, microcitosi (globuli
rossi con dimensioni più piccole della norma).
Eccesso di ferro
Sierosi, leucocitosi e cirrosi epatica sono invece i possibili
rischi di una eccessiva assunzione di ferro che, nelle forme
acute, può sfociare in ulcere, necrosi epatocellulare, leucocitosi
e degenerazione tubulare. In questi casi i primi sintomi
sono nausea, vomito, diarrea nerastra, agitazione.
Fabbisogno di ferro
Il ferro è necessario per la sintesi di emoglobina (proteina
che trasporta l'ossigeno alle cellule) di mioglobina e di
collagene; è inoltre indispensabile nei processi di respirazione
cellulare e nel metabolismo degli acidi nucleici.
Il suo fabbisogno oscilla dai 10 mg nell'uomo ai 18 mg nella
donna.
Negli sportivi il fabbisogno di ferro è superiore che in soggetti
sedentari a causa della maggiore deplezione delle scorte.
La sudorazione determina infatti la perdita di parte del ferro
ma, ancor di più, la rottura degli eritrociti (emolisi)
in discipline come il fondo causa una maggiore escrezione
di ferro con le urine.
L'aumento della frazione plasmatica conseguente l'allenamento,
diluisce ulteriormente la quota di ferro (pseudoanemia).
La situazione è maggiormente marcata nelle discipline di resistenza.
Nel sesso femminile la situazione è ancora più importante, per
via della fisiologica perdita di ferro nel periodo mestruale.
Normalmente una dieta adeguata compensa l'eliminazione del
ferro ed il bilancio viene mantenuto in equilibrio,grazie
alle riserve ed alla regolazione di assorbimento ed eliminazione.
Il ferro viene assorbito soprattutto a livello del duodeno e
del digiuno prossimale: passivamente se la sua concentrazione
nel lume intestinale è elevata; tramite un processo attivo
con dispendio di energia, se invece è presente in scarsa
quantità.
Nelle cellule della mucosa intestinale il Fe+2 viene ossidato
a Fe+3. Parte del ferro passa quindi nel plasma dove è trasportato
in circolo dalla transferrina; la quota rimanente si lega
nel citoplasma delle cellule intestinali all'apoferritina
che viene convertita in ferritina. Da questa viene liberato
in rapporto alle esigenze dell'organismo e ceduto alla transferrina
plasmatica.
L'eliminazione (1mg al giorno) avviene prevalentemente con la
bile, le feci, il sangue mestruale, la desquamazione della
pelle e l'urina.
Nonostante l'organismo ne limiti le perdite, i casi di carenza
di ferro sono piuttosto diffusi. Questi possono essere dovuti
a:
* apporto ridotto, dovuto a diete carenti di carne e
ricche di cereali;
* insufficiente assorbimento: acloridria, diarrea, alterazioni
gastro-intestinali;
* eccessive perdite ematiche.
Soggetti a rischio di carenza di ferro sono i neonati prematuri,
i lattanti in quanto il latte, anche quello materno è povero
di ferro, le donne mestruate, le persone che hanno subito
perdite di sangue, gli alcolisti ed i vegetariani.
Il deficit si manifesta con astenia, affaticabilità, nei casi
più gravi cefalea, palpitazioni, nevralgie, turbe vasomotorie,
facilità alle infezioni, anemia ferro-priva.
Se in eccesso il minerale viene ceduto al parenchima di vari
organi come pancreas, surreni, miocardio e fegato che ne
risultano danneggiati.
La tossicità del ferro prende il nome di siderosi, una condizione
quasi sempre di natura genetica.
Da ricordare
Sono note interazioni con alcuni farmaci che ne riducono l'assorbimento
quali antiacidi, colestiramina, antinfiammatori FANS inibitori
della COX 1, penicillammina, tetracicline, alcune vitamine
e alcuni sali minerali.
Nei prodotti vegetali il contenuto di ferro diminuisce del 15%
circa per la cottura con molta acqua e del 10% circa nella
cottura a vapore (senza acqua).
Alimenti
ricchi di ferro |
Ferro in 100 g |
Fegato d'oca |
30,53 |
mg |
Cioccolato fondente amaro |
17,4 |
mg |
Vongola |
13,98 |
mg |
Cacao amaro |
13,86 |
mg |
Ostrica, cotta |
11,99 |
mg |
Caviale |
11,88 |
mg |
Paté di pollo inscatolato |
9,19 |
mg |
Muesli con frutta e frutta secca |
8,75 |
mg |
Muesli |
8,20 |
mg |
Lenticchie |
7,54 |
mg |
Ostrica |
6,66 |
mg |
Farina di soia |
6,37 |
mg |
Germe di grano |
6,26 |
mg |
Pollo - coscia |
6,25 |
mg |
Ceci |
6,24 |
mg |
Patate, bollite |
6,07 |
mg |
Seppia |
6,02 |
mg |
Pinoli secchi |
5,53 |
mg |
Fagioli cannellini |
5,49 |
mg |
Fagioli borlotti freschi |
5,00 |
mg |
Fiocchi d'avena |
4,72 |
mg |
Nocciole |
4,70 |
mg |
Alici sott'olio |
4,63 |
mg |
Arachidi |
4,58 |
mg |
Grano duro |
4,56 |
mg |
Mandorle secche |
4,51 |
mg |
Crema di nocciole e cacao |
4,38 |
mg |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Jodio
Il nome Iodio, deriva dal greco e significa "violetto", colore
che si riferisce al vapore di iodio, fu impiegato fin dall'antichità
per il gozzo sotto forma di alghe polverizzate, lo Iodio
è di vitale importanza per la sintesi degli ormoni tiroidei,
tiroxina, e triiodotironina responsabili della regolazione
del METABOLISMO BASALE.
E' un metalloide, ovvero un ELEMENTO NON METALLICO, in quanto
appartiene alla famiglia degli ALOGENI, che sono secondo
Berzelius gli elementi della famiglia del cloro : il fluoro,
il cloro, il bromo,, lo iodio.
Il nostro organismo utilizza lo iodio per la sintesi degli
ormoni tiroidei, messaggeri biologici importantissimi per
regolare il metabolismo corporeo. Secondo studi recenti
lo iodio avrebbe anche un'importantissima attività antiossidante
per cui lo iodio sarebbe in grado di proteggere l'organismo
dai danni dell'ipercolesterolemia e da molte malattie cardiovascolari
(aterosclerosi ed ipertensione).
Lo iodio si trova nelle regioni in prossimità del mare,
mentre in genere è carente nelle regioni montagnose.Si usa
nella prevenzione del gozzo, metabolizza il grasso in eccesso,
scioglie l'indurimento delle arterie, se il cretinismo e
trattato immediatamente alla nascita del bambino può essere
reversibile, protegge dalle radiazioni, FORMAZIONI FIBROCISTICHE
AL SENO SONO DOVUTE A CARENZA DI IODIO. Si usa per le articolazioni,
per i problemi ai capelli, nella arteriosclerosi, nelle
ferite, nella angina pectoris, nel gozzo, nell'ipotiroidismo,
nella perdita di energia fisica e mentale, contro la radioattività.
SINTOMI DA CARENZA di IODIO: problemi alla tiroide, ritardo
nella crescita mentale, ritardi nella crescita (nel feto
e nei bambini) e gozzo (negli adulti).
Un deficit di iodio in età adulta è responsabile anche di
sintomi come svogliatezza, stanchezza cronica, comportamento
indolente, calvizie precoce.cretinismo. Nei casi di basso
livello di ormoni tiroidei, indurimento delle arterie, obesità.
Metabolismo lento, reazioni mentali rallentate, capelli
e pelle secchi, polso rapido, palpitazioni cardiache, tremori
nervose, tensione , irritabilità, cretinismo. La carenza
di iodio è associata al CARCINOMA MAMMARIO, poliomelite.
Da quando è stato introdotto il sale iodato per le persone
sane non è più necessario ricorrere ad integratori specifici.
Per i soggetti strettamente vegetariani o che non consumano
pesce ed evitano di salare le pietanze è consigliata una
supplementazione di 200 mcg di iodio al giorno.
Le dosi di assunzione raccomandate dai larn sono 150 mcg,
e per la donna 200 mcg durante l'allattamento e 175 mcg
in gravidanza.
Non eccedere nella alimentazione in CAVOLO, SOIA , FAGIOLO
e LEGUMINOSE, in quanto possono inibire l'assorbimento di
iodio da parte della tiroide. In questo caso fare ricorso
a supplementi di iodio. Questi alimenti non vanno banditi
dalla alimentazione, ma bisogna tenere conto che contengono
TIOCIANATI ANTITIROIDEI e sono ricchi in GLUCOSIDI CIANOGENI
e ZOLFO BIVALENTE. Per azione del complesso ENZIMATICO MIROSINASI
impediscono l'accumulo dello iodio nella tiroide e possono
sostituirsi ad esso.
Altre SOSTANZE ANTITIROIDEE sono la CHEIROLINA, i POLIFENOLI,
la GOITRINA, le EMOAGLUTININE, non sono pericolose per l'uomo
se si ha una alimentazione sana e bilanciata. Essendo un
regolatore Tiroideo va somministrato con estrema cautela.
lo iodio è scarso nelle verdure, nella frutta, nell'acqua.
ALIMENTI CHE CONTENGONO IODIO
Lo iodio si trova soprattutto nel pesce, un alimento prezioso
che spesso non viene consumato a sufficienza. Un'altra importante
fonte di iodio è rappresentata dalle alghe come il fucus
o la laminaria, presenti in molti prodotti dimagranti con
lo scopo di accelerare il metabolismo. Le verdure possono
contenere un discreto quantitativo di iodio soltanto se
sono state coltivate in terreni ricchi di questo minerale.
Lista completa degli alimenti che contengono iodio:
ALGA MARINA, Vitello, manzo, merluzzo fresco, merluzzo salato,
salmone fresco, aringa affumicata e fresca, cozze, granchio,
aragosta, astice, olio di fegato di merluzzo, kelp, OLIO
DI PESCE, crostacei, ostriche, sardina, nasello, tonno,
trota, alga laminaria,
latte di mucca, uovo, pane di segale, riso brillato, pasta
alimentare, pane di mais, pane d'orzo, mais, fava, piselli
schiacciati, fagiolo comune, lenticchia, piselli secchi,
fungo d'allevamento, rapa, carota, porro, bietola, fagiolo
verde, cipolla, pomodoro, lattuga, patata, cavolfiore, cavolo
comune, spinacio, melanzana, asparagi, carciofo, topinambour,
ananas fresco, mora, uva spina, ribes, fragola, banana,
ciliegia, limone, melone, pesca, uva, pera, mela, susina,
prugna secca, noce secca, castagna secca, SOJA,fagiolini,
cipolla, farina d'ossa. Fegato essiccato, LECITINA DI SOIA
, OLIO DI GERME DI GRANO, AGLIO, semi di sesamo, fagioli
di SOIA, spinaci, bietole, zucchine bianche, cime di rapa,
rapa, cavolfiore, arachidi, verza, cavolini di Bruxelles,
ananas, asparagi, carota, carciofo, ribes.
SINTOMI TOSSICI da eccesso di iodio:
Allergie, lesioni alla bocca, diarrea, vomito, acne, infiammazione
delle ghiandole salivari
Nel nostro organismo lo iodio si trova concentrato a livello
della ghiandola tiroidea e grazie a tali riserve possiamo
vivere per diverse settimane senza assumere iodio e senza
avere per questo sintomi clinici di carenza.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Cromo
CARATTERISTICHE
E' un metallo duro inossidabile e brillante. Si usa nella cromatura
elettrolitica per rivestire altri metalli.
Il cromo ha due forme, trivalente ed esavalente. La trivalente,presente
con basse concentrazione negli alimenti, è biologicamente
attiva. La esavalente è un compostio tossico di inquinamento
industriale nelle acque.
Del minerale presente negli alimenti se ne assorbe il 3%. Si
deposita nella milza, nei reni, nei testicoli, e piccole
quantità anche nel cuore, nel pancreas, nei polmoni e nel
cervello. Metabolizza lipidi e carboidrati, utile per il
diabete, e la sua azione sull'insulina e sulla lipogenesi
aiuta pure nel trattamento dell'obesità.
E' presente nel corpo con venti parti di cromo per miliardo
di sangue: 6 mg.
FUNZIONI
Il cromo organico entra nel GTF (fattore di tolleranza al glucosio):
I pazienti affetti da schizofrenia con poca tolleranza al
glucosio, traggono beneficio da somministrazioni di cromo
che aumenta il GTF (fattore di tolleranza al glucosio).
Stimola l'attività degli enzimi nel metabolismo del glucosio
per l'energia e la sintesi degli acidi grassi e del colesterolo.
Aumenta l'efficacia dell'insulina nel prevenire l'ipoglicemia
(troppa insulina) o il diabete (poca insulina).
La sua azione sull'insulina e sulla lipogenesi è utile nel trattamento
dell'obesità. Il picolinato di cromo, assunto da chi pratica
uno sport con regolarità, ne aumenta la massa muscolare.
DOSAGGIO
Solo il 3% del cromo negli alimenti viene assorbito dall'organismo.
L'assunzione normale viene considerata sufficiente. Da 0,02 mg
nei bambini, ai 0,20 mg negli adulti (da 20 a 200 microgrammi).
200 microgrammi al giorno migliora l'ipoglicemia, e aumenta la
tolleranza al glucosio nei diabetici.
CARENZA
Il suolo che contiene poco minerale da far assorbire ai raccolti,
i cibi raffinati, il consumo eccessivo di zuccheri predispongono
alla carenza del minerale. Le persone più esposte sono gli
anziani, chi pratica sport di resistenza e le gestanti,
perché il feto utilizza grandi quantità di cromo. Nei diabetici
può aggravare la malattia.
Altri danni sono: ipoglicemia, intolleranza allo zucchero, alterazioni
del metabolismo degli zuccheri, grassi, proteine, iperglicemia,
ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, predisposizione
all'arteriosclerosi. La carenza dà difficoltà a mantenere
il peso corporeo, diminuisce capacità di cicatrizzazione,
scarsa resistenza alle infezioni. Scarse quantità di cromo
aumentano il deposito di grasso nelle arterie, si possnono
avere minori spermatozoi e scarsa fertilità.
La sua carenza, provoca anche rallentamento della crescita.
Una carenza di cromo, destabilizza il rapporto zinco-cromo e
causa problemi di allergia e di asma , favorisce anche l'insorgenza
di malattie cardiovascolari.
Lo STRESS altera i valori di Cromo, lo stesso dicasi se si è
in presenza di infezioni acute, in chi ha avuto traumi psichici,
in chi soffre di artrite reumatoide.
EFFETTI TOSSICI DA ECCESSO
I sintomi per chi lavora nelle industrie chimiche con l'acido
cromico e dai bicromati sono dermatiti con eczema cronico,
ulcerazioni della cute e delle mucose nasali.
Il cromo esavalente dei gas industriali procura intossicaziuoni
gravi, e ci sono stati pure morti.
ALIMENTI CHE CONTENGONO CROMO
LIEVITO di BIRRA, SPIRULINA, grano non decorticato, patata
biologica, uovo intero, fegato, fegato di vitello, segale,
formaggio, mais non decorticato, cipolle mature, datteri,
orzo intero, avena intera, molluschi, olio di mais, cereali
integrali, carne di manzo, pane integrale, barbabietola,
melassa, zucchero di barbabietola, rognone di maiale, spezie,
pepe nero, timo, funghi, frumento, crusca, pane di segale,
patate, GERME DI GRANO, peperoni verdi, mele, farina di
mais, banane, spinaci, molluschi, acqua minerale.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Rame
CARATTERISTICHE
E' uno dei principali CATALIZZATORI BIOLOGICI. E' presente in
tutti i tessuti dell'organismo.
Nell'uomo normale il 96% del rame è associato alla ceruloplasmina,
che trasporta il Rame ed assicura anche l'eliminazione di
AMINE come la SEROTONINA, l'ADRENALINA, una tale azione
protegge dallo STRESS, e regola i NEUROMEDIATORI.
Circa il 30% del rame ingerito viene usato dall'organismo. L'assorbimento
avviene nello stomaco e nella parte superiore dell'intestino.
Il rame si trasferisce dall'intestino nella corrente sanguigna
15 minuti dopo l'ingestione. La maggior parte del rame proveniente
dal cibo viene eliminata nelle feci e nella bile, una piccola
quantità viene eliminata con le urine. Il minerale è di
solito presente negli alimenti che contengono ferro perché
il ferro ha bisogno del rame per essere assorbito.
Il rame contenuto nei gioielli viene assorbito dalla pelle in
caso di sudorazione.
Nell'organismo di un individuo adulto sono presenti circa 100
mg di rame, concentrati soprattutto in fegato,PANCREAS,
cervello, reni e cuore. si assimila attraverso le piante,
ma un eccesso di concimazioni azotate caratterizzano una
carenza di rame.
In tutte celleule viventi esiste una molecola, chiamata CITOCROMO-OSSIDASI,
che contiene atomi di rame e gioca un ruolo importante nei
processi RESPIRATORI della cellula. Altre proteine che contengono
rame sono l'EMOCUPREINA e la TIROSINASI. I globuli
rossi contengono rame sotto forma di ERITROCUPREINA e di
EMOCUPREINA. La CEREBROCUPREINA si trova nelle cellule del
cervello.
FUNZIONI
Grazie ai suoi due stati ossidativi il rame partecipa a
numerosi processi ENZIMATICI e all'attività di metalloenzimi
che trasferiscono elettroni:
- Ha un ruolo nella respirazione perché partecipa
alla sintesi dell'emoglobina, la sostanza che nel sangue
trasporta l'ossigeno.
- E' un importante antiossidante del sangue. Previene
l'irrancidimento degli acidi grassi polinsaturi e aiuta
la membrana cellulare a rimanere sana.
- E' presente in molti enzimi che scompongono o costruiscono
i tessuti dell'organismo. Contribuisce alla conversione
dell'aminoacido tirosina in un pigmento scuro (melanina)
che colora i capelli e la pelle.
- Partecipa al metabolismo delle proteine e ai processi
di cicatrizzazione.
- E' necessario per la sintesi dei fosfolipidi, sostanze
essenziali nella formazione delle membrane protettive
della mielina che circondano le fibre nervose.
- Ha un ruolo nel processo di ossidazione della vitamina
C e collabora con questa vitamina alla formazione dell'elastina,
una componente fondamentale delle fibre elastiche dei
muscoli del corpo.
- E' necessario anche per la produzione dell'RNA.
- Interviene nel metabolismo degli ormoni secreti
dalle GHIANDOLE CORTICOSURRENALI.
- Interviene sull'attività della CATALASI un enzima
la cui azione impedisce l'accumulo di acqua ossigenata
nell'organismo distruggendo questo composto man mano
che si forma nella cellula come prodotto di scarto del
processo di respirazione cellulare.
- Ha una proprietà ANTICANCEROGENA. La diminuzione
del rame organico, provoca una caduta proporzionale
della CATALASI e prepara il terreno ai processi CANCEROGENI.
- Il FERRO importante nella formazione dell'emoglobina,
e per la fissazione dell'ossigeno può essere utilizzato
solo in presenza del RAME, è indispensabile alla sintesi
dell'EME o gruppo proteico ferroginoso, ed è per questo
che una carenza di rame provoca ANEMIA, anche quando
il livello della SIDEREMIA o livello del ferro nel sangue
è normale.
- INTERVIENE ANCHE NEL METABOLISMO delle cellule OSSEE,
si possono avere fenomeni di RACHITISMO per una sua
carenza anche se nelle ossa sono presenti calcio, fosforo,
silicio, magnesio.
- Il rame nel sangue aumenta in presenza di MALATTIE
INFETTIVE Se somministrato nel corso di una influenza
abbrevia la durata della malattia.
UTILITà
Il RAME catalizza:
- La SUPEROSSIDO-DISMUTASI, che controlla i superossidi,
senza questo controllo potrebbero insorgere gravi lesioni
tissutali alla base dei processi degenerativi e infiammatori
e porta al CANCRO.
- La CITOCROMOSSIDASI dei MITOCONDRI che favoriscono
e controllano tutta l'energia delle cellule il KWASHIORKOR,
carenza di Rame dovuta a MALNUTRIZIONE, provoca uno
stato di APATIA che conferma un ruolo ENERGIZZANTE del
RAME.
- La LISILOSSIDASI e le MONO-AMINE-OSSIDASI, responsabili
della sintesi della CHERATINA, dell'ELASTINA, del COLLAGENE,
assicurano elasticità dei tessuti CONNETTIVI in particolare
delle CORONARIE, e della PELLE.
- La DOPAMINA BETA-IDROSSILASI che controlla il meccanismo
della DOPAMINA la cui deficienza è alla base del MORBO
DI PARKINSON.
- La TIROSINA IDROSSILASI che metabolizza i NEUROMEDIATORI
come l'ADRENALINA, ormone che potenzia la capacità dell'organismo
a reagire rapidamente difronte alle aggressioni e agli
shock.
- La FOSFOLIPASI A2 le quali sintetizzano le PROSTAGLANDINE
che controllano l'attività enzimatica delle cellule,
gli effetti favorevoli delle quali vengono studiati
con grande speranza nell'ambito ginecologico e della
medicina in generale.
- La CERAMIDE GALATTOSIL-TRANSFERRASI che è alla base
della sintesi della MIELINA il cui cattivo funzionamento
è causa di alcune malattie DISMETABOLICHE CONGENITE.
- La TIROSINASI, che è un enzima alla base della MELANOGENESI
da cui dipende la salute della PELLE, un cattivo funzionamento
> di essa è responsabile di malattie come la vitiligine
e i MELANOMI.
- La LECITIN-COLESTEROL-TRANSFERASI, che trasforma
in estere il colesterolo libero in previsione della
sua eliminazione.
- L'ASCORBAT-OSSIDASI che è all'origine della vitamina
C, essa stessa alla base di numerose funzioni di autodifesa.
Antinfettivo, antinfiammatorio, stimolante del sistema immunitario,
energizzante, favorisce l'assorbimento del ferro, contro
i radicali liberi.
Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato che il rame
potrebbe avere un effetto protettivo nei confronti dei tumori
causati da sostanze chimiche, e di alcuni virus dell'RNA
che potrebbero causare tumori negli esseri umani. Potrebbe
anche avere un ruolo protettivo nei confronti della carcinogenesi
e impedire lo sviluppo tumorale.
Il superossido rame-zinco funziona come agente antiossidante
e antinfiammatorio. Può alleviare i sintomi dell'osteoartrite
e dell'artrite reumatoide. Le iniezioni di un complesso
liposomico di rame e SOD (superossido dismutasi, sostanza
che elimina i radicali liberi responsabili delle malattie),
hanno dato effetti positivi nei casi di artrite reumatoide,
lupus eritematoso, malattia di Crohn, scleroderma, dermatomiosite,
e necrosi grave provocata da radiazioni (perdita di tessuto).
Il rame protegge dai radicali liberi conservando la forza strutturale
delle membrane dove avvengono le reazioni. Sembra anche
che influenzi positivamente il sistema immunitario.
DOSAGGIO
DOSAGGIO GIORNALIERO: 2 – 5 mg. Fino a 35 mg è ben tollerato.
La Tossicità: 400 mg.
E' bene mantenere un buon rapporto rame zinco, assumere 15-30
mg di zinco e 1,5-3 mg di rame, perche uno squilibrio tra
il rapporto tra i due può causare PROBLEMI ALLA TIROIDE.
Il contenuto totale nell'organismo varia da 50 a 120 mg di cui
40% nei muscoli, 15% del fegato, 10% nel cervello, 10% nel
sangue e il restante nel cuore e nei reni.
L'assorbimento viene favorito in condizioni di pH acido , ed
è inibito dai fitati, dal calcio, dall'acido ascorbico e
specialmente dallo zinco, il cui metabolismo è strettamente
legato a quello del rame. Questo minerale viene trasportato
in circolo per la maggior parte legato alla ceruloplasmina
(90 - 95%). La concentrazione plasmatica normale è di circa
100 µg/dl. Il quantitativo di rame presente nella razione
alimentare media risulta compreso tra i 3 e i 4.5 milligrammi
al giorno. Gli studi non forniscono dati conclusivi sui
fabbisogni, sembra però che il bilancio possa essere raggiunto
con 1.2 milligrammi/die nell'adulto.
Nel latte di vacca ma anche in quello materno c'è una certa deficienza
di rame; ciò può provocare problemi carenziali nei bambini
solo in concomitanza con disturbi intestinali che diminuiscono
l'assorbimento di questo oligoelemento. Non sembra sia utile
nè necessario ingerire il rame sotto forma di farmaco, anche
perchè le dosi elevate possono risultare tossiche.
Una assunzione dietetica giornaliera consigliata per i bambini
da 0 a 10 anni è 0,5 a 2,0 mg a scalare con l'età. I ragazzi
e gli adulti dovrebbero assumerne da 1,5 a 3,0 mg. Queste
dosi sono sicure e bilanciate. La persona media ne ingerisce
dai 2,5 ai 5,0 mg al giorno. Il rapporto zinco rame è di
10 a 1 (10 volte più zinco che rame) e tale dovrebbe rimanere
sia in condizioni normali che in caso di malattia. Questo
vuol dire che la dose giornaliera raccomandata di zinco
va dai 15 ai 30 mg, mentre quella di rame va da 1,5 a 3
mg. Lo squilibrio tra questi due minerali può causare problemi
alla tiroide.
Il rame in piccole quantità non è tossico per gli esseri umani:
un adulto può assumerne sino a 35 mg al giorno senza rischio
di intossicazioni. La configurazione biochimica di alcuni
individui li predispone all'accumulo di rame. Uno di questi
casi è rappresentato dalla malattia di Wilson, un disturbo
genetico raro derivante da un metabolismo anormale del rame,
che determina una accumulazione eccessiva di rame nel fegato,
nel cervello, nei reni e nelle cornee degli occhi. Questo
disturbo porta a malattie irreversibili del sistema nervoso
centrale, alla cirrosi epatica, al degrado corneo e provoca
danni renali e cerebrali. Le persone sofferenti di questa
malattia non dovrebbero assumere integratori di rame.
CARENZA
SINTOMI da CARENZA di RAME: astenia generale, anemia, enfisema,
debolezza generale, piaghe sulla pelle, diarrea, alterazioni
respiratorie, ulcere cutanee, dermatiti, malformazioni ossee,
alterate risposte immunitarie, disfunzioni nervose, PMS,
difettosa cicatrizzazione, minor resistenza alle infezioni,
demineralizzazione ossea. l'uso di fibre e la assunzione
concomitante di vegetali diminuisce l'assorbimento di questo
minerale. Un eccesso di zinco nella dieta può causare carenza
di rame. Anche un eccesso alimentare di fruttosio, di antiacidi,
di dosi massicce di vitamina C o di sola alimentazione a
base di latte di soia. La sindrome di Menkes è una malattia
provocata da carenza di rame, e causa capelli nodosi, aneurisma,
crescita stentata, deterioramento cerebrale e perfino morte,
anche alcune malattie renali sono dovute ad una carenza
di rame.
In caso di carenza i globuli rossi hanno una vita più breve e
i globuli bianchi sono insufficienti.
Un aumento dello zinco assunto con la dieta può causare carenza.
Le persone a rischio di carenza sono quelle che consumano
grandi quantità di fruttosio o antiacidi, e quelle che assumono
da molto tempo dosi massicce di vitamina C.
La carenza può presentarsi anche nei bambini nutriti con latte
di soia. La carenza può alterare lo sviluppo della struttura
ossea, dei nervi e del tessuto polmonare, e può provocare
un cattivo sviluppo del collagene, la disintegrazione delle
concentrazioni di neurotrasmettitori e una minore pigmentazione
della pelle. Il tessuto connettivo viene facilmente danneggiato
e le ossa si demineralizzano.
La sindrome di Menkes, una malattia provocata da carenza di rame,
causa capelli nodosi, aneurisma, crescita stentata, deterioramento
cerebrale e persino la morte.
ECCESSO
Si è sempre ritenuto che un eccesso di rame nel corpo potesse
provocare gravi disturbi mentali; tuttavia non esistono
prove scientifiche serie a sostegno di questa tesi. Il rame
può essere uno dei fattori responsabili di alcuni tipi di
schizofrenia in individui con bassi livelli di istamina
e livelli di rame anormalmente alti nel sangue. In questi
casi le analisi devono essere effettuate da un medico qualificato.
Dosi troppo elevate o troppo basse di rame sono state trovate
anche nelle persone che soffrono di disturbi della sfera
emotiva; questi problemi possono essere causati anche da
ipoglicemia o squilibri dei neurotrasmettitori. Il rame
può accumularsi anche come difesa contro questi disturbi.
Un eccesso di rame nel sangue può aggravare l'ipertensione (dovuta
all'uso di contraccettivi orali o al fumo), può causare
balbuzie, autismo, iperattività infantile, tossiemia gravidica,
tensione premestruale (l'attività ormonale ne aumenta i
livelli ematici), depressione, insonnia, senilità, calvizie
precoce, tinnito (fischi nelle orecchie), pigmentazione
facciale, dolori alle articolazioni, ipoglicemia funzionale,
cirrosi epatica, ipoproteinemia, carenza di niacina, infezioni,
attacchi di cuore, leucemia e malattie mentali.
L'uso prolungato della pillola anticoncezionale può causare aumenti
eccessivi o carenze di rame nel sangue che portano ad un
aumento dei livelli di colesterolo. Alcune forme d'anemia
in cui il ferro si dimostra inefficace possono indicare
un livello troppo alto di rame. L'anemia emolitica, l'emoglobinuria
e l'ittero, sono provocate da un improvvisa immissione di
rame nel flusso sanguigno.
Il livello di rame nel siero può aumentare con l'uso della pillola
anticoncezionale. Gli studi effettuati sulle donne incinte
hanno mostrato che un alto livello di rame causa una diminuzione
della quantità di ferro nel corpo e una carenza di molibdeno.
Il livello di rame nel siero, aumentato dagli estrogeni,
sale progressivamente durante la gravidanza. Dopo il parto
è necessario un periodo che va dai 2 ai 3 mesi perché il
livello di rame ritorni normale. Questo eccesso di rame
può causare le depressioni e gli altri disturbi tipici del
periodo post-parto.
I livelli di rame aumentano nelle persone colpite da emocromatosi,
malattia caratterizzata da un accumulo di ferro sotto la
pelle. Si è scoperto invece che i livelli elevati nei malati
di cancro non sono la causa ma la conseguenza della malattia.
Tra i sintomi dell'intossicazione troviamo nausea, vomito, dolore
epigastrico, cefalea, vertigini, debolezza, diarrea e un
gusto metallico in bocca. I casi di intossicazione più grave
possono dare tachicardia, ipertensione, ittero, uremia,
coma e morte.
ALIMENTI
Tra gli alimenti più ricchi di rame: Molluschi marini, fegato
macellato, germi di grano, cereali integrali, Mandorle,
verdure a foglia verde, carota, i crostacei, lievito, semi
di girasole, Noce, soia, legumi secchi e freschi, Tarassaco,
spinaci, indivia, Gira, frutta secca, pesci, noci, frattaglie,
midollo osseo, cipolle, cavolfiore, uova, pollame, legumi,
acqua potabile, birra, pentole di rame, latte pastorizzato,
insetticidi, mandorle, cereali integrali, legumi ceci, lenticchie,
sardine, noci, nocciole.
La percentuale di rame nei vegetali varia a seconda del contenuto
di minerale nel terreno su cui vengono coltivati.
La maggior parte dei frutti di mare contiene buone quantità di
rame. L'acqua potabile può essere una delle maggiori fonti
di rame, che preleva lungo il suo passaggio nelle tubature
di rame (l'acqua meno dura è quella che ne preleva di più).
Il rame si trova anche nella birra, nelle pentole di rame, nel
latte pastorizzato.
Il rame viene immagazzinato nel fegato, nel cuore e nel cervello.
Le ossa e i muscoli hanno minori concentrazioni di rame,
ma a causa della loro massa, contengono oltre il 50% del
totale del rame presente nell'organismo.
Gli integratori di zinco e manganese in un rapporto di 20 a 1
aumentano l'eliminazione del rame attraverso le urine.
Le persone che hanno livelli troppo alti di rame nel sangue possono
trarre giovamento dal consumo di alimenti che contengono
molto zolfo come le uova, le cipolle e l'aglio. Questo aiuterà
ad eliminare il rame dall'organismo.
Anche il consumo di pectina, una sostanza che si trova sotto
la buccia delle mele è benefico.
|
|
|
|
|
|
|
|