Prendere coscienza del proprio corpo per liberarlo dagli
stimoli sensoriali e mentali esterni e creare così la condizione
per la concentrazione (Dharana) e la meditazione (Dhyana).
Lo yogi ritira i sensi dagli oggetti sensoriali come una
tartaruga ritira testa e zampe dentro il guscio. Lo yogi chiude
le finestre che danno sulla strada chiassosa per aprire quelle che
danno sul giardino interno per ascoltare la sottile vibrazione del
respiro della vita, per guardare nello spazio del cuore, per osservare
tutti i pensieri con attenzione e distacco.
Esercizi:
1- Rilassamento muscolare:
● Seduti o in piedi, mettere in tensione uno dei gruppi muscolari
come le braccia, le gambe, la schiena, l' addome, i glutei,
il viso. poi rilassatelo completamente. Vedrete la differenza
fra teso e rilassato. Restate con questa sensazione di rilassamento;lasciateli
sciolti. Ripetere l' esercizio per tutti i gruppi muscolari.
● Mettete a contatto della parete la schiena, il capo, le spalle
e i glutei. Inspirando profondamente, lentamente, sollevate
le braccia all'altezza delle spalle. Fermi per alcuni secondi.
Abbassate le braccia mentre espirate. Restate fermi alcuni secondi.
Ripetete una decina di volte. Al termine restate fermi
e rilassati respirando profondamente, finché non vi sentirete
avvolti da una sensazione di pace.
● Distesi, le braccia lungo il corpo, i palmi rivolti in basso,
gambe allungate e leggermente divaricate. statevene immobili
e, lentamente, fate attenzione al vostro sistema muscolare.
Dopo un poco comincerete a sentire qualche stiracchiamento
doloroso e comprenderete che in quella posizione, giudicata
ottima per raggiungere il completo riposo, tutta la vostra muscolatura
sarà ancora in uno stato di semitensione, come tesa ad uno sforzo
impossibile.
Adesso dovete immaginare che lentamente i vostri muscoli
siano distesi e rilassati. Lasciatevi invadere dolcemente dal
desiderio di rilassarvi finché sparisca la sensazione di dolore.
Non dovete fare alcuno sforzo di volontà, ma abbandonatevi alla
sensazione dell' aumentato peso del vostro corpo. Vi accorgerete
che appena un' idea estranea attraversa la vostra mente,
ad essa corrisponde una lieve contrazione muscolare.
Procedere per gradi:
- Rilassare il braccio destro.
- Quello sinistro.
- Arti inferiori:
- Dita del piede; il piede; la caviglia; il polpaccio;
Il ginocchio; la coscia; l' anca ... destri.
- Lo stesso di sinistra.
- Muscoli dell'addome; il petto; la schiena; le spalle;
la nuca; il collo; il volto
Quando si vuole muovere un arto, maggiore è il tempo che
impiega il muscolo rilassato a tornare allo stato normale di
tensione ed eseguire l' ordine ricevuto dal cervello, maggiore
è lo stato di rilassamento ottenuto; che se fosse assoluto ci
vorrebbe anche più di cinque minuti.
Quando un muscolo non è in tensione consuma pochissimo ossigeno, e
più il rilassamento è completo, meno l' organismo ha bisogno
di ossigeno, tanto che si può restare per un tempo maggiore
senza respirare, o respirando appena.
2- Attenzione nei movimenti involontari.
● Osservare per qualche secondo, con l' esercizio per qualche
minuto, i nostri gesti abitudinari. Non si tratta di rettificare
o di correggere, cioè giudicare se questo o quel gesto sono
eseguiti bene o male, ma semplicemente osservarli.
Ogni gesto deve essere percepito al livello della sensazione
muscolare e descritto mentalmente, nominato dal pensiero, avvertito
coscientemente. L' attenzione non deve staccarsi in nessun modo
dalla parte del corpo che agisce.
In questo modo il pensiero viene allenato all' interruzione
mediante l' attenzione puntata su movimenti diversi e successivi.
Così sfuggiamo alla concatenazione continua di idee che si sviluppano
l' una dall' altra, a quell' ininterrotto fantasticare di immagini
e pensieri involontari che occupa di solito quasi tutta la nostra
giornata.
Sperimenteremo la difficoltà di arrestare il pensiero su
un atto di solito incosciente. Constateremo che la causa delle
distrazioni che interrompono la nostra contemplazione attiva
è il brulichio di idee, l' anarchica animazione del pensiero
che solletica la nostra attenzione in tutti i modi. E' molto
salutare prendere coscienza dei vagabondaggi del pensiero e
ricondurre la nostra attenzione sull' oggetto che ci eravamo
prefisso.
3- La passeggiata cosciente.
● Andare lungo un percorso circolare in città, un sentiero nel
bosco, o sulla spiaggia.
- Pensare: Muovere gli arti per camminare. Sollevare.
Portare avanti. posare. Altro piede. Sollevare. Portare
avanti. posare. Ripetere per tutto il percorso.
- All' improvviso ci ritroviamo con una mano intasca a
fischiettare allegramente e pensare chissà che cosa. Ma
come! Dovevo stare attento ai passi, ai movimenti delle
gambe! L' intrusione dei pensieri perturbatori, nell' attenzione,
è subdola.
Ritorniamo, ritiriamoci nel nostro esercizio.
- Sollevare. Portare avanti. posare. Altro piede. Sollevare.
Portare avanti. posare.
- Senza fretta né lentezza, sentiamo muovere le gambe,
avvertiamo il contatto del piede col suolo, la flessione
delle ginocchia, i movimenti delle cosce e delle anche.
Il ritmo dei movimenti separati si ripete.
- Dove mi trovo? Se qualcuno mi vede debbo sembrare davvero
ridicolo! Ci troviamo a voltarci indietro. Il pensiero evade
l' attenzione si distoglie. Annotiamo che abbiamo perduto
il ritmo e che è tutto da rifare. Recuperiamo la
libertà di fissare volontariamente la nostra attenzione;
e daccapo.
Stiamo sperimentando la difficoltà di arrestare, per dieci minuti,
il pensiero su un atto di solito incosciente.
4- La respirazione cosciente.
● Il piacere dell' esercizio del pensiero attento ci farà utilizzare
qualsiasi momento di tempo libero o d' attesa per allenarci.
Ma meglio un angolo tranquillo; un' ora favorevole alla solitudine.
Seduti/Sdraiati in posizione naturale. Le mani, una sull' altra,
col taglio appoggiato sul basso ventre. La schiena diritta.
La posizione comoda e lo stato di riposo favoriscono la presa
di coscienza.
- Non modificare il ritmo respiratorio, né percepire coscientemente
l' andirivieni dell' aria attraverso le narici.
Contemplare il movimento di sollevamento e abbassamento del ventre.
Le mani, in contatto col basso ventre, avvertono la leggera
ondulazione della respirazione.
- Pensate: Addome sollevato va in fuori. Addome abbassato
rientra. E ripetere, ripetere.
Fissare l' attenzione su questo movimento regolare ripetendo mentalmente
le parole ...Su ...Giù (o simili).
- Con il ritmo delle parole e delle ondulazioni arrivano
le distrazioni del pensiero. Tutto ad un tratto ci si avvede
che è trascorso del tempo durante il quale il ventre ha
continuato da solo il suo regolare movimento. Il pensiero,
guizzante come un pesce, è evaso dalla contemplazione.
Riportiamo, senza spazientirci, la nostra attenzione verso il ritmico
movimento muscolare dell' addome. Non spaventiamoci per
questo infaticabile alternarsi dell' attenzione e della
distrazione. Il malessere può arrivare al punto di ingrandirsi
rendendo impossibile il ritorno all' attenzione lucida e
tranquilla in accordo col movimento del ventre. Lo sforzo
per vincere la distrazione si rivela inutile. Bisogna allora
accogliere il pensiero che ci assilla, arrestare la nostra
attenzione sullo stesso malessere che proviamo, e riconoscere
e ascoltare quanto ci sollecita. La forza d' attrazione
di questa distrazione allora si esaurirà e noi ritroveremo
la libertà di riagganciare il nostro pensiero cosciente
all' atto della respirazione.
Restiamo gli osservatori di noi stessi. Esercitiamo l' attenzione e
annotiamo senza emozione le interruzioni; dopo riportiamo tranquillamente
il pensiero sulla nostra azione osservata.
Questo esercizio, che occorre ripetere senza posa, ha l' effetto di
fortificare il pensiero e di tranquillizzare lo spirito.
Risentirete più o meno rapidamente del beneficio di questo allenamento,
che esige una lunga pazienza e una fiducia nello scopo da raggiungere:
Migliorare la nostra attenzione e conquistare una maggiore libertà
per il nostro pensiero.
5- Affrontiamo il Drago faccia a
faccia.
● Per stare a lungo concentrati su un oggetto, un concetto ,
un idea (Dharana, Dyana) , serve una mente libera dalla servitù
delle sensazione, delle visioni, dei pensieri parassiti. Allora
affrontiamo e sgominiamo quest' orda infame. Dobbiamo creare
la nostra mente pulita e tersa per poterci dedicare al sublime
ozio della meditazione.
- Di notte o un luogo buio. Seduti o sdraiati in posizione
comoda e naturale. Gli occhi chiusi. Fare il rilassamento
fisico.
- Guardiamo la nostra mente come fosse uno schermo nero.
Su questo schermo dovremo in seguito vedere le immagini,
le idee, i pensieri creati da noi per elaborare concetti
e visioni che riguardano l' amicizia, l' amore, la vita,
l' infinito: Meditare.
Su questo schermo arrivano flash di luce torbida, saettano linee e
figure, appaiono parole con un significato arcano, una persona
che conosco mi guarda sbigottita e svanisce. La spiaggia
piena di gente che frequento . . . idee, pensieri, emozioni
guizzano e saltano come un drago impazzito. Volti di persone
amate e odiate. Tutto il bene e tutto il male che ho fatto
o ricevuto. Le delusioni e i rimpianti. Le soddisfazioni
e le speranze. La vergogna e l' orgoglio. Tutto continuamente
vortica dentro la mente, e si ripete ancora e ancora, senza
controllo.
- Lasciamolo caracollare questo drago e lanciare fiamme
disperate. Attendiamo ed osserviamo. Tenute sotto osservazione,
giorno dopo giorno, le divagazioni diventano man mano meno
violente, e la mente si calma.
- Allora entriamo in azione! Stiamo in agguato! Affrontiamo
queste incursioni.
Affrontiamo il drago faccia a faccia a faccia! Perchè mi tormenti?
Dopo tanti anni reclami ancora una tua ragione! Perchè rivangare
ricordi antichi, passioni e speranze, soddisfazioni e delusioni,
e tutto nello stesso momento con un continuo travaglìo di
emozioni, sentimenti e immagini.
Cominciamo una eliminazione sistematica. Cancelliamo dallo schermo gli intrusi
uno a uno , con pacatezza ma con decisione. Occorre esercitarsi
pazientemente ogni giorno, per mesi, per anni.
Col tempo lo schermo della nostra mente si fa più terso. Le incursioni
avvengono sempre, ma noi siamo allenati ad eliminarli,
e manteniamo la nostra mente limpida e pulita, pronta
per stadi mentali superiori.
6- Controllo delle circostanze esterne.
Non combattere contro le circostanze esterne, ma osservarle, senza
lasciare che la nostra mente venga influenzata.
● Il battito delle sopracciglia: Il Tratakam, che insegna
come rinforzare gli occhi, e il completo rilassamento dei muscoli
del viso favoriscono l' eliminazione del tic.
Il completo rilassamento è eseguito a scopo terapeutico da varie tribù
africane. Possono sospendere di propria volontà i movimenti peristaltici
dello stomaco e dell' intestino, o arrestare volontariamente
lo spasmo sessuale nel momento in cui è sul punto di prodursi.
● I rumori stridenti, bruschi, inattesi, ci portano a contrarre
in una smorfia i muscoli del viso, provocano un soprassalto, un'
esclamazione. Si abbia l' abitudine di non fare soprassalti, né
di trasalire ad ogni rumore inatteso, ma soprattutto non si deve
giungere a questi risultati per mezzo di sforzi di tensione nervosa
o muscolare, ma, al contrario, mediante il completo rilassamento
dei muscoli, in quanto i riflessi sono più difficilmente controllabili
quando i muscoli sono tesi.
Abituiamoci ad ascoltare tranquillamente il frastuono di un cantiere,
l' asprezza di una voce o lo scarrucolare dei veicoli.
● L' aspetto degli esseri, delle cose, degli avvenimenti a volte
alterano profondamente le nostre intime disposizioni, esercitano
involontariamente su di noi una certa impressione che si ripercuote
sul nostro contegno.
Ogni volta è una buona occasione per esercitare la padronanza di se.
● Il contatto di certi corpi, di certi animali, ci ispira ripugnanza
o anche orrore in apparenza insormontabili. Quando si presentano,
sopportiamoli il più freddamente possibile.
● Un odore sgradevole, se sappiamo che è inoffensivo, non temiamo
di subirne gli effluvi allontanandoci con espressione infastidita:
Non permettere che questa impressione insignificante abbia influenza
su di noi.
● Le preferenze e le ripugnanze alimentari non corrispondono sempre
alla bontà o nocività del cibo. Lascia che il giudizio prevalga
nella scelta degli alimenti da mangiare.
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